Firenze: ristoratori riconsegnano le chiavi dei locali al sindaco

Gesto simbolico stamani a Palazzo Vecchio. Le forze politiche al loro fianco. Bundu e Palagi (SPC): "La possibilità di suolo gratuito può essere una soluzione praticabile. Non ci sembra una proposta rivoluzionaria"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 aprile 2020 16:00
Firenze: ristoratori riconsegnano le chiavi dei locali al sindaco

Un gruppo di ristoratori oggi si è recato in Palazzo Vecchio ed ha riconsegnato simbolicamente nelle mani del sindaco Dario Nardella le chiavi dei loro locali. Circa 1500 chiavi, quelle del gruppo "Ristoratori toscani" nato nel corso di questa emergenza da Coronavirus. Un gesto che esprime tutta la preoccupazione della categoria e la rabbia per una Fase 2 che dopo il discorso di Conte appare ai loro occhi semplicemente la prosecuzione di un incubo. Il 4 maggio in Toscana sono previste iniziative clamorose di protesta, come l'apertura dei locali.

"Le istituzioni ci hanno ascoltato, riconoscendoci come uno dei soggetti interlocutori, così come hanno ritenuto legittime le nostre richieste ed è per questo che si sono resi disponibili a cancellare subito alcuni tributi comunali", ha spiegato al termine dell'incontro Pasquale Naccari, portavoce dei Ristoratori toscani.

A proposito del gesto di stamani dei ristoratori fiorentini, appoggiati nelle loro richieste dalle forze politiche nel loro complesso, intervengono anche i consiglieri comunali di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu, a sostegno di una categoria che a Firenze è tra quelle trainanti del settore turistico. "Crediamo sia stato importante il gesto del Sindaco di accogliere e ascoltare la categoria dei ristoratori, oggi arrivata a Palazzo Vecchio per una riconsegna simbolica delle chiavi dei loro locali.

Il nostro gruppo consiliare appartiene a una cultura politica convinta della centralità della classe lavoratrice e di chi lavora. Sappiamo perfettamente come negli ultimi decenni si sia configurato un sistema in cui alcuni confini sono sfumati. Le famose "piccole imprese" e "partite IVA" occupano le discussioni non da oggi. Quando affermiamo la necessità di una società che non mette al centro il profitto, non intendiamo che le persone dovrebbero smettere di guadagnare il denaro necessario alla sopravvivenza propria e del personale dipendente.

Semmai, abbiamo sempre denunciato come nell'ultimo periodo le ricchezze si siano troppo polarizzate: chi aveva molto ha avuto di più, chi aveva meno si è trovato sempre più impoverito.

Il tema dei ristoratori e della possibilità di suolo gratuito - proseguono Bundu e Palagi - può essere una soluzione praticabile. Non occorrerà però tenere conto solo delle informazioni sanitarie relative al virus. La Firenze dalle prossime settimane ai prossimi anni, dovrà trovare una sintesi tra esigenze diverse, in questo caso non dimenticandosi della popolazione residente. Se si vuol far tornare a far vivere il nostro Comune, senza vederlo messo a rendita per un modello di turismo insostenibile già prima del Covid-19, dovremo definire nuove regole condivise.Il metodo qualifica le risposte.

Crediamo si debbano mettere a confronto le varie parti, favorire una discussione pubblica e poi prendere delle decisioni, all'interno del Consiglio comunale, che poi la Giunta declinerà in scelte di governo.Non ci sembra una proposta rivoluzionaria. Le singole categorie hanno il dovere di evidenziare le loro difficoltà, la politica quello di trovare una sintesi. Il tutto tenendo conto della necessità di governare anche la possibilità di riconversioni inevitabili, se non si vuole negare l'insostenibilità di far finta che questi mesi siano trascorsi ordinariamente.

La Giunta promuova l’ascolto anche delle altre parti in causa, per evitare che l'unico modo per essere ascoltati sia la protesta.

Siamo convinti che Firenze potrà ripartire meglio e prima se saremo capaci di costruirla insieme", concludono Bundu e Palagi.

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