Donne in vetrina: Salvini lascia la Lega

Il consigliere regionale annuncia di abbandonare il Carroccio: entrerà nel Gruppo Misto ma non lascerà la presidenza della Commissione Controllo. Rottura totale: gli ex colleghi di partito hanno lasciato l'aula quando lui ha iniziato a parlare

Redazione Nove da Firenze
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24 settembre 2019 19:23
Donne in vetrina: Salvini lascia la Lega
foto agenzia Dire

(DIRE) Firenze, 24 set. - "Da questo momento non faccio più parte della Lega. Entrerò a far parte del gruppo Misto". Il consigliere regionale Roberto Salvini finito nella bufera per aver suggerito nel corso di una seduta della commissione Sviluppo economico dell'assemblea toscana di rilanciare il turismo termale mettendo le donne in vetrina, sulla falsariga di quanto avviene nel Nord Europa getta la spugna, ma a metà. Prende atto di non fare più parte del Carroccio, a seguito della sospensione decisa dal gruppo sino alla fine della legislatura. Tuttavia non molla il suo incarico istituzionale più delicato, la presidenza della commissione Controllo. 

Avviene al termine di un lungo dibattito in Consiglio regionale nel quale diventa bersaglio degli strali degli altri gruppi, capitanati in questa battaglia dalla vicecapogruppo del Partito democratico, Monia Monni. "Siccome non ho sentito da parte sua il minimo ripensamento - afferma la consigliera- chiedo a Salvini di dimettersi. Ogni minuto che passa qui è una offesa alle istituzioni e alle donne. Non è degno di sedere sulla poltrona di presidente della commissione e su quei banchi di consigliere".

Il confronto sfocia nella presentazione da parte di Monni e nella successiva approvazione a larghissima maggioranza in assemblea toscana di una mozione che impegna il presidente Eugenio Giani a chiedere alla commissione di rimuovere Salvini dalla presidenza. Ma il diretto interessato non sembra dello stesso avviso: "Non lascio la carica perché il regolamento non lo prevede", ribatte serafico ai cronisti ai quali, peraltro, spiega la propria versione dei fatti sulle dichiarazioni che hanno innescato la polemica e l'allontanamento dalla Lega. Quello delle donne in vetrina "era solo un esempio, penso che sia stato proprio un equivoco. Non ho mai fatto nessuna proposta. Ho solo fatto un esempio di come vengono gestite certe attività". 

Una riflessione che Salvini sviluppa più chiaramente in aula: "L'obiettivo del mio intervento era mettere in sicurezza il Paese, le lavoratrici che svolgono quell'attività, togliere l'evasione fiscale, le mafie dalle nostre strade". Il nocciolo, specifica, "era di rimuovere il malcostume, le mafie, perché i topi vanno dove c'è il formaggio". L'ormai ex leghista si scusa coi colleghi per le difficoltà create dalle sue esternazioni, ma al tempo stesso lancia una frecciatina: "Mi meraviglio di aver perso il posto nel gruppo perché la Lega ha sempre sostenuto che la prostituzione deve essere regolamentata". 

E sulla denominazione che darà alla propria componente nel gruppo Misto lancia un messaggio sibillino: "Ho un nome anche importante". La rottura è totale da entrambe le parti. Tanto che quando Salvini prende la parola i consiglieri leghisti si alzano ed escono dal salone dell'assemblea: "Vogliamo prendere le distanze anche visivamente da questa persona", spiega la capogruppo del Carroccio, Elisa Montemagni. La leader leghista cavalca le richieste di Pd e 5 Stelle: "Siamo noi a chiedergli - aggiunge- che lasci la presidenza della commissione Controllo, perché stava lì in rappresentanza della Lega. È nel nostro interesse che si dimetta, perché non ci rappresenta più".

(Cap/ Dire)

In serata, poi, è stata votata a larghissima maggioranza – Pd, M5s, Sì-Toscana a sinistra, Forza Italia, Fdi e gruppo Misto – la mozione sulle “ingiustificabili, vergognose e aberranti affermazioni pronunciate dal consigliere della Lega Roberto Salvini”, firmata da 28 consiglieri e illustrata dalla prima firmataria, Monia Monni (Pd).

La mozione, che richiama dichiarazioni diffuse in commissione sviluppo economico, e quelle successivamente rese dal consigliere a organi di stampa, impegna il presidente del Consiglio regionale a “condannare con il massimo della fermezza” le parole di Salvini “riguardo alle donne, alle persone extracomunitarie, alla comunità LGBT e ai giornalisti”. La mozione impegna contestualmente il presidente dell’assemblea a rivolgersi ai componenti della commissione Controllo del Consiglio, di cui Salvini è presidente, “affinché si proceda immediatamente alla presentazione della mozione di sfiducia, in quanto la sua permanenza rischia di nuocere gravemente all’onorabilità e al prestigio della massima Istituzione regionale che siamo chiamati a rappresentare”.

È stato presentato dal consigliere Francesco Gazzetti (Pd) e approvato anche un emendamento che esprime “sostegno e apprezzamento riguardo all’iniziativa assunta dalla consigliera Monni” per aver diffuso il filmato con le dichiarazioni fatte da Salvini in commissione il 19 settembre scorso.

La mozione ricorda che “solo successivamente al rifiuto di rimuovere il video-denuncia” da parte della consigliera Monni, il commissario della Lega toscana “dava tardivamente indicazione alla capogruppo leghista, Montemagni, di procedere alla sospensione del consigliere Salvini dal gruppo”, dati “i toni e i contenuti delle dichiarazioni” rese, considerati “di una gravità tale che non possono essere sottovalutati e presi alla leggera”.

Secondo la mozione, ancora, la richiesta della capogruppo della Lega, Elisa Montemagni, di rimuovere il video, è “una richiesta di censura” che “rappresenta un chiaro tentativo volto a nascondere le parole pronunciate dal suo collega di partito dinanzi all’opinione pubblica”.

Il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, richiamato sul punto da Elisa Montemagni e anche da Jacopo Alberti (Lega) – che hanno citato precedenti casi nei quali era stato loro richiesto di rimuovere foto e video non autorizzate –, ha ribattuto che si tratta di “un caso balzato all’attenzione per questioni di merito, che superano qualsiasi disquisizione sull’articolo 38 del regolamento”. Il regolamento permette la pubblicità dei lavori delle commissioni – “ove ricorrano particolari circostanze” e si trattino temi di rilevanza generale – anche con l’accesso di giornalisti e telecamere nella seduta, ma solo se autorizzato dal presidente del Consiglio almeno tre giorni prima della seduta.

“Io affermo che di fronte a un caso come questo avrei autorizzato nel modo più assoluto – ha detto Giani –; ritengo che la procedura, a posteriori, consenta la mia autorizzazione, ricorrendo le particolari circostanze e la rilevanza di interessi generali”. “Il consigliere Salvini è stato sospeso anche dal suo partito”, ha ricordato il presidente”, rimarcando le valutazioni offensive “rivolte alle donne, all’assemblea e alla nostra comunità” e richiamando anche ragioni di “trasparenza”.

La mozione, accanto alla “netta condanna” delle parole pronunciate, esprime solidarietà “alle donne”, “alle persone extracomunitarie e alla comunità LGBT”, all’Ordine dei Giornalisti, alle dipendenti e ai dipendenti del Consiglio regionale della Toscana.

La capogruppo Elisa Montemagni ha chiarito a nome della Lega che le affermazioni di Salvini sono state fatte a titolo personale e che si sono rese evidenti soprattutto nelle dichiarazioni alla stampa successivamente al video. Di qui la decisione di sospendere il consigliere dal gruppo. “Le sue affermazioni non sono legate in alcun modo all’ideologia della Lega”, ha detto la consigliera, “le sue dichiarazioni sono personali”. “Chiedo scusa io per Salvini”, ha concluso , per questa “brutta pagina della politica regionale”. Montemagni ha anche precisato che nel ruolo di presidente della commissione di Controllo, Salvini non rappresenta più la Lega.

La capogruppo ha poi chiesto di poter emendare la mozione così da evidenziare la separazione tra quanto dichiarato da Salvini e le posizioni della Lega, ma la richiesta è stata rifiutata dalla maggioranza. 

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