Giallo alla Bozzoli: Provinciale di Firenze indagò sul cianuro

Nel mistero di Marcheno entra anche una indagine del nucleo provinciale fiorentino

Antonio
Antonio Lenoci
07 dicembre 2015 10:40
Giallo alla Bozzoli: Provinciale di Firenze indagò sul cianuro

Un imprenditore scomparso ed un operaio morto sei giorni dopo in circostanze ancora da chiarire: sul luogo del rinvenimento è stato repertato dai carabinieri del cianuro.Sono 72.000 le fiale di cianuro contenute in una documentazione risalente al 2009 e prodotta durante alcune indagini effettuate dalla Polizia Provinciale di Firenze presso il confine Italo Austriaco, al fine di ricostruire le fasi di importazione e vendita in Italia del prodotto.

Il collegamento. La redazione di Storie Vere, programma del mattino di Rai Uno, cita le indagini toscane al fine di dimostrare la disponibilità del cianuro sul territorio italiano: "Acquistabile legalmente solo da aziende, e non da privati, in possesso dell'apposito patentino". Nei primi istanti successivi al ritrovamento del cianuro si era parlato di "un'esca fuori commercio dagli anni '70".

Non sarebbe così.Perché a Firenze si è cercato il cianuro? "L’attività di importazione illegale di sostanza tossica nella composizione di cianuro in fiale denominato “Cyonin” - spiegano gli inquirenti nel 2009 - è stata definitivamente accertata nel corso di un’indagine effettuata dal Nucleo di P.G. della Polizia Provinciale di Firenze, coordinato della Procura della Repubblica, a seguito del ritrovamento nel corso di una perquisizione locale e domiciliare a carico di una persona che aveva posizionato esche avvelenate per l’uccisione di volpi, istrici, e altri animali predatori all’interno di un’Azienda Faunistico Venatoria. Nel corso delle operazioni di polizia veniva posto sotto sequestro nr.

20 fiale integre di cianuro “Cyonin”, proveniente dall’Austria. Le indagini dirette dal magistrato inquirente, portarono all’individuazione di un commercio clandestino di prodotti tossici e all’importazione illegale delle fiale di cianuro. Le indagini venivano così finalizzate al controllo dell’importatore e di quanto materiale poteva essere stato introdotto in Italia".Legambiente Toscana mette in evidenza le indagini fiorentine sotto l'occhio delle Ecomafie. Un fenomeno silenzioso, ma micidiale. "Il fenomeno dell’avvelenamento di animali - spiegano gli agenti provinciali - sta assumendo delle proporzioni estremamente preoccupanti su tutto il territorio nazionale, migliaia di animali domestici hanno perso la vita per aver ingerito bocconi avvelenati e la stima di quelli selvatici è difficile da effettuare.

Anche se non disponiamo dei dati precisi sull’immissione dei bocconi avvelenati, sono rilevanti i danni apportati all’ambiente e alla fauna per la dispersione incontrollata dei veleni che, non annullandosi nel tempo (questo è il caso della stricnina) danno vita a una reazione a catena di morti. I cadaveri degli animali avvelenati sono estremamente pericolosi perché provocano la morte dei carnivori che se ne cibano: rapaci notturni e diurni; lupi, volpi, faine, cani, gatti, ecc..

e da questi l’inquinamento del suolo e delle falde acquifere".

Giuseppe Ghirardini è l’operaio della Ditta Bozzoli di Marcheno, in provincia di Brescia, trovato morto pochi giorni dopo la scomparsa del suo datore di lavoro, Mario Bozzoli.Dai servizi di Giuseppe Pizzo per Chi l'ha Visto (puntate dell'11 novembre e del 25 novembre) è emerso che l'ipotesi di morte naturale, sopraggiunta a sei giorni dalla scomparsa del datore di lavoro e che sarebbe stata causata da un malore, non avrebbe poi retto all'esito dell'autopsia che ha riscontrato invece la presenza di cianuro sul luogo del ritrovamento.

In particolare l'attenzione dei RIS si sarebbe soffermata su una capsula contenente cianuro rinvenuta nello stomaco di Ghirardini e su alcuni frammenti sospetti repertati a qualche metro dal cadavere. Si è dunque parlato di "Avvelenamento da cianuro". Trattandosi di un elemento particolarmente aggressivo, sul corpo dell'uomo si starebbero cercando ulteriori conferme riguardo la causa del decesso, un ingerimento, secondo gli esperti, causerebbe significative lesioni interne.

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