Geotermia, Italia Nostra e comitati pronti alla battaglia: "Inquina e non è rinnovabile"

Presto un ricorso al presidente della Repubblica per fermare l'impianto di Sorgenia a Poggio Montone (Grosseto). E una richiesta al governo: "Nel Fer2 non siano finanziate le centrali geotermoelettriche". La Regione: "Posizione puramente ideologica. La geotermia è fonte rinnovabile e innovativa"

Redazione Nove da Firenze
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31 ottobre 2019 17:50
Geotermia, Italia Nostra e comitati pronti alla battaglia:
foto Agenzia Dire

(DIRE) Firenze, 31 ott. - Il governo non riconosca gli incentivi nel decreto Fer2 alla geotermia, perché non è una fonte energetica rinnovabile e inquina. È questa la richiesta che arriva nel corso di una conferenza stampa in Consiglio regionale dal forum ambientalista, dalla rete dei comitati No Gesi e da Italia Nostra. Realtà associative che si preparano sul tema a una battaglia politica, ma anche a una sul terreno legale, dal momento che hanno deciso di presentare un ricorso al presidente della Repubblica per fermare l'impianto di Sorgenia a Poggio Montone (Grosseto).

"Non siamo contrari in senso generale all'uso della geotermia e del calore, ma ci opponiamo alle centrali geotermoelettriche, perché producono inquinamento pari a quelle a carbone", sostiene il portavoce nazionale di No Gesi, Velio Arezzini. "Non bisogna generalizzare- aggiunge- non siamo ambientalisti contrari a tutto, ma non possiamo dire che la geotermia di per sé sia rinnovabile, perché non è vero, visto che i pozzi durano 10 anni e hanno bisogno di essere continuamente rialimentati.

Non è vero inoltre che non sia inquinante". Sulla scorta di dati del 2007 e del 2010 sulle emissioni raccolti da Irse, Arezzini ricorda che dalle centrali geotermiche dell'Amiata dipende il 27,7% di tutte le emissioni di anidride carbonica della Toscana. "Come possiamo identificare, dunque, queste centrali come non inquinanti?", e' l'interrogativo retorico.

L'apprensione è legata anche ai dati sanitari, discussi dai comitati direttamente con le istituzioni regionali: "Da uno studio finanziato dalla stessa Regione Toscana- fa sapere il portavoce di No Gesi- risulta che le aree dell'Amiata hanno il 13% di mortalità in più, il 20% di questa dovuta a tumori. Ci hanno detto che non c'era una correlazione diretta, però c'è un campanello di allarme". 

Una riflessione dalla quale deriva una richiesta diretta al governo: "Chiediamo che nel Fer2 non siano finanziate le centrali geotermoelettriche, ma che vengano riconosciuti incentivi alla geotermia per l'uso del calore, alle basse entalpie, e a quei progetti che nascono dal territorio e le fonti rinnovabili". 

In chiave più prettamente giudiziaria la presidente nazionale di Italia Nostra, Mariarita Signorini, annuncia la battaglia contro l'impianto di Poggio Montone: "Proprio ieri ho firmato i motivi aggiuntivi per il ricorso. Non c'è una cosa che vada bene: la Via non è stata rispettata, non sono stati coinvolti i Comuni, gli impatti ambientali non sono stati considerati".

"La geotermia è una risorsa rinnovabile ed è strategica per il nostro Paese, per la nostra regione. Il problema è come viene utilizzata e dove viene utilizzata. Abbiamo bisogno di confermare gli incentivi per tutelare i livelli occupazionali, ma per fare in modo che i soldi dei cittadini vengano spesi devono andare agli impianti a zero emissioni", afferma il capogruppo in Regione Toscana del M5S, Giacomo Giannarelli, proprio commentando la presa di posizione dei comitati ambientalisti contro l'inserimento della geotermia nel prossimo decreto Fer2 sulle energie rinnovabili. "Abbiamo impianti- aggiunge- che ancora oggi presentano dei problemi ambientali come le centrali flash che non dovrebbero ricevere degli incentivi. I soldi dei cittadini devono essere utilizzati, invece, per l'innovazione tecnologica indirizzata a raggiungere l'obiettivo emissioni zero".

In Toscana secondo il capogruppo pentastellato bisogna saper distinguere la situazione del Larderello da quella dell'Amiata. "La situazione è molto più critica nell'Amiata - sostiene- e ha bisogno di un approfondimento scientifico rispetto a quello ministeriale. Grazie a noi tempo fa su indicazione di tutti i comitati, abbiamo portato a dialogare i massimi esperti coi nostri sottosegretari e i ministri. Questa è la strada per dettagliare il nuovo decreto che deve essere emanato a breve".

"La politica deve introdurre dei vincoli che consentano una conversione tecnologica, che altrimenti i soggetti economici non faranno mai. Non si puo' andare a braccetto dei FFF dicendo che si è amici di Greta se in concreto si fanno politiche che vanno nella direzione opposta", afferma il capogruppo in Consiglio regionale di Si'- Toscana a sinistra, Tommaso Fattori, commentando la presa di posizione dei comitati. Fattori suggerisce di vincolare gli incentivi al rispetto di un tetto di emissioni. "Le centrali Enel, la tecnologia flash nell'Amiata - sostiene il consigliere - emettono una quantità di CO2 pari a quella delle centrali alimentate da combustibili fossili e anche altre sostanze acidificanti fortemente inquinanti piùdi centrali alimentate da combustibili fossili". Al tempo stesso, punta il dito, "Enel non ha nessun interesse ad andare in questa direzione se non viene spinta a farlo".

La Regione non ci sta. "La geotermia è una fonte rinnovabile come sostengono la comunità scientifica e l'Europa ed è anche una fonte innovativa se viene sviluppata secondo criteri di sostenibilità ambientale ancora più spinti: quello che prevede la nostra legge regionale".

Così l'assessore all'ambiente Federica Fratoni rispondendo a coloro che chiedono al ministro di non finanziare la geotermia con il Fer2. "La nostra legge sulla geotermia 2.0 è nata proprio con l'obiettivo di ridurre l'impatto ambientale e paesaggistico delle nuove centrali tanto che è stata assunta dal Ministero dello sviluppo economico come punto di riferimento per scrivere il prossimo decreto delle rinnovabili cioè quello dedicato alle fonti innovative".

"La Regione – prosegue Fratoni - ha normato l'utilizzo della risorsa secondo parametri ambientali puntuali e stringenti dicendo che la Co2 emessa deve essere sequestrata e reimpiegata per fini industriali e che questi progetti devono portare sviluppo e ricadute economiche e occupazionali per i territori interessati.

Per questo – dice - chiediamo al ministero di riconvocare il tavolo, di mettersi al lavoro e riscrivere celermente quel decreto, reintrodurre gli incentivi per un uso dell'energia che collocandosi nel gruppo delle rinnovabili deve essere ottimizzato dal punto di vista ambientale e socioeconomico anche per i territori dell'Amiata. Credo che la Regione da questo punto di vista abbia fatto un grande lavoro e oggi a buon titolo possa essere interlocutore privilegiato del Governo per sostenere ancor di più una coltivazione del fluido che sia davvero improntata sui principi della sostenibilità che oggi governano le scelte della nostra amministrazione".

"Ai comitati infine dico – conclude Fratoni - che l'aver proposto ricorso contro una centrale di media entalpia che prevede la totale reiniezione del fluido e zero emissioni è la dimostrazione di quanto la loro posizione sia puramente ideologica e priva di qualsiasi valutazione di merito rispetto ai profili di impatto ambientale e di tutela della salute".

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