Fauna selvatica: verso un modello unico regionale di soccorso

Legge sulla caccia: gestione commissariale in attesa della riforma. Bettollini: “Il cacciatore deve tornare ad essere una pedina fondamentale nell’equilibrio tra tradizione e agricoltura”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 agosto 2016 01:20
Fauna selvatica: verso un modello unico regionale di soccorso

FIRENZE- Un modello unico regionale di soccorso della fauna selvatica che dal primo gennaio 2017 dovrà quanto più possibile integrarsi con il soccorso degli animali domestici, e garantire livelli omogenei di intervento su tutto il territorio regionale, pur tenendo conto delle diverse realtà locali. In pratica verrà istituito un numero unico regionale per le richieste di soccorso. Questo è quanto stabilisce la delibera approvata nell'ultima giunta su iniziativa degli assessori Stefania Saccardi e Marco Remaschi. Per tutti i casi di difficoltà della fauna sia in ambienti naturali sia, come succede sempre più spesso, in ambienti antropici, sono stati formulati degli indirizzi operativi uniformi che prevedono però per le tre ASL modalità applicative rispondenti alle singole realtà territoriali.

E' chiaro che in Maremma o in Casentino le procedure saranno necessariamente diverse rispetto all'area della Città Metropolitana di Firenze. Altro obiettivo centrale è l'attività di informazione e sensibilizzazione del pubblico, per divulgare le conoscenze relative a un giusto approccio nei confronti della fauna selvatica ed evitare che siano adottatati comportamenti di soccorso improvvisati che potrebbero rivelarsi inutili, dannosi, o costituire atti illeciti. Se da una parte soccorrere un animale selvatico in difficoltà è un gesto di alta sensibilità, dall'altra è necessario essere consapevoli che un intervento errato può pregiudicarne la salute e la successiva possibilità di essere reimmesso allo stato libero.

Pertanto la delibera contiene delle linee guida di comportamenti/procedure, destinate agli operatori del settore, per garantire non solo maggiori possibilità di cura e recupero dell'animale soccorso ma anche l'incolumità di chi si trova, spesso suo malgrado, ad intervenire per primo.

I comitati di gestione degli Ambiti territoriali di caccia (Atc), nominati ai sensi della legge regionale del 2014, svolgeranno funzioni commissariali per le attività gestionali, con riferimento a ciascuno dei sottoambiti ricadenti nel territorio di competenza. E’ quanto prevede una legge approvata dal Consiglio regionale con 23 voti a favore e 9 contrari.

“Personalmente credo la problematica del sovra popolamento dei cinghiali in toscana e a Siena non sia stato ancora risolto né affrontato nel modo corretto. Nel nostro territorio e in generale in tutta la Provincia di Siena c’è grande insoddisfazione perchè l’attuazione delle nuove normative regionali non riescono a dare quelle risposte necessarie che significano la sopravvivenza dei territori e dell’agricoltura che rappresenta da sempre tradizione e cultura. Non ci sono interventi veri che vanno verso il contenimento, non si comprende come poter fermare i danni alle colture a causa di cinghiali e caprioli e non c’è la minima considerazione per le squadre di cinghialari che potrebbero risolvere problemi contingenti e gravi con incisività e senza particolari problematiche operative.

In questo modo un intero sistema andrà presto al collasso e questo non ce lo possiamo permettere. La Regione Toscana è stata un modello virtuoso e un esempio da imitare nella gestione dell’attività venatoria; oggi, nella Provincia di Siena, dobbiamo superare le ideologie, le correnti e le appartenenze venatorie riscoprendo la centralità delle squadre cinghialare e smettendo di utilizzare i cacciatori come mercenari degli abbattimenti. Polizia provinciale e ATC devono capire che la volontà del Consiglio Regionale è stata chiara: i cinghiali vanno abbattuti per il bene dell’agricoltura. Il sindaco di Chiusi Juri Bettollini interviene con queste critiche parole in merito alla criticità senese rispetto alla non corretta attuazione della “Legge Obiettivo” voluta dal consiglio regionale toscano e promossa anche per iniziativa del consigliere regionale chiusino Scaramelli Stefano che, a sei mesi dall’approvazione, mancando l’applicazione concreta nei territori, sta comportando criticità e insoddisfazione da parte degli agricoltori della Provincia di Siena, ma anche dei cacciatori “E’ arrivato il momento di farla finita – continua Bettollini – ogni giorno le nostre campagne sono prese d’assalto da un vero e proprio esercito di cinghiali, caprioli, storni e nutrie che rade al suolo interi campi di grano e mais che significa impoverire il settore dell’agricoltura già colpito duramente dalla crisi economica.

In questo momento siamo lontanissimi dal dare risposte serie a questi problemi e in tutto questo a rimetterci sono i territori e gli agricoltori arrivati allo stremo. Tutto il mondo che ruota intorno alla natura e agli animali è stanco di questa situazione; i cacciatori sono stufi, gli agricoltori sono stufi e anche gli ambientalisti sono stufi. Non è possibile che abbattere un cinghiale, in contenimento nel territorio della provincia di Siena, per un cacciatore debba significare mandare il capo abbattuto in un centro di macellazione a spese del pubblico; si stanno trattando i cacciatori come mercenari semplicemente per uccidere.

Il nostro compito è anche quello di difendere le tradizioni dei nostri territori e l’attività venatoria è sicuramente una di quelle più antiche che in questo modo rischia seriamente di essere compromessa perché nessuno vorrà andare più a caccia. Come Comune di Chiusi ci attiveremo con tutte le nostre forze per far comprendere come adesso la situazione sia completamente fuori controllo e per far invertire la rotta di un disciplinare che non funziona e che anzi sta creando enormi problemi.

Tutto questo non significa dare il permesso ad un cacciatore di sparare di più, ma significa far tornare il cacciatore ad essere una pedina fondamentale nell’equilibrio tra fauna selvatica, tradizioni e agricolture del nostro territorio.”

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