Emergenza immigrazione: accoglienza, adesso servono le strutture

Riunito a Palazzo Medici Riccardi il tavolo regionale di coordinamento per l’emergenza immigrazione. Giuffrida: bisogna serrare le fila per reperire strutture

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 febbraio 2016 18:07
Emergenza immigrazione: accoglienza, adesso servono le strutture

Occorre ampliare la rete di accoglienza. Adesso servono nuove soluzioni operative condivise con la Regione Toscana e gli enti locali. Si incrementeranno i tavoli istituzionali di coordinamento esistenti a livello provinciale e di Città Metropolitana fiorentina. Questo in estrema sintesi il messaggio che esce dalla riunione regionale sull’immigrazione che si è tenuta oggi a Palazzo Medici Riccardi. Occasione per scattare una fotografia della situazione attuale, esaminare le diverse criticità, capire i problemi e trovare le soluzioni.

Alla riunione hanno partecipato i prefetti e i questori toscani, l’assessore Vittorio Bugli per la Regione Toscana, il presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni, sindaci e assessori dei dieci capoluoghi di provincia (per Firenze era presente l’assessore Sara Funaro), la consigliera Benedetta Albanese per la Città Metropolitana, una rappresentante del Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati–UNHCR e il presidente della Commissione territoriale di Firenze per il riconoscimento della protezione internazionale.

E’ il prefetto Alessio Giuffrida, nell’aprire i lavori, che lancia l’appello. “La possibilità di un numero elevato di arrivi rispetto alla disponibilità di siti – ha detto – rende indispensabile una pianificazione strategica congiunta per sostenere adeguatamente i prossimi impatti”. Attualmente in regione Toscana si registrano 6729 presenze in 494 strutture; in provincia di Firenze risultano 1.872 presenze effettive, distribuite in 125 centri di accoglienza straordinaria, gestiti da una trentina di associazioni e cooperative. A queste si aggiungono i 185 i migranti ospiti dei centri SPRAR, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati gestito dalla rete degli enti locali e finanziato da un fondo nazionale. E’ il “modello Toscana” dell’accoglienza diffusa che ha dato finora risultati positivi e che Giuffrida considera valido in un’ottica di generale collaborazione.

Al momento in provincia di Firenze la capacità di accoglienza deve tenere conto di una limitata disponibilità di strutture. Se il trend degli arrivi finora registrato dovesse essere confermato anche nel 2016, si può stimare per la provincia di Firenze, nel corso dell’anno, il raddoppio delle presenze attuali. “La sintonia con la Regione e gli enti locali è già ottima – ha aggiunto Giuffrida – adesso occorre serrare le fila nei tavoli istituzionali dedicati al monitoraggio della problematica e al reperimento delle strutture”.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore Vittorio Bugli. “Bisogna ripartire andando a verificare che ogni parte del territorio faccia il suo sforzo perché ci sono ancora 90 Comuni che non hanno accoglienza e una settantina che ce l’hanno scarsa. Se anche loro fossero allo standard di un profugo ogni 600 abitanti – ha proseguito l’assessore - ci sarebbero circa duemila posti in più e già questo ci aiuterebbe ad affrontare meglio la nuova stagione”.

L’Associazione Nazionale dei Comuni è disponibile a dare una mano. “L’Anci farà tutto quello che è possibile fare perché la gestione del fenomeno si svolga in modo da permettere da un lato l’accoglienza dignitosa e all’altro di non creare tensioni sui territori”, ha detto il presidente toscano Matteo Biffoni. “Tutti devono fare la propria parte, anche i Comuni che non fanno accoglienza o che sono sotto la soglia prevista. Sono convinto – ha continuato - che la partecipazione dei Comuni a fianco dei prefetti e con il sostegno della Regione ci permette di continuare questo sistema dell’accoglienza diffusa che finora ha dato buoni risultati”.

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