Giorno della Memoria: oggi seduta solenne del Consiglio regionale

Il presidente Giani: “Occorre mantenere vivo il senso della memoria, per un futuro di pace”. L'assessore Barni: “La pratica della memoria è anche oggi una sfida”. L'intervento del rettore Dei e la testimonianza di Tatiana Bucci internata a Birkenau all'età di 6 anni. Proseguono le iniziative in Toscana. A Livorno 6 nuove pietre d'inciampo. Domani in scena i ragazzi del Chianti

Redazione Nove da Firenze
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28 gennaio 2020 15:45
Giorno della Memoria: oggi seduta solenne del Consiglio regionale

“Questa è l’ultima occasione della X Legislatura per celebrare insieme il Giorno della Memoria, quando 75 anni fa le truppe della coalizione entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz, aprendo all’attenzione mondiale lo scellerato Olocausto che ha portato alla morte di 6milioni e mezzo di persone, il momento più basso della civiltà umana”. Così ha esordito il presidente dell’Assemblea toscana, Eugenio Giani, aprendo la seduta solenne a palazzo del Pegaso, alla presenza di autorità, associazioni, cittadini e testimoni “della drammaticità e assurdità cui può arrivare la mente umana”.

Il presidente ha continuato il proprio intervento ringraziando la Regione Toscana per l’impegno a tenere alto il ricordo, ora attraverso il Treno della Memoria, ora attraverso meeting e incontri che coinvolgono soprattutto le giovani generazioni. “Ragazzi e ragazze che rimanevano attoniti di fronte alle testimonianze e ai ricordi dei sopravvissuti, immersi nei luoghi dell’orrore e delle atrocità, come ho potuto leggere nei loro occhi nel 2017, quando ho partecipato, insieme a loro, al Treno della Memoria”. Da qui l’impegno, forte e solenne, rivolto a tutti: “far sì che, al di là della retorica, nei giovani (che avranno sempre più difficoltà a trovare testimoni) cresca e resti sempre vivo il senso della memoria, perché il nostro futuro ha bisogno di soggetti attivi, per allontanare le discriminazioni e lavorare per la pace”.

Sulla stessa lunghezza d’onda la vicepresidente della Giunta regionale, Monica Barni, che si è soffermata sull’”importanza fondamentale della pratica della memoria, che anche oggi rappresenta una sfida da vincere”. E dopo aver ringraziato le università, per aver collaborato insieme alla Regione a una ricerca che ricostruisce il quadro di ciò che sta avvenendo in Toscana, la vicepresidente ha affermato: “Il razzismo si presenta diversamente rispetto al passato, ma è oggi un fenomeno che ha un potenziale enorme di diffusione, nella cassa di risonanza dei social network e nelle piaghe e nelle pieghe di un disagio, che è tornato ad affollare i cieli d’Europa”.

“Per combattere le forme di indifferenza e di pregiudizio verso l’alterità occorre un grande impegno di informazione e sensibilizzazione, da parte della scuola e dell’intera società – ha sottolineato – perché come le leggi razziali non furono un incidente di percorso, oggi dobbiamo prendere sul serio tutte quelle parole che possono essere ricondotte alla sfera del razzismo e della xenofobia”. “A tutti noi il compito di incidere nel presente per costruire relazioni di pace – ha concluso – attivarsi per politiche della memoria capaci di sottrarre la memoria al gioco politico”.

“Dovremo sempre più affrontare il problema di parlare della Memoria senza più testimoni diretti dei fatti e perciò ho provato, attraverso due dei suoi racconti, a far parlare ancora oggi, ad anni di distanza dalla sua morte, Primo Levi”. Ha introdotto così Luigi Dei, Magnifico rettore dell’Università di Firenze, il suo intervento alla seduta solenne del Consiglio regionale per il “Giorno della Memoria”. Il contributo di Dei, intitolato “Cerio e Carbonio: Primo Levi fra chimica, letteratura e memoria”, ha raccontato, attraverso le parole dello scrittore che fu internato ad Auschwitz dal febbraio 1944 al 27 gennaio 1945, la lotta disperata e disperante con la fame.

In “Cerio”, ha detto Dei, Levi, che dal novembre ‘44 in quanto chimico lavora nel laboratorio della fabbrica Buna, narra i suoi tentativi di trasformare in cibo la paraffina delle candele, in glucosio la cellulosa, in grassi la glicerina e il cerio (anzi il ferro cerio) in accendini da vendere per procurarsi delle razioni di pane. Al termine di quei due mesi di tentativi, arriva la liberazione da parte dell’esercito russo, ma “il suo compagno Alberto che lo aveva aiutato con il cerio – ha ricordato Dei, - trasferito durante un’epidemia di scarlattina, non tornò mai più.

Levi a questo proposito, scrisse in “Carbonio” una frase, che è tra le più dure della letteratura e che meglio descrive cosa fu la Shoah: ‘…e di lui non resta traccia’”. Per questo, ha concluso Dei, “noi dobbiamo contribuire a tramandare la Memoria, perché non si perda traccia di quanto accadde”.

La seduta solenne si è poi conclusa con il saluto testimonianza di Tatiana Bucci, che fu internata a Birkenau all’età di sei anni. “Primo Levi – ha detto – dice che il primo dei problemi era la fame. Per me non era il primo ricordo, ma a mia madre, una notte, fu sottratto da sotto la testa un sacchetto dove conservava un piccolo brillante e le due fette di pane della razione quotidiana. Quando si accorse del furto, pianse. Non per il brillante, ma per le due fette di pane”.

Tatiana Bucci ha poi ricordato quanto accaduto al cugino Sergio, che ad Amburgo restò vittima degli esperimenti dei medici che ruotavano attorno al dottor Mengele. “Ho scoperto questa storia negli anni Ottanta e questo si deve a quanto fece un giornalista tedesco fin dagli anni Cinquanta, per far sapere quanto era accaduto”. Grazie a quel medico, ha spiegato la Bucci, “ho imparato a distinguere tra tedeschi e nazisti”. E poi ha aggiunto: “I tedeschi, grazie soprattutto alla Merkel, hanno fatto i conti con il loro passato.

Noi italiani no. Noi diciamo che fu colpa dei tedeschi, ma anche noi abbiamo fatto le leggi razziali e realizzato campi di concentramento. Dobbiamo fare i conti con il passato anche noi”.

Il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, nel ringraziare gli ospiti per il loro “prezioso contributo”, ha consegnato a Luigi Dei una statuetta con il simbolo che adottò Cosimo I de’ Medici, il granduca cui si deve la nascita della Toscana moderna: la tartaruga, rappresentazione della prudenza, e la vela, rappresentazione del guardare avanti. A Tatiana Bucci, invece, ha consegnato una medaglia con il Pegaso, simbolo della Regione Toscana che fu adottato dal Comitato di Liberazione nel 1944.

Proseguono le iniziative in Toscana

In un libro della Bibbia, Isaia, il termine 'Shoah' ricorre per indicare la presenza di una “tempesta devastante” ed è questo il termine ebraico che si preferisce per ricordare quel fenomeno, reale e documentato, che sconvolse il mondo, esploso dal cuore dell'Europa in tempi non molto lontani. Lo sterminio di milioni di ebrei, avvenuto ad opera dei nazisti, riuscì a distruggere e a cancellare, attraverso le persecuzioni razziali e gli omicidi compiuti nei campi di sterminio, le identità di 6 milioni di ebrei, 250.000 diversamente abili e 200.000 zingari. 

A ricordare le vittime dell'antisemitismo, quella forma di odio e discriminazione nei confronti delle persone di fede e famiglia ebraica che in Germania esisteva già molto prima dell'avvento del Nazismo, saranno i ragazzi del Chianti, i loro talenti teatrali e musicali che si esibiranno mercoledì 29 gennaio in un percorso di celebrazioni che dà continuità al programma di eventi della Giornata internazionale della Memoria promossa dai comuni di Barberino Tavarnelle e San Casciano.

“Musica per non dimenticare” è lo spettacolo che la Scuola di Musica Officine Creative del Chianti ha preparato con gli allievi e gli insegnanti della scuola. Nello spazio del cinema Olimpia di Tavarnelle domani alle ore 21:30 si terrà il concerto con la partecipazione dell'orchestra dei bambini della scuola costituita da 15 elementi, del Coro di voci bianche Colli fiorentini e degli insegnanti. I docenti sono Francesca Caponi, Matilde Sferlazza, Silvia Lotti, Edda Rover e Niccolò Cantara, Andrea Grassi, Marco Ceccarelli, Andrea Scognamillo e Stefano Montagnani, Marta Marini, Francesco Carusi. Ampio il repertorio che eseguiranno e che spazierà tra alcuni dei più noti brani della cultura ebraica e internazionale.

A San Casciano gli studenti della scuola secondaria di primo grado Ippolito Nievo, in collaborazione con l’Anpi, hanno scritto un testo teatrale incentrato sui segnali di discriminazione razziale che la comunità vive nella quotidianità traendo spunto dalla realtà più vicina a loro. Lo spettacolo “Il coraggio di fare memoria” sarà messo in scena domani nell’auditorium di ChiantiBanca, alle ore 10.15 e alle ore 12.15. 

A Livorno, nell'ambito delle iniziative per il Giorno della Memoria, il sindaco Luca Salvetti con l'intera Giunta ha partecipato questa mattina, in rispettoso silenzio, alla cerimonia per le nuove pietre di inciampo o stolpersteine a Livorno.

Quest’anno ne sono state installate sei, portando a diciassette il numero totale delle pietre d’inciampo a Livorno, collocate di fronte alle ultime abitazioni dei tanti livornesi di religione ebraica deportati dai nazi-fascisti.

In largo Strozzi alcune scolaresche della città e rappresentanti della Comunità di Sant'Egidio hanno deposto dei mazzolini di fiori alle nuove piastrelle che ricordano Rosa Adut, Abramo, Selma e Mario Moisè Levi, deportati che vivevano in questa parte della città.

In via del Mare è stato reso omaggio a Piera Galletti e Lia Genazzani, facendo seguito a due incontri con le scolaresche che hanno visto protagoniste a Villa Letizia Anna Galletti, e ai Grazia Levi Coen nel salone Montedoro della Comunità di Sant’Egidio.

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