​Giovanni Bruzzi, artista poliedrico e biscazziere

Per secoli l’uomo ha impiegato gran parte del suo tempo libero cimentandosi in giochi di vario genere e non è certo un caso se gli stessi si ritrovano ad essere spunto di molti libri, film ed opere pittoriche.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 maggio 2016 13:06
​Giovanni Bruzzi, artista poliedrico e biscazziere

Per secoli l’uomo ha impiegato gran parte del suo tempo libero cimentandosi in giochi di vario genere e non è certo un caso se gli stessi si ritrovano ad essere spunto di molti libri, film ed opere pittoriche. Artisti come Caravaggio, Picasso o Cézanne hanno raffigurato uomini che giocano a carte e nella letteratura grandi scrittori come Fëdor Dostoevskij, Lev Tolstoj o Luigi Pirandello hanno incentrato alcune delle loro opere di successo sulla figura del giocatore. Senza contare le innumerevoli pellicole di successo che non sarebbero state tali se non avessero avuto l’elemento gioco d’azzardo.

Se c’è qualcuno che oggi riesce a mettere insieme tutti questi elementi e rappresenta contemporaneamente le tre figure artistiche di pittore, scrittore e autore è sicuramente Giovanni Bruzzi.

Classe 1936, fiorentino doc, vive e lavora a Firenze dove dal 1961 si dedica anima e corpo all’arte a 360 gradi, una passione che gli è stata trasmessa dal bisnonno Stefano Bruzzi noto pittore ottocentesco dei macchiaioli fiorentini. Oggi Gianni Bruzzi scrive, dipinge e si occupa di cinema ed è un artista a tutto tondo che sul gioco d’azzardo ci ha costruito la sua carriera. «Per scrivere e parlare di gioco bisogna conoscerlo», sostiene sempre durante le sue interviste, e lui di gioco se ne intende parecchio perché giocatore lo è stato davvero. Nel mondo degli amanti del poker è noto con l’appellativo il "professore" e ha, infatti, scritto e illustrato ben sette libri sull'argomento, incentrati su fatti e memorie di bische clandestine tra i quali: Il filotto nel sabot , Professione biscazziere e i due libretti Perché Adonis e Après Renis.

Il poker è stato anche fonte di ispirazione per la sua attività principale ovvero, come si evince dal suo sito internet, la pittura. Ciò che ama maggiormente dipingere però non sono solo le carte o i tavoli verdi bensì la figura, che è una costante presente in tutti i suoi quadri. Ritratti, suonatori jazz, nudi femminili, giocatori d'azzardo, arlecchini, gladiatori e guerrieri popolano da sempre le sue tele. A completare le sue opere i più svariati soggetti e oggetti come vecchie insegne, fumetti, spugne ma anche animali e uccelli che testimoniano la sua propensione a spaziare verso ogni direzione, alla ricerca di nuove e stimolanti forme da disegnare e da dipingere.I suoi quadri oggi sono molto attuali ma sicuramente per quanto riguarda l’argomento gioco d’azzardo possiedono anche alcuni aspetti rétro molto affascinanti.

Mentre con l’avvento di internet e dei siti di poker online si allontana sempre più il mito dei tavoli verdi, delle le carte e del fumo dei sigari tipici del mondo del gioco d’azzardo, Bruzzi, uomo d’altri tempi che possiede la mentalità del biscazziere, rappresenta nei suoi quadri tutti questi elementi tipici facendo diventare le sue opere importanti testimonianze del passato.

Proprio grazie a questa sua comprovata esperienza in campo artistico e soprattutto in ambito pokeristico si è avvicinato al mondo del cinema. Nel 1986 Pupi Avati, venuto a conoscenza delle sue molteplici esperienze, gli chiese di scrivere la cruciale partita a poker del film "Regalo di Natale", occasione che lo vide inoltre al lavoro come consulente sul set per tutti i ciak riguardanti il tavolo verde e le scene di gioco. Bruzzi ha anche raffigurato in uno dei suoi quadri questa famosa partita a carte che tra i tanti ritrae anche Diego Abatantuono e Alessandro Haber.

Nel 2004 viene chiamato anche per il sequel "La rivincita di Natale" sempre di Pupi Avati, fornendo ancora una volta una preziosissima consulenza sul set. La sua carriera di autore per il cinema continua con la collaborazione sulla scrittura della sceneggiatura di un film proprio a lui dedicato e alla sua professione di biscazziere. Una storia che ha persino destato l’interesse di Fred Caruso (produttore del Il Padrino) e che racconta proprio degli anni in cui Bruzzi frequentava le bische clandestine nell’Italia del boom, dove i soldi si spendevano e si spandevano in ogni dove e la dolce vita italiana era conosciuta ed ammirata in tutto il mondo. Il film, il cui titolo è The dark side of La dolce vita, sarà girato ad Hollywood entro il 2016.

Quello che colpisce di Bruzzi non è solo la sua poliedricità ma la schiettezza e il modo in cui racconta del rapporto tra la sua carriera artistica e la vita da biscazziere. Era stato il grande teorico del Surrealismo, André Breton a metterlo subito in guardia che non sarebbe riuscito a vivere solo di pittura e da qui la decisione di dedicarsi all’insolita attività di biscazziere. Oggi Bruzzi è molto fiero di questa sua doppia vita, tipica anche come lui stesso sostiene del suo segno zodiacale dei Gemelli, che gli ha permesso con la libertà economica necessaria, di realizzare dipinti senza badare al mercato e alla critica e di essere stato nominato"Cavaliere Ufficiale della Repubblica Italiana" per meriti artistici. Grazie a questa sua alternativa fonte di guadagno e’ riuscito anche ad allestire molte mostre a Firenze, in Italia e all’estero tra le quali una sua personale a New York presso la Brenda Taylor Gallery.

Gianni Bruzzi è uno strano incrocio fra l’artista, il gentiluomo e l’ ex uomo della mala. Una vita, la sua, che affascina per il doppio volto di pittore e di gestore di bische clandestine, senza incroci ma sempre in parallelo. Due vite tenute sempre distanti l’una dall’altra perché lui in cuor suo ha sempre pensato solo a dipingere.

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