Elezioni in Toscana: semi e frutti della vittoria di Salvini

Dietro il risultato di Borghi ci sono anche i voti e la linea di CasaPound, con buona pace dell'unità della destra politica

Nicola
Nicola Novelli
02 giugno 2015 19:49
Elezioni in Toscana: semi e frutti della vittoria di Salvini

L'affermazione elettorale dei candidati regionali della Lega Nord in Toscana e del candidato presidente Claudio Borghi è l'inequivocabile vittoria della linea politica radicale di Matteo Salvini. In parte ciò si deve a un astensionismo talmente marcato da ridimensionare il risultato del PD, ma anche al fascino elettorale della coalizione guidata da Claudio Borghi, centrata sui temi nazionalisti, se non smaccatamente razzisti, attraverso un lavoro sistematico sul territorio, con manifestazioni propagandistiche davanti ai campi Rom. La campagna di intolleranza ha raggiunto il suo acme paradossale la settimana scorsa, con l'assalto della coppia di alleati Donzelli/Storace a un centro per richiedenti asilo politico con disturbi psichiatrici, in via Val di Pesa a Firenze

E' noto che, oltre l'alleanza elettorale con Fratelli d'Italia/Alleanza Nazionale di Giorgia Meloni, nelle liste toscane della Lega Nord erano inseriti anche tre candidati di Sovranità, un marchio con cui CasaPound Italia ha deciso di fiancheggiare in alcune regioni la nuova linea politica di Matteo Salvini. Significativo il risultato dei candidati sostenuti da Sovranità/CasaPound Italia. Riccardo Galligani, candidato nel collegio di Siena si è piazzato al primo posto con 2.534 preferenze. Marcella Maniglia, nel collegio di Lucca, ha ottenuto 1.772 preferenze. Anche nella circoscrizione più importante, quella di Firenze 1, il candidato appoggiato da Sovranità Andrea Barabotti ha conseguito un ottimo risultato.

Non è un caso che oggi esponenti dell'organizzazione di estrema destra rivendichino il risultato toscano come frutto proprio di tale linea forte. "Abbiamo messo in piedi una campagna elettorale in tre settimane -afferma Saverio Di Giulio, referente di Sovranità, ma anche di CasaPound Italia a Firenze- cercando il consenso nei quartieri popolari della città, andando ad affrontare le reali problematiche dei cittadini che non abitano il salotto buono del centro storico e questo ci ha premiati. L'alleanza con Andrea Barabotti ci ha portato a conquistare la fiducia diretta di 1.414 cittadini, che l'ha condotto ad essere il secondo più votato della sua lista –conclude Di Giulio- gettando le basi per poter dar vita ad un percorso che a livello cittadino dovrà costituire un grande progetto per le elezioni comunali di Firenze del 2019".

Alla luce di questa inedita alleanza, è sorprendente rilevare come illustri analisti paventino ancora una possibile riunificazione elettorale del centrodestra, che dovrebbe vedere seduti al tavolo della stessa coalizione esponenti di CasaPound assieme ai moderati di Forza Italia e ai cattolici ex UDC, che specie in Toscana hanno mostrato in passato tutta la loro repulsione per la demagogia della destra estrema. Salvini stavolta ha fatto il pieno di voti dell'elettorato toscano su posizioni fasciste e razziste. Ma questa strategia non finirà per allontanare proprio la potenziale alleanza elettorale con le forze politiche moderate?

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