Eredità, da Renzi a Nardella cosa è cambiato a Firenze?

La difficile eredità del sindaco di Torre del Greco che ha scelto Firenze

Antonio
Antonio Lenoci
04 luglio 2014 15:09
Eredità, da Renzi a Nardella cosa è cambiato a Firenze?

"Firenze più di prima". Sono bastate poche settimane dall'insediamento per far riempire la scrivania del nuovo sindaco di articoli e ritagli di giornale, di veline e di atti che contribuiscono a formare l'eredità di Matteo Renzi.

Possibile che Firenze, la grande, sia diventata pessima in così poco tempo? Veri e propri dossier sui Media, nei Social, sul trasporto pubblico: dalla partenza dei cantieri della tramvia-lungo-il-mugnone-spariscono-gli-alberi.htm" target="_blank" rel="nofollow">Tramvia fermi da anni al dibattito acceso sull'aumento del biglietto Ataf, sia multimediale che cartaceo.

Sul verde pubblico: il caso del ramo caduto alle Cascine causando la morte di una donna e della sua nipotina, non può restare senza risposte concrete. Sulla sicurezza: ha fatto discutere la dichiarazione sulla Task Force contro l'abusivismo seguita dai commenti di alcuni agenti della Polizia Municipale.

Ancora il parco cittadino delle cascine è tornato sotto i riflettori per la presenza della prostituzione e dello spaccio che richiedono interventi urgenti di messa in sicurezza attraverso una adeguata illuminazione ed un controllo di videosorveglianza, la stessa che chiedono anche alcuni commercianti e residenti in aree come piazza Puccini, San Jacopino e via Gioberti dopo l'ennesima rapina in pieno giorno.

In ballo anche l'Emergenza Casa tra sgomberi ed occupazioni. La definitiva soluzione del rebus sugli ambulanti e sugli spazi esterni dei locali definiti dehor. Da risolvere ancora la questione legata alla Movida dove i patti tra amministrazione e proprietari dei locali non hanno riportato la serenità tra i residenti.E poi il Calcio Storico che pareva recuperato a nuova vita ed invece è da rifondare dopo l'ennesima battuta d'arresto con l'annullamento della finale.Infine i Fochi di San Giovanni, almeno quelli sono piaciuti, ma c'è il rischio di non rivederli il prossimo anno per mancanza di fondi.Una Firenze pericolosa, maledetta, perennemente in sospeso con le cose lasciate a metà è quella che sembra essere stata consegnata a Dario Nardella impegnato in queste ore nel tenere insieme tutti i pezzi senza abbassare la guardia, ma sollecitando l'opinione pubblica a non farsi prendere dallo sconforto.

Risponde alle domande, tutte. Chiama in causa i membri della Giunta per offrire risposte mirate. Forse ora più che mai i fiorentini hanno modo di valutare l'operato dell'Amministrazione, che si scontra con i fatti più che con i progetti. Come se Firenze uscisse da un "laboratorio" di idee e si scontrasse oggi con la realtà."Nardella non è Renzi" quante volte è stato detto in campagna elettorale e l'attuale sindaco rispondeva "Io ho il mio stile". Un po' come avere davanti Toldo e Batistuta, entrambi importanti, entrambi hanno lasciato un segno, però uno viene osannato dalla Curva come "Uno di noi", mentre all'altro viene fatta una statua, (nonostante a fine anno abbia sempre ottenuto da Vittorio Cecchi Gori quel 'ritocco' al rapporto di lavoro che oggi i Della Valle difficilmente apprezzerebbero).Matteo Renzi ha portato Firenze in Italia e nel mondo.

"Abbiamo consegnato alle madri le chiavi di Santa Rosa" diceva nelle prime interviste sui network nazionali lasciando tutti perplessi perché se da una parte a Firenze qualcuno si chiedeva "ma lo sanno icché l'è Santa Rosa?" dall'altra, "Santa Rosa" detta così poteva far venire in mente la marmellata. Certo avere le chiavi della marmellata non sarebbe male; invece si trattava di aver ristrutturato il giardino sul lungarno in San Frediano ed averne consegnate le chiavi alle famiglie del quartiere".

"Episodi" ha detto qualcuno. "Spot". Però sono serviti a tenere Firenze costantemente in contatto con il buonumore, con la serenità. Tanto che oggi davanti ad ogni singola notizia che parla in negativo della città sembra di fare un tuffo indietro nel tempo e tornare alla Firenze del Savonarola contro quella dei Medici: dei Domenici, dei Cioni e dei Matulli dove i Comitati erano in ogni strada pronti a sdraiarsi davanti alle ruspe e per far rispettare le regole sarebbero servite le telecamere puntate in faccia, possibilmente con un braccio meccanico che non facesse sfuggire i dettagli.Cosa è accaduto in questi ultimi anni? Come mai oggi i fiorentini si svegliano tutti sudati e spaventati davanti a quello che accade e che c'è ancora da fare? Firenze è un cantiere aperto.

Un cantiere rimasto fermo però, e che adesso più che mai può pensare di poter ripartire. In ogni cantiere esiste la fase in cui si disegna e si osservano i progetti e quella in cui si mettono le mani nel muro per sistemare l'impianto. La fase complicata è questa, quella in cui la doccia del bagno scelta sul catalogo patinato che sembrava stare benissimo con la tendine, risulta convincente come una scena di Psyco. 

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