Firenze-Bari: un Capodanno da ricordare

Il fascino di Bari e l'inciviltà di qualcuno. L'odore del mare e quello della polvere da sparo. Ecco la storia di Luca che è anche un po' mia.

Giuseppe
Giuseppe Saponaro
16 gennaio 2016 20:16
Firenze-Bari: un Capodanno da ricordare

Scrivo sul più antico quotidiano on line di Firenze perché perché questa è la città in cui vivo. Ma sono barese e una storia ambientata a Bari è quella che vi voglio raccontare. Inizia prima di capodanno quando Luca, amico carissimo, mi annuncia un suo proposito: vorrebbe trascorrere la notte di San Silvestro, insieme a me e alla mia famiglia, in terra di Bari.

Ovviamente, non c'è neanche il tempo di ragionare. Luca ha prenotato un volo e tre notti in un bed and breakfast in via Sparano: conosciutissima strada dello shopping barese. Per pranzi e cenoni non ci saranno problemi: un posto in più nelle nostre tradizionali tavolate.

Viaggio perfetto, io che vado a prenderlo in un aeroporto ben organizzato e la struttura ricettiva pronta ad accoglierlo: paga in anticipo mentre un ospitale proprietario spiega le regole della casa.

Il mio ospite è affascinato da luoghi e cultura: il cibo, la gente, gli odori e i colori. Poi c'è il mare: mi dice che lo ritiene il "vero signore di questa città". Luca fa spese, regali  e si concede anche passeggiate per la città vecchia. In una di queste, purtroppo, qualcuno ha la felice idea di lanciare un "botto" di quelli potenti, di quelli che lasciano il segno. Complice la strettezza del viottolo, la deflagrazione viene ampliata danneggiando un timpano di Luca che, tornato a casa e dopo una visita al pronto soccorso, attualmente sta facendo sedute in camera iperbarica presso il principale ospedale di Firenze.

Conclusione della storia. Il soggetto che si è voluto divertire sappia che ha fatto danno ad un forestiero ma, più che altro, ha fatto danno ad un'intera collettività. Solo per la cronaca: in quei giorni la città era disseminata di tavolini improvvisati che offrivano al pubblico, nella più completa illegalità, botti e mortaretti affinché il capodanno fosse da ricordare.

L'obiettivo è stato raggiunto: io non ho dimenticato e trovo corretto condividere questa storia con più persone possibili affinché, per una volta, non ci si affidi alle autorità locali ma a noi stessi. Evitiamo di comprare, facciamo si che quei tavolini non abbiano più un senso. Forse, i "soggetti" sentendosi isolati, eviteranno gesta prodigiose e ci "concederanno" la libertà, anche a capodanno, di camminare in una città stupenda che, negli elementi essenziali, si è dimostrata al passo con i tempi.

E' forse per questo che Luca, da  uomo intelligente, mi ha già detto che tornerà a Bari che è diventata, nel frattempo, anche un po' sua come Firenze è un po' mia.

nella foto un tratto del lungomare di Bari

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