Fortezza da Basso, un patrimonio da conservare e valorizzare

L’Istituto Geografico Militare in prima fila per la riqualificazione dell’antico monumento, in una partnership che vede insieme anche l’Università degli Studi di Firenze, l’amministrazione comunale, e il CNR. Presentati i risultati dell’indagine conoscitiva per sviluppare il progetto di restauro.

20 gennaio 2016 16:22
Fortezza da Basso, un patrimonio da conservare e valorizzare

FIRENZE - Eretta fra il 1534 e il 1537 su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane, per volere del Granduca Alessandro de’ Medici, la Fortezza di San Giovanni, o Fortezza da Basso, è considerata uno dei gioielli d’architettura militare rinascimentale del’Italia Centrale. La sua funzione, paradossalmente, non era quella di difesa esterna, quanto di difesa interna, poiché ai Medici appena rientrati in città dopo la parentesi repubblicana, premeva evitare future sollevazioni popolari, e la Fortezza rappresentava il perno del sistema difensivo, con i suoi cannoni puntai direttamente sulla città. Trascorsi gli anni più torbidi e ristabilitosi il dominio granducale, la Fortezza mantenne, anche in epoca lorenese, il suo ruolo militare, e nel corse del Settecento si ebbe la costruzione della palazzina per gli ufficiali e di un piccolo teatro.

Affidata al demanio Militare fino al 1967, quando divenne spazio espositivo gestito dall’Ente Fiera, la Fortezza è stata oggetto di un intervento di restauro non ancora completamente concluso. Adesso, anche a seguito degli impegni assunti dal Comune per la sua riqualificazione, la Fortezza è al centro di un nuovo progetto di restauro, cui collaborano anche l’Istituto geografico Militare, l’Università e il CNR: è stato costituito un comitato scientifico per approfondire la conoscenza del monumento con il supporto di tecnologie avanzate.

Il rilievo è stato realizzato con laser scanner e fotogrammetria digitale, sperimentando anche sistemi di mobile mapping e riprese condotte con l’utilizzo di droni. A questi si sono aggiunti prove geofisiche, saggi materici, analisi chimico-petrografiche e indagini archeologiche. Indagini utili per capire come meglio intervenire sulla struttura, e per sviluppare puntuali tecniche di manutenzione che non rendano necessario un nuovo restauro ma soltanto la conservazione nel tempo.

L’intervento avrà un costo stimato attorno ai 142 milioni di Euro, ed è adesso allo studio il progetto preliminare, elaborato, come detto, sulla base degli studi condotti con gli esami scientifici. Ai quali l’IGM ha dato un importante contributo.

Nato nel 1861 dalla fusione dei vari uffici topografici pre-unitari all’indomani dell’Unità d’Italia, l’Istituto Geografico Militare venne trasferito a Firenze nel 1865, quando la città divenne Capitale del Regno, in attesa della risoluzione della “questione romana”. Tra le funzioni principali dell’Istituto, il supporto geografico alle Forze Armate Italiane e a quelle della NATO, realizzando apposite banche dati; produce e aggiorna il database geografico del territorio nazionale; custodisce nei propri archivi documenti geografici storici italiani, delle ex colonie e dei vari Continenti, e pubblica la rivista di carattere storico-scientifico L’Universo. Ormai parte integrante della vita istituzionale della città di Firenze, l’Istituto Geografico Militare non fa mancare il suo strategico contributo alla riqualificazione di un importante monumento del patrimonio storico-artistico fiorentino.

Niccolò Lucarelli

In evidenza