Eredità abbandonate: dire, fare e testamento

Firenze è quella che vediamo oggi grazie a generosi lasciti testamentari

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 febbraio 2015 18:15
Eredità abbandonate: dire, fare e testamento

Firenze ringrazia ogni giorno, così si dice e per non peccare di ingratitudine lo si spera, la cara Elettrice Palatina, l'ultima discendente di casa Medici che ha regalato alla città i suoi Palazzi storici e tutti quei beni fotografati ed ammirati.La città, culla della cultura, si gongola nei flussi turistici e deve gran parte della propria fortuna ai testamenti. Ma cosa accade quando il beneficiario non rispetta le richieste del donatore?I Vespucci sarebbero su tutte le furie, pronti a rivendicare il lascito dell'ex San Giovanni di Dio, abbandonato a se stesso, senza rispetto alcuno per la destinazione testamentaria o "modus" del 12 luglio 1400 che recita "Finalità sociosanitarie".L'ASL lo ha quasi alienato nel 2011, ma la trattativa con il privato non è andata a buon fine. Nel 2013 è stato pubblicato un nuovo avviso dell'offerta pubblica e sono stati individuati due soggetti privati interessati che sono stati sollecitati vista "l'urgenza di provvedere all'alienazione" nell'ottobre del 2014.La base d'asta? 30.465.750 Euro.La notizia rilanciata dal Quotidiano Nazionale ha sollevato un certo imbarazzo, non è la prima volta che accade, ma dopo i grandi festeggiamenti del 2012, e proprio adesso che Firenze ha messo sul piatto internazionale i propri beni seguendo l'iter delle vendite immobiliari ponderate, scoprire che gli eredi della famiglia Vespucci sono indignati per l'abbandono dell'ex San Giovanni di Dio ha suscitato non poche polemiche.Oggi per l'Azienda sanitaria Toscana e per i pazienti il San Giovanni di Dio è l'Ospedale Torregalli tra Firenze e Scandicci, ma fino a ieri era in pieno centro storico.Nel 1866 la struttura cambia gestione: i frati, che si sono succeduti nel tempo alla guida dello spedale, restano all'interno in qualità di medici e infermieri, ma cedono la parte amministrativa.

Nell'82 i locali entrano nella proprietà del Comune di Firenze.

La Storia. Alla fine del 1300 Simone di Piero Vespucci, discendente di quel tale Amerigo, festeggiato ed osannato esploratore che ha dato il nome a quel fazzoletto di terra emersa detta America, decise di realizzare un ospedale dedicato a Santa Maria dell'Umiltà, la Compagnia del Bigallo, ereditò per prima la gestione. Sulla facciata l'emblema della famiglia Vespucci.Alla fine del 1500 il granduca Ferdinando I ne permise l'uso agli agostiniana dell'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio, dal portoghese Giovanni di Dio.Attivissima l'assistenza per la gente del quartiere, soprattutto poveri e mendicanti trovavano primo soccorso e cure di vario genere: all'epoca andavano i salassi.

Fatebenefratelli deriverà poi dalla richiesta di 'limosine' per provvedere al mantenimento della struttura.Nel 1700 arrivano dal Granducato 800 scudi che furono girati a Carlo Marcellini per ammodernare la struttura, a questi si sommano altri lasciti testamentari legati al mantenimento della struttura: arrivano il vestibolo con lo scalone e le sculture di Girolamo e Pompeo Ticciati, gli affreschi di Rinaldo Botti e Vincenzo Meucci. La cupola è stata affrescata da Alessandro Gherardini e dal pittore ungherese tardo-settecentesco, Giuseppe Dorffmeister. (Wikipedia)

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