E' scomparso Mario Fallani

Un artista di grande qualità più conosciuto all'estero che in Italia. Disegnò le scenografie del “Casanova” di Fellini.

Alessandro
Alessandro Lazzeri
11 giugno 2014 23:50
E' scomparso Mario Fallani

E' morto a Firenze, dove era nato nel 1934, il pittore Mario Fallani, uno dei maggiori artisti figurativi del nostro tempo. “Un artista lirico, un fiorentino eminente”, lo aveva definito Vittorio Sgarbi invitandolo da protagonista alla biennale di Venezia del 2011. Dopo la partecipazione all'evento veneziano, su queste pagine avanzammo la proposta di dedicare a Fallani una grande mostra a quello che era il maggior artista fiorentino. Firenze città poco incline a considerare i talenti contemporanei, sembrò quasi sorpresa di questo doveroso riconoscimento a un artista come Fallani la cui fama, nella sua città, sembrava limitata a una cerchia di affezionati collezionisti, e di vecchi amici o compagni di studio (all’Istituto d’Arte di Porta Romana) e di scorribande appassionate nelle avanguardie che hanno dominato il cosiddetto ‘dibattito’ tra i decenni Cinquanta e Settanta.

Firenze è avara nei riconoscimenti, e anche in tale occasione non si fece niente. Fallani ha vissuto a lungo all'estero, soprattutto negli Stati Uniti, dove ha insegnato per un decennio all’Art Institute di Chicago e alla Scuola di Arti visive di New York. Oltre a questo le sue opere così impalpabili e raffinate, sono rappresentate da un agente tedesco, la Prom Gallery di Monaco di Baviera. Fallani è celebre in Germania, Europa del Nord, America, ma in Italia non è conosciuto quanto dovrebbe, anche se i cinefili non dimenticano le sue splendide scenografie per il Casanova di Federico Fellini.

L’ultima mostra importante di Fallani risale al 2005, curata al Museo Marini di Firenze da Carlo Sisi che, introducendo la monografia, che accompagnò la mostra, scrisse: “Disvela le stagioni del Fallani a chi ne conoscesse soltanto l’immagine attuale e consacrata: gli inizi a Porta Romana e le prime mostre all’Indiano e a Numero; la non breve esperienza americana e l’adesione personalissima ai movimenti degli anni Cinquanta, sempre con l’aspirazione ad una forma strutturante; il ritorno a Firenze, nel 1968, e la definitiva scelta di un naturalismo colto ed evocativo, denso di suggestioni letterarie”.

Fallani è stato certamente uno dei maggiori artisti figurativi del nostro tempo. La tecnica, la mano sono quelle dei grandi maestri del Rinascimento, anche se i significati sono altri. E a proposito del suo lavoro così spiegava l'artista:

“E’un bel po’ d’anni che sono coinvolto in questa mia ricerca. Mi attrae il paesaggio, che ovviamente diventa paesaggio interiore, metafora dei grovigli che mi trovo dentro. Non voglio darmi arie da ecologo o mettere l’accento sull’ambiente in quanto tale. Questi alberi, cespugli e fiori sono esattamente il mio inconscio negativo-positivo, che cerco di estrarmi dal cervello e di rendere esplicito lavorando di carboncino sulla tela. L’ultimo quadro per Venezia è stato un piacere enorme. Chissà che vorrà dire! Comunque, debuttare a settantasette anni è sempre un bell’inizio”.

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