Droga: esplode il caso Firenze

Il questore sospende la licenza a Mc Donald's, il fast food in piazza Stazione molto frequentato da turisti e minori. L’assessore Vannucci si congratula con le forze dell’ordine. Il Consigliere regionale Paolo Marcheschi (Fdi) commenta: “La criminalità non si combatte con l’oscurantismo, le chiusure di locali e bar non possono essere la soluzione”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 novembre 2019 11:15
Droga: esplode il caso Firenze

Firenze, 3 Novembre 2019- Il questore di Firenze ha chiuso per una settimana i locali del ristorante Mc Donald’s in piazza della Stazione. Aperto 24 ore su 24, specialmente durante la notte sarebbe diventato punto di riferimento di spacciatori e delinquenti vari mettendo in pericolo la sicurezza della zona. Nonostante il ristorante sia dotato di un servizio interno di vigilanza e che abbia fatto sapere alla Questura di essere disponibile a collaborare per agire, coi propri limiti, per la sicurezza, i locali di piazza della Stazione continuano ad essere chiusi. Alcuni reportage del Corriere Fiorentino hanno documentato nei giorni scorsi il fenomeno dello spaccio di droga proprio nelle strade circostanti, dove ieri si è registrata anche la morte per overdose di un uomo scomparso nei giorni scorsi da Napoli e che la famiglia stava cercando, attraverso la trasmissione televisiva «Chi l’ha visto?».

“Mi congratulo con le forze dell’ordine per i continui controlli nella zona della stazione Santa Maria Novella e con il questore Armando Nanei per l’adozione del provvedimento che ha portato alla sospensione della licenza del ristorante al fine di garantire l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini”. Così l’assessore alla Sicurezza urbana Andrea Vannucci commenta la notizia della sospensione per sette giorni della licenza del ristorante. “Le forze dell’ordine stanno facendo un importante lavoro in quella zona della città, come nelle altre - ha continuato l’assessore - per garantire l’ordine pubblico e la sicurezza di cittadini e turisti.

Per la nostra amministrazione la sicurezza urbana è una delle priorità e lavoriamo in sinergia con le forze dell’ordine con cui portiamo avanti un’attività capillare in tutti i quartieri, ognuno per le proprie competenze”. “Abbiamo un’attenzione molto alta su questo tema - ha concluso Vannucci - e lo dimostrano il nostro progetto ‘Luce sicura’, più luce vuol dire anche più sicurezza, e le telecamere di videosorveglianza che abbiamo installato e che continueremo a mettere in centro e nelle zone più periferiche”.

La criminalità non si combatte con l’oscurantismo. La chiusura di locali, bar, discoteche, se non violano regole, non può essere la soluzione per garantire la sicurezza pubblica. E’ provato che, chiuso un locale, i delinquenti di turno si spostino davanti ad un altro arrecando danni agli imprenditori che in questo caso poche colpe hanno -dichiara il Consigliere regionale Paolo Marcheschi (Fdi)- I problemi di spaccio e di insicurezza diffusa sono palesi a Firenze, del resto la nostra città è al terzo posto nella classifica dei reati compiuti, ma i provvedimenti punitivi vanno indirizzati verso chi somministra alcolici ai minori, chi consente lo spaccio di stupefacenti all'interno del proprio esercizio commerciale, insomma chi compie i reati e non chi li subisce perché accadono nei pressi del proprio bar o locale”.

Immediate invece le proteste delle associazioni di settore, che chiedono prevenzione e iniziative di sicurezza, ma rivendicano anche la tutela della categoria e la libertà commerciale. Secondo le associazioni il problema non è lo specifico ristorante ma la città, e la situazione nella zona. Tant’è che riaffermano l'utilità delle “zone rosse” varate dalle autorità.

Tuttavia il Tar della Toscana, su denuncia dell'Associazione per i diritti degli utenti e consumatori, aveva già cassato la disposizione comunale sulle “zone rosse” che intendeva impedire a chi già denunciato, di transitare in aree definite della città. E quindi, cosa dovrebbe fare il questore? "Certamente non chiudere i ristoranti ma cercare con gli stessi -commenta Vincenzo Donvito, presidente Aduc- soluzioni di riduzione del danno.

Della serie: alla comunità tutta costa di più chiudere dei locali pubblici piuttosto che, anche per il fatto che essere aperti 24 ore su 24 sono un presidio di civiltà, non garantire la sicurezza negli stessi? Ci sono diversi metodi per affrontare l’ordine pubblico: il più semplice è agire di imperio non andando molto per il sottile rispetto ai principi base della nostra comunità civica ed economica, il secondo è operare nel rispetto di questi principi. Il secondo costa (economicamente) più del primo, ma sembra che i risultati del primo non siano portatori di futuro e prosperità, ma proprio il contrario (dovunque sono utilizzati è una vera e propria strage, di persone, di economie e di diritti).

Allo stato dei fatti, visto che le legalizzazioni delle droghe oggi proibite non è questione di polizie e amministrazioni, noi non conosciamo altri metodi. L’alternativa è la barbarie".

Intanto, secondo un'inchiesta del quotidiano La Repubblica sarebbero circa 25 i neonati risultati positivi a sostanze stupefacenti (inclusa cocaina) nei due ospedali Torregalli e Careggi.

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