Domani manifestazione nazionale indetta dal comitato "Priorità alla scuola"

C'è l'adesione della Cgil e della Flc di Firenze. Il presidente Anci Toscana Biffoni: "Preoccupati per le linee guida della ripartenza"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 giugno 2020 23:55
Domani manifestazione nazionale indetta dal comitato

Gli istituti scolastici sono stati i primi a chiudere, ma adesso la situazione non è ancora tornata alla normalità.La situazione non è migliorata col tempo: il Ministero dell’Istruzione ha agito in maniera contraddittoria, fino all’ultimo piano di riapertura per settembre. Il Covid-19 ha scoperchiato il vaso di Pandora delle evidenze preesistenti.

"Siamo piuttosto perplessi e molto preoccupati riguardo le linee guida del Ministero sulla riapertura delle scuole a settembre". E' quanto afferma Matteo Biffoni, presidente di Anci Toscana e sindaco di Prato, dopo le anticipazioni sui come sarà organizzato il ritorno sui banchi degli studenti italiano. "Le bozze uscite - spiega Biffoni - sembrano non rendersi conto fino in fondo del ruolo e dell'impegno chiesto ai Comuni: soprattutto per trovare gli spazi necessari, ma anche per gestire i nuovi bisogni per le mense, per trovare il personale necessario, per i possibili assembramenti fuori delle scuole.

Non si può scaricare tutto sui sindaci: noi siamo pronti a fare la nostra parte, come sempre, ma non è giusto, e non sostenibile, che tutto ricada sulle nostre spalle. Mi auguro che il Ministero ci ascolti - conclude Biffoni - è necessario rivedere le indicazioni attuali, tenendo conto dei nostri problemi e assumendo come valore i nostri suggerimenti".

Una manifestazione è stata indetta per domani dal Comitato Priorità alla Scuola, a cui molte realtà del sindacalismo hanno aderito. L'appuntamento a Firenze è alle ore 18:00 davanti all’ingresso della Biblioteca Nazionale in piazza dei Cavalleggeri.

Dicono Cgil e Flc Cgil Firenze: "Sorprende negativamente come in queste settimane siano di fatto ripartite praticamente tutte le attività ma la riapertura delle scuole non sia mai stata presa in considerazione. Pretendiamo di riprendere l’attività didattica fin dall’inizio del prossimo Anno Scolastico. E vogliamo essere messi nelle condizioni di farlo, nel rispetto di chi ci lavora (sia esso personale diretto o in appalto), degli studenti e dei genitori. La CGIL offrirà sempre le proprie proposte e idee al dibattito e si impegna ad allargare il confronto in modo da coinvolgere l’intera comunità educante.

Ora serve un piano concreto in grado di far ripartire le scuole. Chiediamo che vengano prese tutte le soluzioni necessarie, ma non possiamo aspettare oltre. Vogliamo riaprire le scuole, tornare a lavorare con i nostri studenti, far ripartire il motore del nostro paese, partendo dalla centralità della scuola. Servono nuove assunzioni, si facciano velocemente!Servono nuove strutture, più ampie e meglio attrezzate, si trovino!Serve un piano di tutela e sicurezza, si definisca con il contributo di tutte le parti!Servono nuovi strumenti informatici, si definiscano quali e come usarli, sapendo che la didattica a distanza non può e non deve essere la soluzione".

"Come SI Firenze siamo impegnati ogni giorno al fianco del personale della scuola per contrastare le politiche che in questi anni, anche a Firenze, hanno portato al suo impoverimento e all’uso sempre più frequente dell’appalto esterno come strategia di gestione del tempo scuola -interviene Pietro Poggi, Coordinatore Sinistra Italiana Firenze- Domani saremo in piazza insieme ad insegnanti, genitori, studenti e personale della scuola perché riteniamo che il nostro ruolo sia accompagnare e accogliere le istanze di rinnovamento e riscatto nel loro percorso di riconoscimento e perché condividiamo la richiesta per una ripartenza della scuola pubblica che sia reale e faccia da base per un suo rilancio. Davanti all'emergenza sanitaria del paese la scuola deve essere oggetto di imponenti investimenti per garantire:

  1. miglioramento della qualità dell’aria indoor con investimenti sulle tecnologie e gli impianti delle scuole.
  2. adattamento degli spazi, resi più flessibili tramite interventi leggeri che consentano una modulazione degli stessi, al fine di garantire un ampliamento delle superfici delle aule
  3. reperimento di superfici aggiuntive recuperando gli edifici oggi parzialmente o totalmente inutilizzati e attrezzando gli spazi aperti delle nostre scuole per lo svolgimento delle attività educative.

L'emergenza sanitaria deve essere l'occasione per costruire una società migliore e la scuola pubblica dovrà essere uno dei suoi pilastri fondamentali".

USB Scuola in questi mesi ha messo al centro della sua mobilitazione nazionale il no deciso e convinto alla didattica a distanza, una lotta costante per i docenti precari e la rivendicazione di un concorso per titoli e servizio, un impegno incessante per il personale ATA internalizzato con l’obiettivo della trasformazione dei contratti part-time in full-time: “La crescita numerica e di consensi di questi mesi, certificata dalla manifestazione nazionale del 10 giugno che ha visto i lavoratori della scuola e gli studenti uniti dallo slogan formare un mondo diverso, ci spingono a continuare il nostro impegno per un ritorno a scuola in presenza e sicurezza, attraverso la riduzione del numero degli alunni per classe e un massiccio investimento per aumentare l’organico del personale docente e ATA, ridando centralità alla scuola pubblica statale nelle politiche economiche di questo paese”.

"In questi ultimi tre mesi nessuno ha mai interpellato il personale scolastico e i tanti appelli e lettere inviati al Ministero per chiedere misure adeguate sono rimasti inascoltati. A fronte di tutto questo però insegnanti, lavoratori/trici, studenti e famiglie hanno non solo resistito, ma trovato soluzioni. Lo hanno fatto mettendo in campo misure che individuavano di volta in volta come necessarie -si legge in un documento della Federazione Toscana del Partito dei CARC- Insegnanti ed educatori (gli stessi che oggi vengono scaricati e lasciati a casa senza lavoro e stipendio) si sono attivati da subito per assicurare la continuità del servizio d’istruzione e per non lasciare indietro nessuno coordinandosi con studenti e famiglie; con queste ultime hanno poi promosso iniziative che, in sicurezza, hanno permesso di fare esperienze per riprendere le lezioni in presenza.

Negli ultimi mesi il coordinamento tra famiglie, studenti e lavoratori della scuola si è mobilitato per portare nelle strade e nelle piazze, davanti alle istituzioni, le misure necessarie da attuare. Questi mesi hanno dimostrato quindi chiaramente chi ha realmente gestito l’emergenza all’interno della scuola in maniera positiva per tutto il sistema dell’istruzione. Gli stessi che ancora oggi dimostrano di individuare le misure necessarie per una riapertura che persegua questo fine: risorse straordinarie; personale docente e Ata adeguato alle esigenze della scuola; assunzione dei docenti precari dalle graduatorie provinciali; internalizzazione di docenti e educatori; maggiore numero di spazi per tutte le scuole di ogni ordine e grado; investimenti strutturali per l’edilizia scolastica; e prevenzione sanitaria nelle scuole".

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