Firenze ricorda l'alluvione del 1966 che fece 35 vittime tra città e provincia

Lunedì 4 novembre il Capo della Protezione civile Angelo Borrelli in Consiglio comunale. Museo Novecento aperto gratuitamente fino alle 22; una corona d’alloro in Arno per ricordare chi perse la vita per la furia dell'acqua

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 ottobre 2019 16:37
Firenze ricorda l'alluvione del 1966 che fece 35 vittime tra città e provincia

Lunedì prossimo la città di Firenze ricorderà il tragico evento dell’alluvione che la colpì la mattina del 4 novembre 1966 e che costò la vita a diverse vittime – secondo i dati ufficiali della Prefettura, 17 in città e a 18 in provincia.

Le cerimonie del 53° anniversario, che dal 1994 sono organizzate dall’Associazione Firenze Promuove, e dal 2010 anche assieme alla Presidenza del Consiglio comunale di Firenze, sono state presentate al Museo del Novecento, e quest’anno prevedono numerose cerimonie che inizieranno fin dalla mattina, in piazza Santa Croce.

“Il 4 novembre del 1966 è stata davvero una data importante per Firenze. Una data spartiacque tra chi ha vissuto il dramma dell'alluvione – ha ricordato il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – e chi, invece, ne ha sentito parlare negli anni seguenti. Il fiume adesso è visto non più come elemento di morte e di distruzione ma come elemento nuovo, di incontro e di vita sociale. Con questo auspicio, nel Consiglio comunale di lunedì prossimo, dalle 14,30 avremo gli interventi del Capo dipartimento della protezione civile Angelo Borrelli e del Segretario generale dell'Autorità di Bacino distrettuale dell'Appennino settentrionale Massimo Lucchesi per fare il punto definitivo sullo stato di avanzamento dei lavori per la messa in sicurezza dell'Arno che, a partire dal 2015, ha visto un nuovo impulso”.

“In occasione del 4 novembre – ha annunciato l’assessore Tommaso Sacchi – ho colto la proposta del presidente Milani di aprire a tutti i visitatori in maniera gratuita e prolungata il Museo Novecento, dalle 11 alle 22. Questo museo nasce anche grazie alla grande donazione al Comune di Firenze fatta dal critico Carlo Ludovico Ragghianti che dopo l’alluvione lanciò una ‘Chiamata alle arti’ raccogliendo donazioni di artisti e collezionisti da ogni parte del mondo, tra cui la prestigiosa collezione Alberto della Ragione. L’alluvione sia quindi un giorno di memoria e dolorosa ferita e il monito a una spinta di solidarietà che passa anche dai linguaggi dell’arte contemporanea”.

“Quest’anno abbiamo deciso di chiamare come ospite speciale alle cerimonie la Venerabile Misericordia di Firenze – ha detto il Presidente di Firenze Promuove, Giornalista Franco Mariani – per ricordare l’attività svolta dai tanti volontari che da tutto il mondo giunsero a Firenze, e chi meglio della Misericordia, con gli oltre suoi 700 anni di vita, può degnamente rappresentare il mondo del Volontariato. Pensiamo solo a quanto oggi la Misericordia fa con i suoi volontari nel distribuire generi alimentari, come durante l’alluvione.

a tutte quelle famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese (servizio delle 12 ceste). Ma ancora di più punteremo quest’anno l’attenzione sul fatto che il numero delle vittime non può più essere limitato ai 35 nomi stilati dalla Prefettura, e rimasti nascosti fino al 2006 quando, per la prima volta, detti loro un nome e un cognome raccontando anche come morirono. Gli studi di quest’ultimi anni, condotti assieme al collega Mattia Lattanzi, hanno dimostrato come i numeri non tornano, e i morti furono molti di più.

Lo affermò anche il Cardinale Silvano Piovanelli quando intervenne alle cerimonie nel 2011”.

“La data del 4 novembre – ha invece evidenziato il Provveditore della Misericordia di Firenze Giovangualberto Basetti Sani – è impressa nella memoria di tutti: dei fiorentini, degli italiani e dei tanti ‘angeli del fango’ che accorsero in città per aiutare anche da Stati esteri e dei tanti Fratelli e Sorelle della Misericordia. Firenze, da sempre città dell’accoglienza e da sempre generosa verso i bisognosi, in quei giorni ricevette in dono l’affetto di tantissime persone. È stato certamente un accadimento tragico, ma in quella drammaticità ci siamo riscoperti ancora una volta uniti nelle difficoltà”. 

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