Firenze, lettera ai media del presidente del Consiglio Comunale

Luca Milani portavoce della compattezza istituzionale in questa emergenza sanitaria: "Le scelte dovranno essere fatte insieme"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 aprile 2020 16:20
Firenze, lettera ai media del presidente del Consiglio Comunale

In piena pandemia da Coronavirus Luca Milani, Presidente del Consiglio comunale di Firenze, ha inviato questa lettera agli organi di informazione.

Caro direttore,

sono diversi giorni, da quando il Sindaco Nardella ha lanciato il tema, che molti si sono cimentati nel portare istanze e produrre indicazioni sul dopo, su come potrà e dovrà essere la città di Firenze del dopo virus.

Leggendo con attenzione i tanti articoli apparsi sulla stampa cittadina, mi sembra di poter individuare un comune denominatore. Il comune denominatore di tutti gli interventi è che il dibattito e le scelte dovranno essere fatte insieme. Benissimo, concordo pienamente, poi ricordo a tutti che viviamo in un sistema democratico dove le decisioni (specialmente quelle in tema di bilancio e di urbanistica) vengono prese a maggioranza in un luogo che si chiama Consiglio comunale che rappresenta in modo proporzionale le scelte politiche e fiduciarie della cittadinanza emerse dall’espressione di voto di maggio ultimo scorso.

Si chiama democrazia rappresentativa e a meno di una soppressione di questo istituto, causa coronavirus, sono i Consiglieri comunali che voteranno o meno gli atti politici che determineranno le scelte che tanti, oggi, sulle pagine dei giornali si prodigano di indicare.

Come ha affrontato il Consiglio comunale questo periodo di tempo nel quale l’imperativo è stato quello di dare gambe ed attuare tutte quelle iniziative necessarie al contenimento e alla gestione dell’emergenza sanitaria in città, con la consapevolezza che si è aperta una profonda ferita, un’emergenza straordinaria nella quale le forze politiche presenti in Palazzo Vecchio hanno ritenuto doveroso percorrere questo tratto di strada non da avversari politici ma bensì da compagni di viaggio per aiutare la Giunta nella fase dell’emergenza, avere informazioni in presa diretta, indicare criticità e sofferenze , suggerire e proporre iniziative e strategie.

Insomma banalmente e semplicemente quello che ci si aspetterebbe da una classe politica matura e responsabile. Abbiamo semplicemente messo in pratica quello che il priore di Barbiana pensava fosse il valore della politica: “sortirne insieme”.

Il bene della città e dei suoi cittadini è stato messo al primo posto dai gruppi politici, non rinunciando tuttavia alle proprie differenze e ideologie, ma mettendole in secondo piano rispetto al bene primario della salute e delle necessità delle persone.

In Palazzo Vecchio abbiamo istituzionalizzato un tavolo denominato “Patto per la città” , rispondendo all’appello del Sindaco nel primo Consiglio comunale telematico dell’era virus del 30 marzo. Tavolo che del resto era già partito anche se in maniera informale, nel quale portiamo a fattor comune con la Giunta ed i territori rappresentati dai Presidenti di quartiere, tutto quanto utile e necessario per meglio affrontare questa fase emergenziale. Questa “concertazione” (termine che sembrava desueto e obsoleto) sta’, a mio modo di vedere, portando i primi frutti con atti condivisi e votati pressoché all’unanimità in Consiglio comunale che ormai si svolge in modalità telematica.

E’ anche questo spirito che caratterizza la nostra città; come la straordinaria risposta di solidarietà che è pervenuta da tante associazioni e da tanti, tantissimi cittadini. A tutti loro, a tutti i lavoratori che sono impiegati nelle attività di prima necessità e a tutti gli operatori sanitari dei nostri ospedali, va il mio e quello dell’intero Consiglio comunale, ringraziamento speciale. Firenze ha saputo lenire ed alleggerire le difficoltà concrete delle persone grazie proprio al contributo straordinario arrivato da tanti soggetti.

Perché la verità è che questa crisi ha reso ancora più evidente le differenze tra le persone. Non siamo sulla stessa barca, siamo nella stessa tempesta ma ciascuno la sta affrontando con i propri mezzi e le proprie possibilità ed è per questo che anche in vista della fase 2, della ripartenza, non dobbiamo guardare avanti ad ogni costo, ma guardare indietro per vedere chi non ce la fa chi è rimasto solo.

I gruppi politici di Palazzo Vecchio stanno provando a fare questo. Scusate se è poco.

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