Garante detenuti: seminario il 14 luglio per fare il punto su Opg Montelupo

Nei giorni scorsi i radicali fiorentini dell’Associazione “Andrea Tamburi” hanno manifestato davanti la sede del Consiglio regionale della Toscana per chiedere tempi certi per la chiusura

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 luglio 2015 22:16
Garante detenuti: seminario il 14 luglio per fare il punto su Opg Montelupo

Firenze – Per discutere di Opg, e della situazione della Toscana e della struttura di Montelupo in particolare, il Garante dei detenuti della Toscana, Franco Corleone, organizzerà un seminario per il prossimo martedì 14 luglio. Corleone lo ha deciso dopo avere, nei giorni scorsi, incontrato il sottosegretario del ministero della Salute Vito De Filippo e dopo una visita a Volterra.

Rimangono infatti alcuni dubbi e alcuni nodi da sciogliere sulla collocazione dei pazienti in uscita dalla struttura di Montelupo Fiorentino, che nel frattempo continua a rimanere aperta. Lo ha spiegato lo stesso Corleone, il quale a Volterra ha effettuato un sopralluogo a un reparto del vecchio manicomio civile, chiuso dopo la legge Basaglia. Su questa struttura è infatti caduta la scelta per costruire una Rems, una residenza di esecuzione delle misure di sicurezza detentiva, in cui ricoverare gli internati dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo.

Nel reparto da aprile è in funzione una struttura intermedia e da agosto dovrebbe essere attivata la Rems, in grado di ospitare circa venti persone. Manca da costruire una recinzione per evitare eventuali evasioni. Nel frattempo Montelupo continua a rimanere in funzione. Questa però, ha spiegato ancora Corleone, dovrebbe essere solo una soluzione temporanea, perché il progetto prevede la costruzione, in un altro reparto dell’ex manicomio di Volterra, di due nuove Rems definitive che possano ospitare in totale 40 persone.

Il reparto dovrebbe tuttavia essere demolito e ricostruito ex novo. “A questo punto non si capisce perché la struttura in apertura ad agosto non possa diventare una soluzione definitiva – dice il garante –. E non si capisce perché concentrare 40 persone in un solito luogo, quando una Rems non dovrebbe ospitare più di 20 persone. Se comunque bisogna realizzare due strutture completamente ex novo, non si capisce perché non prevederne una in un’altra ubicazione, come ad esempio in un padiglione di San Salvi, a Firenze oppure in un’altra città della Toscana anche per mettere a confronto pratiche terapeutiche di scuole psichiatriche diverse”.

“A questo punto – ha concluso Corleone – c’è la necessità di una discussione pubblica sulla questione”.

Nei giorni scorsi i radicali fiorentini dell’Associazione “Andrea Tamburi” hanno manifestato davanti la sede del Consiglio regionale della Toscana per chiedere tempi certi per la chiusura

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