DPCM: cosa prevede realmente?

Gli orari dei locali creeranno non pochi problemi. L'allarme dei Ristoratori Toscana: “Il 30% chiuderà. Saremo uccisi dalla psicosi dei divieti e dal clima di paura”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 ottobre 2020 23:55
DPCM: cosa prevede realmente?

Firenze, 14 ottobre 2020- E’ stato pubblicato ed emesso il nuovo ed ennesimo DPCM finalizzato a contrastare la diffusione del contagio connesso al Covid 19. Contestualmente all’emanazione del nuovo decreto sono state pubblicate notizie che hanno scatenato l’ironia sui social media soprattutto in relazione alla segnalazione di feste private. Ma non c'è il divieto di feste private poiché le stesse sono soltanto “fortemente sconsigliate”. Il DPCM, tuttavia, ha introdotto novità e alcune di esse sono passate in sordina. Il DPCM ha durata sino al 13 novembre 2020; in quella data dovrà essere sostituito. Si apre, quindi, la stagione dei decreti, che potrebbe portare alla fine del mese di novembre all’emanazione di un DPCM contenente regole ancora più stringenti. Il decreto è lungo rispetto ai precedenti, si compone di 12 articoli.

L’articolo più rilevante, poiché ricco di statuizioni, è l’articolo 1 denominato: misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale. Al I comma si prevede che su tutto il territorio nazionale è obbligatorio indossare sempre la mascherina. L’obbligo di indossare la mascherina è sempre stato in vigore anche nei luoghi aperti ma solo quando non era possibile mantenere la distanza di sicurezza. Successivamente, indipendentemente dalla distanza che poteva essere mantenuta, dalle 18 alle 06 la mascherina andava sempre indossata. Inutile dire che queste regole non sono state rispettate. Sono previste delle eccezioni: la mascherina può essere tolta solo se i luoghi e le circostanze garantiscono in modo continuativo la condizione di isolamento. Non viene chiarito cosa si intenda con questa espressione e rimane la discrezionalità degli accertatori circa l’opportunità di elevare o meno la multa. L’invito è quello alla prudenza poiché la multa è di € 400,00. Rimangono ferme le esenzioni precedentemente stabilite: ovvero soggetti che stanno svolgendo attività sportiva, bambini di età inferiore ai sei anni e persone affette da gravi disabilità che rendono incompatibili con le stesse l’utilizzo della mascherina.

Viene introdotta una novità: non si parla più di congiunti ma di conviventi. Un congiunto è un parente, quindi poco importa se ci si vive o meno, e finora potevamo tranquillamente rimanere con gli stessi anche senza mascherina. Adesso si parla di conviventi. Possiamo rimanere senza mascherina vicino alle persone, penso agli studenti, con cui dividiamo casa ma non possiamo con sorelle, fratelli o genitori a meno che non si viva insieme. Addirittura la norma consiglia fortemente di tenere la mascherina anche in casa, o nelle abitazioni private, quando si è alla presenza di persone non conviventi.

Questo cosa comporta?

"Lo scopriremo solo tra un po' di tempo perché unendo questa previsione, con il divieto di feste in luoghi pubblici e privati, l’obbligo di mantenere sempre la distanza di sicurezza interpersonale e con il consiglio di non essere più di sei in casa, il rischio che venga contestato l’assembramento è dietro l’angolo -risponde Sara Astorino, consulente legale dell'Associazione per i diritti degli utenti e consumatori- Al 4 comma viene introdotta una bella novità ovvero che le mascherine non debbono essere necessariamente chirurgiche. Viene, infatti, previsto che possano essere utilizzate le mascherine di comunità".

Cosa sono?

"Si tratta di quelle mascherine monouso oppure anche auto-prodotte che devono essere multistrato, altrimenti non proteggono, e che garantiscono comfort e respirabilità".

Al 6 comma si prevede che tutti abbiamo l’obbligo di rimanere a casa se hanno la febbre, lett. A, il limite è 37.5, e che dobbiamo contattare il nostro medico curante. Si possono ancora frequentare parchi, ville e giardini pubblici, lett. B, ma solo se si mantiene la distanza di sicurezza e si evitano assembramenti. La multa potrebbe scattare anche se siamo al parco con i nostri figli e ci mettiamo a chiacchierare, senza mantenere la distanza, con nostra madre o altri familiari. E’ previsto, alla lett.

E, che ci possa essere la presenza del pubblico per gli eventi e le competizioni riguardanti gli sport individuali e di squadra ma non oltre 1.000 spettatori per manifestazioni sportive all’aperto e 200 per le manifestazioni al chiuso. Si deve sempre mantenere la distanza di sicurezza, sia frontalmente che lateralmente, e va indossata la mascherina. Consentito di andare in palestra, lett. F, ma con la turnazione, vietati gli assembramenti e il mancato rispetto della distanza di sicurezza.Nonostante alcuni pareri contrari sono consentiti anche gli sport di contatto, lett.

G, ma per assurdo rimangono chiuse le sale da ballo e le discoteche, lett. N. Le manifestazioni sono consentite, lett. I, ma in maniera statica e col rispetto delle distanze di sicurezza e delle misure di contenimento.

Che prevede?

Restano sospese le attività che abbiano luogo in sale da ballo o discoteche e locali assimilati, all’aperto e al chiuso. Sono vietate le feste nei luoghi al chiuso o all’aperto. Le feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose sono consentire con la partecipazione massima di 30 persone nel rispetto dei protocolli e delle linee guida vigenti. Con riguardo alle abitazioni private, è fortemente raccomandato di evitare feste, nonché di evitare di ricevere persone non conviventi di numero superiore a sei. Leggendo questo passaggio si nota sia il repentino cambio di rotta circa le restrizioni all’interno delle case dei singoli cittadini, sia l’assoluta confusione generata da una norma che avrebbe dovuto essere riscritta. Dapprima si legge che sono vietate feste in luoghi chiusi ove, in assenza di specifiche ad esempio la dicitura locali commerciali, associazioni e club, rientrano anche le abitazioni private e successivamente si legge in casa, ovvero abitazioni private, vi sconsigliamo di fare feste e di invitare più di sei persone non conviventi. La multa è dietro l’angolo”.

Chi sono i conviventi?

"Teoricamente coloro i quali hanno la medesima residenza. Quindi chiunque viva insieme ma non abbia la medesima residenza non può essere definito convivente. Ipotizziamo che il Legislatore abbia pensato, ma avrebbe dovuto spiegarlo, che conviventi sono tutti coloro che vivono insieme, tra questi comunque potrebbero non rientrare i familiari, anche quelli più stretti.La mascherina, quindi, va sempre indossata e va rispettata la distanza di sicurezza, in virtù delle previsioni precedentemente indicate. Per assurdo se una persona vive in una casa piccola ed invita i suoi familiari, senza superare il limite di sei persone, in caso di segnalazione, potrebbe essere multato poiché non indossare la mascherina e non rispettare le distanze comporta la creazione di un assembramento e, quindi, la legittimità di una multa! Alla fine il cambio di rotta è servito solo a creare un limite maggiore. Partendo dal presupposto di fatto che rispettare le regole avrebbe evitato l’emanazione di un nuovo DPCM, adesso, per evitare multe e restrizioni ulteriori, occorre evitare feste ed eccessivo affollamento nelle case".

Lett. S prevede la sospensione dei viaggi di istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche.Lett. Z per il momento, ma la discrezionalità è lasciata a Regione e Province, possono proseguire le attività dei centri benessere, dei centri termali, dei centri culturali e dei centri sociali.

Cosa succede se dobbiamo andare al Pronto Soccorso (PS) oppure dobbiamo accompagnare qualcuno? Cosa succede se abbiamo un genitore o un caro accolto in una RSA?

"La risposta viene data dalla lett. aa) e dalla lett. bb) che prevedono il divieto per gli accompagnatori dei pazienti di rimanere nelle sale di attesa dei PS e della DEA mentre alle RSA si potrà accedere solo nei casi che saranno discrezionalmente indicati dalle singole strutture".

Cosa succede ai pub e ai ristoranti?

"Questa norma è molto importante. La risposta è data dalla lett. ee) che prevede che le attività di ristorazione, di cui vengono esplicitamente fatti rientrare anche i pub ed i bar, possono essere esercitate sino alle 24 con consumo al tavolo e sino alle 21 in assenza di consumo al tavolo.Rimane garantita la consegna a domicilio e l’asporto. E’ vietata la consumazione sul posto o nelle adiacenze dopo le ore 21 e anche prima delle 21 è consentita solo se si evita l’assembramento e si mantiene la distanza di sicurezza".

Cosa succede ai lavoratori anche se non dipendenti?

"Le attività dovrebbero essere svolte in smart working, devono essere incentivate le ferie ed i congedi retribuiti. Devono essere previsti protocolli più severi anti-contagio e devono essere incentivate le operazioni di sanificazione dei luoghi".

I successivi articoli del DPCM non assumono particolare rilevanza poiché si limitano a ribadire le normative precedentemente emanate, tanto per lo svolgimento in sicurezza delle attività produttive industriali e commerciali, quanto relativamente ai viaggi e agli spostamenti. L’art. 11, denominato esecuzione e monitoraggio prevede che sia il Prefetto ad assicurare il rispetto delle misure tutte contenute nel decreto. Il rispetto potrà essere assicurato avvalendosi delle Forze di polizia, dei Vigili del Fuoco, Ispettorato del Lavoro e Carabinieri.

LE TESTIMONIANZE DI CHI STA GETTANDO LA SPUGNA

Qualcuno ha già chiuso la propria attività, altri lo faranno entro la fine dell'anno. A soffrire maggiormente saranno i locali serali e i ristoranti, quelli che avevano già chiuso a pranzo per via dello smart working e che riuscivano ad andare avanti lavorando su più turni la sera, soprattutto del fine settimana. E' il quadro drammatico che emerge da un'indagine effettuata dal gruppo Ristoratori Toscana, che rappresenta mille imprese a Firenze e 15 mila in Toscana, tra i propri associati, non appena sottoscritto il nuovo Dpcm.  Secondo il sondaggio, il 30% delle attività chiuderà, di questi il 5% solo per i mesi invernali in modo da riprendere l'attività a marzo.

Il 40%, di chi cercherà di resistere, soprattutto i ristoranti che si trovano nelle periferie, avranno una perdita del 30% mentre gli imprenditori che lavorano nel centro storico denunciano cali di fatturato che con le nuove disposizioni raggiungeranno anche l'80%. Il 97,6% dei pubblici esercizi boccia il Dpcm. I punti che mettono maggiormente in difficoltà le aziende sono la chiusura a mezzanotte che, per il 35% degli intervistati equivale a perdere il secondo turno di lavoro, quello delle persone, soprattutto giovani, che al ristorante o in pizzeria arrivavano verso le 23.

Per il 50%, al di là delle nuove direttive, sarà l'effetto paura a svuotare ulteriormente le strade della città. Il 10%, invece, dichiara che saranno i limiti per cene o pranzi di matrimonio, battesimo o fra amici e per feste di compleanno a mettere in crisi l'attività. Per il 5% il nuovo Dpcm non cambierà di una virgola la situazione in quando l'attività è già avviata alla chiusura definitiva.

Per il portavoce del gruppo Ristoratori Toscana, Pasquale Naccari “lo stop a mezzanotte per i locali non ha alcun senso, perché per evitare assembramenti l'unico modo è dilatare gli orari". “Auspichiamo – prosegue Naccari - un credito di imposta o un fondo per le locazioni, oltre ad un aiuto per l'acquisto dei dispositivi di sicurezza, visto che nel decreto agosto c'è il credito di imposta per gli hotel fino a dicembre su cui però non rientrano i ristoranti”. Inoltre, conclude, “il limite dei 5 milioni di fatturato è stato eliminato a tutte le categorie tranne che alle attività di ristorazione. Per questo proponiamo che nella conversione del decreto siano inserite anche le attività di somministrazione”.

“Noi -scrive Domenico Capezzoli, coordinatore provinciale dell'Italia dei Valori di Lucca- interveniamo sulla chiusura anticipata dei locali, ricordando ai signori del Governo che l'emergenza non è solo sanitaria ma soprattutto economica. Se continua la situazione continua Capezzoli, si va verso un rischio certo di chiusura definitiva. I nostri governanti continuano ad emanare Dpcm ridicoli, servono interventi concreti, per esempio come già dichiarato da Confesercenti un sostegno a fondo perduto, per salvaguardare le imprese penalizzate da perdite di fatturato derivati dalle conseguenze delle misure di contenimento e prorogare gli ammortizzatori sociali.

Italia dei Valori esprime la propria vicinanza ai gestori, anzi fa di più: chiediamo ufficialmente alle istituzioni locali, ai sindacati e a tutta la politica locale, un tavolo di confronto per affrontare la situazione. Va fatto subito, non dobbiamo e non possiamo attendere. A giorni avvieremo varie iniziative, se serve anche legali, faremo la nostra parte" conclude Capezzoli.

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