Fecondazione eterologa, Toscana anticipa le regole, qualche rischio

La delibera approvata dalla giunta regionale fornisce regole e linee guida su questo tipo di procreazione assistita

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 luglio 2014 17:32
Fecondazione eterologa, Toscana anticipa le regole, qualche rischio

“Sull’eterologa la Toscana è pronta a partire. Con la delibera approvata dalla giunta regionale si determinano finalmente regole e linee guida certe su questo tipo di procreazione assistita per le strutture a cui finalmente potranno rivolgersi coppie impossibilitate ad avere figli. Coppie che finora sono state costrette a recarsi all’estero per usufruire di questa opportunità, nonostante il 9 aprile scorso la norma, contenuta nella legge 40, che vietava l’eterologa sia stata dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale.

Come componenti di questa istituzione dobbiamo essere orgogliosi che la Toscana abbia fatto da apripista, dimostrando ancora una volta di essere in prima linea sul tema dei diritti civili. Non si tratta di voler anticipare le decisioni nazionali quanto di colmare quanto prima un gap che si era creato e che creava confusione: le strutture potranno così operare con chiarezza. Apprendo con soddisfazione inoltre che il ministro Lorenzin ha dichiarato proprio oggi in Commissione Affari sociali e sanità che il decreto legge sull’eterologa sarà proposto in Consiglio dei ministri prima della pausa estiva, e ha illustrato in questa sede i punti cardine del provvedimento, in linea con i parametri su cui ci si è basati in Toscana: è importante agire presto anche a livello nazionale per regolamentare questa materia” così Ivan Ferrucci capogruppo Pd Regione Toscana, commenta la delibera che regolamenta in Toscana la fecondazione eterologa, resa possibile in Italia dopo che la Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la norma all'interno della legge 40 che la vietava.«Le Società della Salute: nel 2004 l’allora assessore alla salute Enrico Rossi le presentò come quell’intuizione nei modelli gestionali che avrebbe fatto svoltare il sistema sanitario toscano per poi propagarsi come una folata rigenerante su tutto il territorio nazionale.

Eccole lì, invece: stroncate a tutti i livelli e salvate per il rotto della cuffia da un Pd incapace di ammettere gli errori. Anno 2012: il governo si prepara a valutare la rimodulazione dei ticket e l’ormai governatore Rossi che fa? Va avanti solo, con aumento, fasciazione e tutto tranne l’organizzazione, in pieno agosto, con un contraccolpo da velo pietoso e senza ottenere gli introiti sperati. No comment. Poi venne l’era della legge sui farmaci cannabinoidi, un autentico specchietto per le allodole che, in assenza di regolamenti attuativi, non ha mai prodotto alcun effetto concreto.

E ora Rossi ci riprova con la legge sulla fecondazione eterologa, a fare il primo della classe rischiando di generare proprio ciò che dice di voler sventare: il far west. Facile prevederlo, essendo intervenuti in una fase in cui il governo ancora sta pensando a come normare la materia, col rischio di aver prodotto un sistema potenzialmente confliggente o comunque non allineato al livello nazionale per il solo gusto di guadagnarsi il quarto d’ora di celebrità sulle testate nazionali che riportano una Toscana ‘avanti popolo’».

Non è piaciuto, al Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (Forza Italia e al suo capogruppo Giovanni Santini, lo scatto in avanti, l’ennesimo, perpetrato ieri dalla giunta regionale toscana con la delibera sulla fecondazione eterologa approvata giusto alla vigilia dell’audizione del ministro della sanità Beatrice Lorenzin alla Camera e dello schema di decreto legge che il governo afferma essere già pronto.

«Soprattutto quando si ha a che fare di temi così delicati non solo sotto il profilo etico e giuridico ma anche umano, per persone che vivono come un dramma l’impossibilità di avere figli, sarebbe il caso di adottare maggior prudenza», riflettono gli esponenti di Fi. «Invece si è preferita la via del blitz – proseguono – portando in giunta una delibera fuori sacco, così da avere grande visibilità ma senza pensare alle aspettative che rischiano di rimanere deluse aggiungendo dolore a dolore. Si poteva scegliere altrimenti, magari lavorando senza riflettori per contribuire alla definizione puntuale di un quadro normativo generale, ma si è preferito invece alzare penne e pennacchi».

«Comprendiamo la fregola di Rossi che, vedendo minata la strada verso la sua ricandidatura, tenta di blindare con questi primati da cartolina la posizione sua e dei suoi uomini in giunta. Beh però allora – osservano Mugnai e Santini – potrebbe farlo sulle cose concrete con cui tiene paralizzata l’Italia tipo il nodo Alta Velocità, la Due Mari e le infrastrutture in genere, visto che aver portato a casa l’ultimo via libera sulla variante al Pit non mette certo al sicuro il sistema aeroportuale toscano, bensì rappresenta una parte nella commedia in cui protagonista è Enac, cui spetterà l’ultima parola.

Ma no: è assai più facile comporre delibere-bandiera, fumogeni propedeutici per fare i bravi-bravissimi in una materia, la sanità, sulla quale in quattro anni di legislatura non si è riusciti nemmeno a elaborare uno straccio di Piano sanitario regionale. Per quello, che è una cosa che serve ma luccica meno, si è dovuti ricorrere a un raffazzonamento tra bozze vetuste e buone intenzioni, scavalcando tutto e tutti fino a procurarsi il richiamo dello stesso collegio di garanzia statutaria. Fuga all’indietro, altro che… Che figure…»

In evidenza