Emergenza lupi in Toscana non più sostenibile

La Regione scrive a Galletti: "In campo tutti gli strumenti per superare l'emergenza predatori". Cia: «Prime risposte positive a nostre richieste e iniziative»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 ottobre 2017 21:52
Emergenza lupi in Toscana non più sostenibile

FIRENZE– Prevenzione, sostegno alle imprese, prelievo; questi i punti principali del cosiddetto ‘Piano lupo' ancora bloccato a livello nazionale, ma che la Regione Toscana - con una nuova lettera indirizzata al ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti - richiede formalmente di poter attuare sul proprio territorio.

"Sono oltre 1.500 gli attacchi denunciati dagli allevatori solo nell'ultimo triennio. Si tratta di numeri da capogiro, che purtroppo non riescono ad esprimere la frustrazione dei molti che hanno persino smesso di segnalare le predazioni subite, ma che danno però l'idea della gravità del problema che stiamo vivendo. La Regione ha cercato di fronteggiare questa situazione investendo somme ingenti in opere di prevenzione (come ad esempio recinzioni e cani da guardia), supportando gli allevatori danneggiati mediante il rimborso dei danni subiti, provvedendo a finanziare piani di cattura dei cani vaganti nelle aree critiche e persino alla cattura di alcuni esemplari di ibridi, con un impegno complessivo negli ultimi 3 anni di oltre 3 milioni di euro". Così l'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi facendo il punto sulle azioni decise dalla Regione a difesa del settore primario e in particolare di tutti quegli agricoltori i cui capi ovini e bovini sono stati colpiti dagli attacchi dei predatori. Ma questo insieme di azioni, ha sottolineato Remaschi, non è più sufficiente: "In questi ultimi mesi le problematiche si sono aggravate, come dimostra l'aumento delle predazioni e delle aziende costrette a cessare la propria attività.

Per questo abbiamo deciso di chiedere al ministro dell'Ambiente l'autorizzazione al prelievo in deroga di un numero di capi pari al 5% del totale dei lupi presenti nel nostro territorio. Nel frattempo, confermo l'impegno ad individuare nel bilancio regionale 500 mila euro utili ad assicurare le risorse necessarie a coprire tutte le richieste di indennizzo per danni del 2016, la cui graduatoria è stata approvata pochi giorni fa".

"Portare nuovamente l'attenzione del Ministero su un tema così rilevante per il nostro territorio è, a mio avviso, indispensabile – commenta Leonardo Marras, capogruppo PD in Consiglio Regionale –, gli agricoltori toscani non riescono più a sopportare le conseguenze dei continui attacchi dei lupi, le segnalazioni che riceviamo sono ormai quotidiane, e si aspettano da noi una risposta concreta e immediata. Intanto, la notizia positiva è l'autorizzazione da parte della Commissione europea a superare il limite finanziario dei 15.000 euro in tre anni, ovvero il tanto auspicato superamento del regime de minimis che ci permetterà di indennizzare integralmente le aziende colpite da attacchi ai predatori".

La Regione Toscana intende muoversi su tutti i fronti, tra cui di particolare rilevanza quello di assicurare un rimborso dei danni più congruo per le azioni dei predatori: "Abbiamo dimostrato alla Ue – aggiunge Remaschi - la necessità, vista la gravità della situazione per le aziende, di superare il vincolo fissato per il cosiddetto regime degli aiuti di Stato: in questo modo gli agricoltori potranno ricevere per intero quanto necessario rispetto ai danni subiti". Questa novità sarà applicabile quindi sin dal prossimo bando.

"In commissione abbiamo portato avanti un'indagine conoscitiva sulla prolificazione del lupo – spiega Gianni Anselmi, presidente della commissione Sviluppo rurale del Consiglio regionale –; questa ha permesso di tracciare un quadro chiaro e aggiornato della situazione, rispecchiando gli allarmi lanciati da allevatori e agricoltori e rilevando come il fenomeno delle predazioni non sia più localizzabile solo nelle aree marginali della maremma e del senese ma sia ormai diffuso su tutto il territorio. Dalla conclusione dell'indagine era emerso un approccio toscano coerente con le prescrizioni e l'ampiezza degli strumenti previsti dal Piano lupo, strumenti che la Regione ha messo in campo e che prevedono il prelievo come strumento ultimo e straordinario a fronte di una situazione non ordinaria".

L'assessore Remaschi ha anche ricordato il pericoloso diffondersi di fenomeni di bracconaggio nei confronti dei lupi: "Si sta diffondendo negli abitanti di diverse zone della collina e della montagna toscana l'idea di essere lasciati soli di fronte ad un fenomeno che non da segnali di affievolimento, ma anzi, giorno dopo giorno sembra crescere senza avere risposte, ingenerando l'indebita idea di doversi "difendere" da soli". "Riteniamo – proseguono Remaschi e Marras - che non ci siano le condizioni per poter attendere oltre l'approvazione del Piano nazionale, ma c'è la necessità oggettiva, almeno per il territorio toscano, di mettere in atto quanto indicato nel documento applicando le previsioni delle direttive comunitarie e dalla normativa vigente e che sia necessario utilizzare tutte le possibilità offerte dalla direttiva Habitat, così come avviene nella altre nazioni europee che si trovano ad affrontare questo fenomeno, compresa la deroga al prelievo.

Da qui la richiesta formale al Ministero di autorizzare il progetto di prelievo in Toscana, in deroga alle disposizioni di cui agli art. 8 e 11 del DPR 357/97.

Positiva la richiesta di autorizzazione in deroga al prelievo di 26 individui di lupo in Toscana da parte dell’assessore Marco Remaschi al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Risolvere l’emergenza Lupo è, infatti, una priorità – sottolinea la Cia Toscana -; ne va del futuro degli allevamenti toscani e anche dell’economia di intere aree rurali, in particolare quelle montane e svantaggiate. La Cia Toscana plaude quindi alle prime risposte positive alle iniziative e richieste, che arrivano oggi dall’assessore all’agricoltura Marco Remaschi, dalla Giunta e dal Consiglio regionale della Toscana.

Dopo il documento di richieste in occasione della discussione sul ’Piano Lupo’ dei mesi scorsi, e le numerose iniziative e la mobilitazione portata avanti dalla Cia, le risposte della Regione Toscana che vanno in questa direzione sembrano uno spiraglio per uscire da una situazione complessa e drammatica per gli allevatori (ovini, caprini e bovini). Positivo l’impegno della Regione – aggiunge Cia Toscana – nel reperire nel bilancio regionale 500 mila euro per assicurare le risorse necessarie a coprire tutte le richieste di indennizzo per danni del 2016, la cui graduatoria è stata approvata pochi giorni fa.

Anche se – commenta la Cia – il ristorno del danno giunge in ritardo di un anno e mezzo dopo gli eventi. Altra buona notizia – commenta la Cia Toscana - è l'autorizzazione da parte della Commissione europea a superare il limite finanziario dei 15 mila euro in tre anni, ovvero il regime de minimis con cui sarà possibile risarcire tutte le aziende che hanno subito attacchi da lupi e da predatori. Le aziende di allevamenti e gli animali da reddito – sottolinea la Cia Toscana - devono essere tutelati al pari del lupo.

Anche perché rimangono l’ultimo presidio di alcuni territori e contribuiscono in maniera decisiva alla tenuta del tessuto sociale di quelle aree. Per quanto riguarda episodi isolati di bracconaggio, la Cia Toscana ritiene che non ci siano giustificazioni di nessun genere, ma sono segnali del livello di esasperazione al quale siamo arrivati in alcune aree della Toscana, dove la cittadinanza è costretta a convivere a contatto con le scorribande di lupi e predatori, oltre che degli ungulati che provocano da decenni danni irreversibili non solo all’agricoltura ma anche all’ambiente e alla biodiversità. Ma oltre a queste prime risposte rimangono dei nodi aperti sui quali la Cia Toscana chiede alla Regione di intervenire in tempi rapidi.

In particolare la Cia segnala l’apertura del bando per la richiesta dei danni per l’annualità 2017. Inoltre, nel caso di attacco da predatori resta il problema dello smaltimento delle carcasse in centri autorizzati e cimiteri aziendali. La Cia, infine, chiede che venga completamente attuato il protocollo sottoscritto alla fine della scorsa legislatura.

Il numero richiesto è pari al 5% della popolazione dei lupi in Toscana stimata in 530 capi distribuiti in 110 branchi. Il prelievo deve indirizzarsi su quei soggetti che focalizzano la loro attività predatoria su greggi di ovini e bovini. Negli ultimi tre anni sono stati oltre 1.500 gli attacchi denunciati dagli allevatori in Toscana.

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