Furti in appartamento tra Firenze e Prato: banda ha anche i sostituti

I carabinieri della Compagnia di Scandicci hanno dato esecuzione a 5 decreti di fermo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 dicembre 2015 19:11
Furti in appartamento tra Firenze e Prato: banda ha anche i sostituti

Avrebbero commesso almeno 30 furti in abitazioni, la maggior parte dei quali nella provincia di Firenze e alcuni in quella di Prato. In particolare il territorio fiorentino è risultato prediletto alle scorribande del gruppo criminale, in quanto da loro meglio conosciuto.

L’indagine, coordinata e diretta dal Sost. Procuratore della Repubblica di Firenze Dott. Leopoldo de Gregorio, è stata avviata lo scorso settembre a seguito di alcuni furti all’interno di abitazioni commessi nel comune di Scandicci. I militari dell’Arma, infatti, grazie alle risultanze di alcuni sopralluoghi effettuati nelle abitazioni “visitate” dai ladri, alle testimonianze dei proprietari delle stesse e di cittadini del luogo, sono riusciti a raccogliere i primi indizi utili per iniziare le investigazioni.

Inizialmente, le indagini si sono concentrate su un’autovettura, un monovolume della Renault, segnalata come mezzo sospetto che si aggirava nelle zone che poi risultavano essere state prese di mira dai ladri. I pazienti servizi di appostamento dei carabinieri del Nucleo operativo di Scandicci permetteva di individuare la macchina utilizzata dal gruppo criminale che, da quel momento in poi, veniva costantemente monitorata. I successivi accertamenti consentivano ai militari di individuare un agguerrito gruppo di albanesi, in Italia senza fissa dimora, che con scientifica costanza si erano dedicati a battere il territorio fiorentino con l’unico scopo di mettere a segno più colpi possibili.

I componenti della banda, quindi, sino alla notte scorsa, sono stati discretamente tenuti sotto osservazione. Il monitoraggio dei loro spostamenti ha permesso di ricostruire le modalità e le abitudini con cui venivano eseguiti i furti, le abitazioni che di volta in volta venivano utilizzate dopo i colpi, oltre che i nascondigli della refurtiva.

In particolare, gli appostamenti ed i servizi di pedinamento hanno permesso di verificare che l’esecuzione di ogni singolo colpo veniva preceduta da una accurata perlustrazione dell’area da colpire; subito dopo il furto/furti, venivano impiegate auto “pulite”, comprate in modo regolare, sulle quali però veniva omesso o ritardato il previsto passaggio di proprietà, in modo da non destare sospetti nel caso fosse eseguito nei loro confronti un controllo di polizia e rendere allo stesso tempo difficoltosa l’identificazione del reale utilizzatore del mezzo; durante i colpi era sempre presente un “palo” all’esterno, solitamente coincidente con l’autista del veicolo, pronto ad annunciare ai complici l’eventuale arrivo delle forze dell’ordine.

Il gruppo criminale era talmente ben organizzato che riusciva anche a fronteggiare i normali inconvenienti che possono capitare a chi è dedito a questo tipo di reati. Non poche volte infatti, è stato accertato che i soggetti, durante la commissione dei furti, venivano o disturbati o scoperti dai proprietari delle case visitate, dandosi a precipitosa fuga che non sempre andava bene. In particolare, in un’occasione, poi verificata dai militari, uno dei componenti, durante una rapida fuga, era caduto da un muro fratturandosi una gamba. Lo stesso, veniva comunque prontamente “sostituito” nell’illecita attività.

Nell’arco dell’intera indagine sono stati inoltre recuperati numerosissimi gioielli in oro, per svariate centinaia di grammi, utensili da giardinaggio, arnesi da scasso e circa 3000 euro in contanti che, dopo i formali riconoscimenti, verranno restituiti ai legittimi proprietari, i quali, oltre al ristoro economico, potranno rientrare in possesso di cari ricordi di famiglia.

I cinque arrestati, hanno età compresa tra i 25 ed i 36 anni e sono risultati tutti pregiudicati, tranne il più giovane, sia per furto in abitazione che per altri reati tra cui spicca lo spaccio di stupefacenti. Inoltre quattro di loro sono risultati irregolari nel territorio dello Stato Italiano

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