Erp, Rossi: "Sull'accesso alle graduatorie la Toscana è 'severa', oltre c'è illegittimità"

Sulla casa Nardella supera a destra Meloni e Salvini? L'On. Donzelli (Fdi): "Dal sindaco di Firenze solo uno spot per non perdere la poltrona"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 maggio 2018 23:35
Erp, Rossi:

FIRENZE - L'edilizia residenziale pubblica è stata al centro del breefing settimanale con la stampa del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. A seguito dell'inizio del dibattito in commissione consiliare sulla revisione della legge regionale sulla casa e della proposta del sindaco di Firenze Nardella sull'introduzione di una 'scala mobile della toscanità', Rossi ha sottolineato che "la discussione è sempre utile, soprattutto su temi seri e di non semplice soluzione.

Possiamo discutere di come evitare l'effetto banlieu, magari dando ai sindaci il potere di 'mischiare' le etnie in modo da evitare il rischio della formazione di ghetti, possiamo valutare la possibilità di assegnare punteggio crescente per chi da più tempo risiede in Toscana, tra l'altro tutte soluzioni già presenti nella legge Saccardi del 2015, che ha introdotto queste novità insieme ad altre, tra cui la necessità per essere inseriti nelle graduatorie Erp di un documento che attesti che il richiedente non possiede altri immobili in Italia o all'estero.

Quello che non possiamo fare, perchè è già stato ritenuto incostituzionale in base all'articolo 3 della Costituzione italiana, che sancisce l'eguaglianza formale e sostanziale dei cittadini, è aumentare ulteriormente il numero degli anni di residenza necessaria per ottenere il diritto ad iscriversi nelle graduatorie per l'assegnazione di un alloggio popolare".

"La Toscana - precisa il presidente Rossi - chiede già 5 anni di residenza ed è tra le Regioni italiane con i paletti più rigidi su questo tema. Ci troviamo in linea con Regioni come la Lombardia e il Veneto, anzichè con Emilia Romagna, Umbria o Marche. Altre regioni, come il Friuli e la Val d'Aosta, che avevano proposto di alzare a 7 e 8 anni questi termini, sono state pesantemente redarguite dalla Corte Costituzionale". "Capisco ciò che dice Nardella - ha aggiunto Rossi - ma bisogna evitare le banlieu e favorire l'integrazione, sia attraverso politiche dell'alloggio che applichino tutte le potenzialità già previste dalla legge Saccardi del 2015, sia ponendoci il problema della sicurezza. Ad esempio io ho proposto che si intervenga di più e in maniera più costante con le forze di polizia nei quartieri dove c'è una evidente percezione di insicurezza".

Il presidente ha inoltre ricordato che i fondi statali sul settore dell'edilizia popolare sono venuti meno dal decreto 78/2010 di Berlusconi e Tremonti. Solo Renzi nel 2017 ha destinato 500 milioni all'Erp a livello nazionale. "Per tutti questi anni - ha spiegato Rossi - la Regione Toscana ha provveduto con risorse proprie a destinare almeno una cinquantina di milioni all'anno agli alloggi popolari, per la realizzazione di nuovi e la manutenzione dell'esistente. Abbiamo cercato di sopperire. Mi auguro che nel 'contratto' di chi andrà a costituire il nuovo Governo ci sia un riferimento alla necessità di rafforzare l'edilizia residenziale pubblica. La nostra parte l'abbiamo fatta".

Il presidente ha concluso ricordando che Francia e Germania spendono 3 volte di più rispetto all'Italia per l'erp e che in Francia il patrimonio di edilizia popolare è circa al 20% mentre in Italia è al 5%. "Bisognerebbe investire di più su questo settore - ha precisato - se lo facessimo anche i nostri giovani avrebbero più facilità nel metter su famiglia. Queste politiche richiedono investimenti e programmazione. Senza risorse certe e senza programmazione è difficile dare risposte adeguate a 22 mila famiglie in Toscana e a 700 mila a livello nazionale che attendono un alloggio. Non è questo il modo di affrontare un tema che va affrontato con molta serietà".

L'assessore regionale alla casa Vincenzo Ceccarelli è intervenuto a seguito di Rossi per precisare che "la proposta del Comune di Firenze relativa ad una 'scala mobile della toscanità' può rappresentare uno spunto di riflessione per migliorare ulteriormente la legge regionale toscana, che però già prevede l'attribuzione di 2 punti per chi abita o lavora in Toscana da almeno 10 anni e 0,5 punti all'anno per ciascun anno di iscrizione nelle graduatorie comunali, fino ad un massimo di 5 anni e 2,5 punti.

Siamo disponibili a discutere, nell'ambito del percorso di revisione e miglioramento della legge regionale, di aumentare la premialità da assegnare a chi già da tanti anni abita o lavora in Toscana, così come quella per chi da tempo attende inserito nelle graduatorie. Dobbiamo assicurarci che non ci sian o discriminazioni per l'accesso ai servizi e riuscire a dare risposte a chi ha maggiore bisogno e maggiori diritti ad avere una casa. Di tutto il resto si può discutere".

"In una città colonizzata dalle multinazionali dell’industria turistica, dove le case del centro sono sottratte alla residenza e i grandi edifici pubblici trasformati in alberghi di lusso, il sindaco di Firenze imputa alle famiglie straniere l’emergenza casa." Così Potere al popolo-Firenze che prosegue: "Sulle pagine del “Corriere fiorentino”, Nardella si abbandona a dichiarazioni degne del peggior repertorio programmatico destrorso. Il registro è quello classico: “prima la casa agli italiani”, “troppi gli stranieri”.

La priorità degli italiani nell’accesso ai servizi è un caposaldo delle politiche discriminatorie della destra. Da guerra tra poveri. Il bonus di residenzialità proposto da Nardella, che darebbe la priorità agli italiani nell’accesso alle case popolari (già ribattezzato la “scala mobile della toscanità”) è infatti un punto dei programmi della destra. Salvini twitta, e la Meloni rivendica orgogliosamente la paternità del provvedimento.

La misura favorirebbe la risalita delle famiglie “toscane” nell’assegnazione della casa, mentre a quelle migranti resterebbe l’inferno della residenzialità precaria e delle occupazioni clandestine. Grave, nelle dichiarazioni di Nardella, l’assenza di una progettualità in merito al diritto alla casa. Non è con una misura poliziesca e discriminatoria che si risolve il problema annoso del disagio abitativo e della penuria di appartamenti sociali. Per di più a Firenze, città da 130 sfratti esecutivi al mese (nel 2016), dove sono più di duemila le famiglie in graduatoria.

E dove si contano a centinaia gli alloggi pubblici vuoti in attesa di ristrutturazione.La soluzione al disagio abitativo non sta nella svendita del patrimonio residenziale pubblico che trasforma i residenti in proprietari. Sta semmai nell’acquisizione di nuovi appartamenti da destinare alla residenza popolare, e nella riconversione degli edifici di proprietà pubblica in residenze provvisorie e in alloggi ERP: ex caserme, ex conventi, ex manifatture, ex carceri. Non sta nella trasformazione dei volumi edilizi in funzioni di lusso, ma nella loro restituzione all’uso collettivo. È urgente, da parte dello stato, l’applicazione di una giusta tassazione all’edificato tuttora invenduto ed esentasse: si tratta di milioni di metri cubi che costituiscono il capitale fisso su cui le imprese accedono ai prestiti bancari per poter continuare a costruire e a produrre invenduto." Conclude Potere al popolo: "È necessario un investimento consistente nell’edilizia residenziale pubblica e farla finita con la farsa del social housing che ha affidato ai grandi gruppi bancari la questione irrisolta dell’edilizia popolare, gettandola sul mercato.

Nardella chieda questo al governo sopravvivente. Non poteri straordinari che tramutano le questioni di civile convivenza in questioni di ordine pubblico."

"Nardella è un ipocrita: nei quattro anni in cui ha amministrato Firenze ha permesso senza battere ciglio che gli immigrati occupassero i posti dei fiorentini nelle case popolari. Un fatto che abbiamo denunciato più volte con sopralluoghi che hanno evidenziato come negli alloggi Erp di Firenze risiedano personaggi improbabili, come stranieri e rom proprietari di auto di lusso. Anziché fare controlli seri su queste gravi azioni di illegalità, a pochi mesi dal voto, cambia rotta per paura di perdere la poltrona.

Si dovrebbe vergognare e chiedere scusa ai fiorentini presi così in giro, lui e gli altri amministratori del Partito democratico, a partire dal suo predecessore Matteo Renzi". E' quanto afferma il parlamentare di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli, che ha pubblicato su Facebook il video di un suo recente sopralluogo alle case popolari di Firenze che mostra un confronto diretto con un proprietario di numerose auto di lusso, ex abitante di un campo rom di Firenze e ora residente nelle case popolari.

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