​Elezioni regionali, scrutatori scelti tra i disoccupati

La commissione elettorale comunale li sceglierà fra le persone prese in carico dai servizi sociali, in condizioni di povertà, con reddito limitato o situazione economica disagiata

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 febbraio 2015 22:55
​Elezioni regionali, scrutatori scelti tra i disoccupati

FIRENZE - I limiti di spesa per le campagne elettorali dei gruppi di liste, movimenti e partiti per le elezioni regionali saranno quelli previsti dalla normativa nazionale, inferiori a quelli attuali. Sarà inferiore anche quello per i singoli candidati.

È quanto prevede una legge d’iniziativa consiliare, primo firmatario il presidente della commissione Affari istituzionali Marco Manneschi (Popolo toscano-riformisti), approvata dall’aula con 32 voti a favore e 9 astensioni.

La nuova legge elettorale regionale ha introdotto di nuovo il voto di preferenza, mentre i limiti di spesa attualmente previsti rispondono ad un’impostazione centrata sulle liste bloccate. Per i gruppi di liste, movimenti o partiti si riduce l’importo complessivo ad un euro (nella legge vigente è di euro 1,2) moltiplicato per il numero di elettori residenti nella circoscrizione. Le spese di ciascun candidato circoscrizionale invece non potranno superare l’importo massimo dato da una cifra fissa di 30mila euro incrementata di euro 0,0061 per ogni cittadino residente nella circoscrizione. Per i candidati regionali il limite delle spese è pari alla sola cifra fissa di 30mila euro.

Per i candidati circoscrizionali che si candidano in più circoscrizioni, le spese non possono superare l’importo più alto consentito in una circoscrizione, aumentato del dieci per cento. Per i candidati regionali che si candidano anche in una o due circoscrizioni le spese non possono comunque superare l’importo più alto di una delle circoscrizioni.

Per evitare possibili elusioni della normativa vigente sulla raccolta delle firme per le liste espressione di gruppi consiliari, si prevede che la dichiarazione attestante la corrispondenza tra partito o movimento politico e gruppo consiliare sia fatta congiuntamente al presidente del gruppo consiliare di riferimento anche nel caso in cui la lista presentata sia contraddistinta da denominazione e simbolo non immediatamente riconducibili a quelli utilizzati dal gruppo stesso.

Con un emendamento al testo licenziato dalla commissione si è inoltre previsto che nel caso delle sole elezioni regionali, la commissione elettorale comunale sceglierà gli scrutatori preferibilmente fra le persone in stato di disoccupazione e quelle prese in carico dai servizi sociali, in condizioni di povertà, con reddito limitato o situazione economica disagiata. I soggetti interessati dovranno presentare un’autocertificazine entro il trentacinquesimo giorno precedente la data delle elezioni.

E’ stato il presidente Manneschi ad illustrarlo in aula, ricordando che durante i lavori della commissione una proposta in questo senso della Giunta regionale aveva sollevato qualche perplessità, perché limitata ai soli disoccupati, lasciando in ombra altre aree di disagio sociale. A suo parere, inoltre, il limite di 30mila euro per i candidati è veramente molto basso, perché al candidato devono essere attribuiite anche pro quota le spese sostenute dalla lista.

Alessandro Antichi (Forza Italia) ha sottolineato che il contenuto dell’emendamento sugli scrutatori, di chiara valenza sociale, presenta una chiara discrasia con il contenuto della norma, che regola il procedimento elettorale. “Avrà effetti limitatissimi, se non l’effetto notizia – ha rilevato – perché gli elenchi sono già chiusi da tempo ed i criteri di preferenza riguarderanno soltanto coloro che sono già iscritti”. Antichi ha poi osservato che l’introduzione delle preferenze causa inevitabilmente un aumento dei costi della campagna elettorale.

“Il presidente Rossi vive su Marte e non ha la più pallida idea di cosa succede ai seggi, dove il problema, caso mai, è quello di trovare scrutatori qualificati – ha affermato Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia) – È una pantomima ridicola, ad uso e consumo dei giornali”.

Contrario alla riduzione del limite di spesa per i candidati si è dichiarato Marco Taradash (Ncd). “Non c’è ragione di ridurre il limite previsto dalla legge nazionale – ha affermato – Così sono svantaggiati quei candidati meno legati ai partiti”. “Le campagne elettorali costano, ma sono uno strumento fondamentale di democrazia – ha aggiunto – Si fa un bel gesto oggi, ma si rischia il malaffare. Dobbiamo rimanere nella ragionevolezza”.

Il presidente del gruppo Ncd Alberto Magnolfi ha dichiarato il voto di astensione.

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