​Forteto: Rosy Bindi 'Mai stata in quella comunità'

La presidente della commissione antimafia sentita questo pomeriggio in Consiglio regionale: “Vicenda brutta, sono stata tirata dentro senza motivo" 

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 giugno 2016 19:47
​Forteto: Rosy Bindi 'Mai stata in quella comunità'

 “Non sono mai stata, neppure una volta, a far visita al Forteto. Se ci fossi stata, questo non avrebbe significato sicuramente nulla dal punto di vista dei rapporti, delle complicità con quanto lì si è verificato, ma non ci sono neppure stata, non so dov’è, non conosco le persone di quella comunità. Ho chiesto l’incontro alla commissione regionale d’inchiesta per sgombrare il campo e chiedere un pronunciamento chiaro quando sarà stesa la relazione finale” queste le parole dell’onorevole Rosy Bindi, presidente della commissione antimafia, sentita oggi in audizione dalla commissione regionale d’inchiesta sulle responsabilità politiche e istituzionali nella vicenda del Forteto, presieduta da Paolo Bambagioni.

“Ringrazio la commissione per avermi audita, per me era molto importante affermare la realtà delle cose”, ha proseguito Rosy Bindi. “Il mio nome risulta assente anche dalla documentazione prodotta dall’associazione delle vittime del Forteto. Sono finita in mezzo a questa vicenda per un’unica dichiarazione rilasciata alla prima commissione d’inchiesta sul Forteto (quella che lavorò tra il 2012 e il 2013, ndr). E sono finita dentro una strumentalizzazione, non mi piace vedere il mio nome nei titoli dei giornali per questo.

Mi ha dato ancor più fastidio essere stata inserita nella lista dei possibili testimoni della difesa nel processo, poi ovviamente non sono stata chiamata. Dalle smentite sono passata anche alle querele, ma siccome questa informazione priva di ogni fondamento ha ricominciato a girare sul web, nei blog, chiedo alla vostra commissione un pronunciamento chiaro nella relazione finale, per sanare definitivamente questo errore”.

La vicenda del Forteto, ha aggiunto Rosy Bindi, “è davvero brutta, conferma che nel nostro paese mancano criteri di lettura delle politiche sociali”. La presidente della commissione antimafia ha rivolto parole di incoraggiamento alla commissione regionale d’inchiesta: “Vi auguro di arrivare alla conclusione dei lavori con quella unanimità che è stata annunciata e che è un grande valore. La politica può unirsi per combattere il male e per affermare la verità ed è molto importante che questa commissione abbia lavorato con l’unità di tutte le forze politiche”.

Rosy Bindi ha risposto positivamente alle sollecitazioni dei consiglieri – alla seduta erano presenti tutti i commissari: con il presidente Bambagioni, i vicepresidenti Andrea Quartini e Giovanni Donzelli, i consiglieri Stefano Mugnai, Paolo Sarti e Jacopo Alberti – in merito ad un coinvolgimento del Parlamento nel lavoro di ricerca della verità sulla vicenda del Forteto e delle soluzioni, senza escludere il commissariamento, per liberare e rilanciare l’azienda.

“Sarà doveroso da parte di tutti noi, soprattutto i parlamentari toscani, non lasciar cadere questo lavoro, anche per impedire che certi errori si ripetano, senza dover tutte le volte aspettare le sedi giudiziarie per affermare le responsabilità, tanto più quando di mezzo ci sono i bambini. Penso ad esempio al lavoro della commissione parlamentare per l’infanzia – ha detto ancora in commissione –, alla quale vi invito a consegnare i risultati finali del vostro lavoro”. E sul commissariamento: “Se sarà individuata come la strada migliore da intraprendere, contate sul mio appoggio, anche se credo che al Ministero non mancheranno gli elementi per valutare”.

Stefano Mugnai, che è stato il presidente della prima commissione d’inchiesta sul Forteto, ha spiegato, rivolgendosi direttamente a Rosy Bindi, che “a seguito delle sue ripetute e convinte smentite, dopo l’uscita della nostra relazione finale”, chiese “con insistenza, conferme specifiche ad uno dei testimoni: sul fatto avevamo una dichiarazione e un riscontro con un altro testimone. Devo dire che di fronte alle mie richieste il testimone vacillò, le certezze divennero molto meno solide.

Mi è rimasta la sensazione che quei riferimenti riportati da più testimoni in commissione furono il frutto di un passaparola, dove però nessuno era poi pronto a sostenere di aver visto direttamente la sua presenza”. Il presidente Bambagioni ha ringraziato Rosy Bindi “per l’atto di rispetto istituzionale che ha voluto dimostrare a questa commissione, presentandosi a fare questa precisazione. Questa vale a mio giudizio come una prova che chiude definitivamente la questione. Il mio ringraziamento anche per il giudizio autorevole da lei espresso sul lavoro svolto da questa commissione e per la disponibilità a raccogliere il testimone in Parlamento, per il lavoro che andrà ancora fatto sulle terribili vicende del Forteto”.

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