​Firenze galleggia sull'acqua: tra pozzi e torrenti interrati 

Nell'epoca delle Grandi Opere i fiorentini hanno avuto modo di ricostruire la storia idrologica del capoluogo toscano, già Capitale

Antonio
Antonio Lenoci
01 febbraio 2016 13:24
​Firenze galleggia sull'acqua: tra pozzi e torrenti interrati 

Nel sottosuolo fiorentino scorrono torrenti e sono presenti falde più o meno inquinate, opere idrauliche che inevitabilmente riaffiorano qualora 'disturbate'. Nel 2008 l'Università di Firenze avverte che sino al 2001 nessuno si è preoccupato di controllare la qualità dell'acqua di falda, lo inizia a fare Arpat nel 2001, ma i punti controllati sono "troppo pochi".La Regione Toscana nell'offrire risposte a possibili danneggiamenti della falda durante la realizzazione della Tav spiega "In fase progettuale è stato studiato a fondo tutto il sistema delle acque presenti nel sottosuolo per individuare possibili problemi sulla falda acquifera, che si trova in media a una profondità di 5-7 metri.

Le gallerie si svilupperanno quasi per intero sotto il livello di falda e i modelli sviluppati mostrano che la loro dimensione non è tale da creare uno sbarramento significativo al naturale movimento dell’acqua nel sottosuolo. Le uniche interferenze di qualche rilievo si verificano solo in corrispondenza delle due trincee di imbocco delle gallerie, a Campo di Marte e a Rifredi, e in corrispondenza della Stazione nell’area ex Macelli".Al netto del dibattito che accompagna le schermaglie tra Guelfi e Ghibellini, c'è la realtà dei fatti e molto spesso è capitato di arrivare a conclusioni interessanti dopo aver fatto il danno.Ce lo ricordano ad esempio i Comitati cittadini per gli alberi che, citando la Relazione dell'architetto Giuseppe Poggi per Firenze Capitale, spiegano "Dopo il riempimento dei fossi presenti attorno alla Fortezza da Basso, l'allacciamento per le acque interne ed esterne confluì nella realizzazione di un canale Emissario collocato nel fosso inferiore della Fortezza: se i costruttori dei parcheggi sotterranei avessero letto la relazione, si sarebbero resi conto che i piani bassi dell'edificio avrebbero incontrato questa conduttura".Il rischio di incrociare i corsi d'acqua si è spesso ripetuto ed ha richiesto studi specifici. ISPRA ricorda che "L’area urbana di Firenze è stata oggetto di una sperimentazione finalizzata alla ricostruzione 3D delle geometrie dei corpi sedimentari costituenti la piana alluvionale del Fiume Arno in un settore della città interessato dalla costruzione della nuova Stazione ferroviaria della linea ad alta velocità" ed il modello ha riguardato 25 Km quadrati.Cosa vediamo adesso.

Con l'abbattimento delle mura, l'amato e odiato architetto Poggi crea nuovi sbocchi per i torrenti e fossati, parlando al tempo di "irregolari arginature" come causa delle frequenti tracimazioni; ecco arrivare l'occasione, politica e pratica, per risolvere tutti i problemi.La storia. A volte i corsi d'acqua affiorano dalla letteratura, in quel che resta del portale della Provincia di Firenze troviamo ad esempio "Il Mensola nasce in località Mulinaccio, nella piccola valle tra i poggi di Maiano e Vincigliata, nel comune di Fiesole.

Il corso d'acqua viene citato dal Boccaccio nel suo poemetto "Ninfale fiesolano" (1344-1346). Lo scrittore vi narra la storia di una ancella della Dea Diana di nome Mensola, che viene da questa tramutata in ruscello come punizione per aver trasgredito all'obbligo di castità". Scende a valle da Settignano, ma svanisce, interrato.Boccaccio cita anche il Mugnone nel Decamerone, nella novella con Calandrino che cerca le pietruzze dell'invisibilità forse alla confluenza tra il Pellegrino, da via Bolognese, proprio con il Mugnone diretto verso la Porta San Gallo ed il centro città.Al tempo di Leonardo da Vinci, altro punto di riferimento storico, il corso del Mugnone era stato invece spostato verso valle, dal retro della Fortezza da Basso lungo Porta al Prato e fino a Lungarno Vespucci.

Viene nuovamente deviato lungo il Fosso Macinante fino a confluire in Arno al Ponte all’Indiano dopo aver lambito interamente le Cascine attraversando il Barco.La sorgente del Terzolle, "Tertium lapidem" terzo miglio della via Cassia dall’allora Florentia, si trova presso Cercina a Nord di Firenze e da lì scende in città arrivando fino in piazza Dalmazia. In via Vittorio Emanuele II riceve l'acqua dell'Arcovada che scende dalla collina di Stibbert, o Montughi.

Presso Careggi riceve anche la sorgente che scende da via Incontri. Al Ponte alle Mosse scorreva invece il fiume Rifredi, Rivus Frigidus o rio Freddo, oggi Terzolle, attraversando viale Francesco Redi, verso piazza Puccini e via Baracca.C'è poi il San Gervasio che da Fiesole, San Domenico, arriva a Campo di Marte presso la Chiesa di San Gervasio e Protasio.

Anticamente, effettuava un percorso urbano verso il Battistero, già Tempio dedicato a Marte, alimentava il complesso termale presente sotto l'antico Ghetto o Mercato Vecchio, lì dove ora c'è, per pura casualità, via delle Terme, per raggiungere poi la zona degli Uffizi unendosi al torrente Scheraggio. San Pier Scheraggio, la Chiesa agli Uffizi distrutta nel '500 per creare la Galleria, deriva il suo nome dallo Schiaraggio che correva lungo la prima cinta muraria.A Firenze sud c'è un corso d'acqua che scende lungo viale Giannotti, ma lo lasciamo raccontare a Leonardo da Vinci "Per riparare alla percussione d’Arno in Rusciano e voltarlo con dolce piega a Ricorboli e fare sì larga argine che la caduta del suo balzo sia sopra di lei" sulla riva sinistra dell'Arno c'era il "Rucano" o Rusciano ed una via di Rusciano c'è ancora tra Via Benedetto Fortini e Via di Ripoli, con Villa annessa.

Sempre Leonardo parla del Rivo Corbuli che discendeva dalla collina di Montici verso l’attuale piazza Ferrucci, percorrendo quella che oggi è via di Ricorboli.Insospettabile poi il percorso nascosto del torrente Affrico se non attraversasse proprio via Lungo l'Affrico. Nel Codice Atlantico, Leonardo annota: "In Affrico addì 5 di marzo 1503" discende da Monte Ceceri, tra Fiesole e Maiano e sfocia in Arno al Lungarno del Tempio.Numerosi inoltre i corsi d'acqua che transitano presso le colline di Poggio Imperiale, Pian dei Giullari, Erta Canina e le Due Strade, chi verso l'Arno e chi verso la Greve.L'acqua è un elemento determinante nella storia e nel presente di Firenze, recenti fenomeni alluvionali, gli ultimi negli anni '90, hanno interessato guarda caso aree sensibili e la sensibilità del sottosuolo è argomento scottante anche oggi che si costruisce la Firenze che verrà.

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