Domani all'Odeon la prima nazionale del roadmovie di una generazione disillusa

Visto da oltre 2 milioni di spettatori. In sala ospiti i due registi, Nathanael Coste e Marc de la Menardiere

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 febbraio 2017 18:05
Domani all'Odeon la prima nazionale del roadmovie di una generazione disillusa

Dal 13 al 15 febbraio al cinema Odeon di Firenze sarà in programmazione il documentario “Alla ricerca di un senso” di Nathanaël Coste e Marc de la Ménardière, che lunedì 13 alle 21.00 presenteranno il film in sala. Il documentario sarà replicato martedì 14 alle 18.30 e mercoledì 15 alle 21.00.

“Alla ricerca di un senso” è stato prodotto anche grazie al crowdfunding, ed è stato visto da oltre due milioni di spettatori. Si tratta di un road-movie di una generazione disillusa. I temi affrontati spaziano dalla critica alla modernità alla crisi ambientale, dalla conoscenza di sé alla forza della società civile. Gli autori ci invitano a condividere il loro modo di rimettersi in discussione interrogando la nostra visione del mondo. Tra i numerosi testimoni che Nathanaël e Marc incontrano lungo il cammino: la Nobel per la pace Vandana Shiva, il monaco pacifista Satish Kumar, l’astrofisico Trinh Xuan Thuan, e inoltre Pierre Rabhi, tra i precursori dell’agro- ecologia e il filosofo Frédéric Lenoir. Tutti contribuiscono a indurre lo spettatore a riconsiderare il rapporto con la natura, con la felicità e con il senso della vita.

A 10 anni dal loro ultimo incontro, Nathanaël ritrova Marc a New York. Nathanaël ha appena finito un film sul problema dell’acqua in India, mentre Marc, a New York, esporta acqua in bottiglia per una multinazionale. Nathanaël, prima di partire, regala a Marc alcuni suoi documentari sulla mercificazione del mondo. Questi lavori convincono Marc a partire per l’India e a raggiungerlo. Equipaggiati di una piccola telecamera e di un microfono, Marc e Nathanaël, cominciano un’indagine sulle cause dell’attuale crisi mondiale e da dove può arrivare il cambiamento. Dall’India al Guatemala, passando per San Francisco e l’Ardèche, le loro convinzioni iniziano a vacillare. Costruito intorno a testimonianze autentiche il loro viaggio è un invito a riconsiderare il nostro rapporto con la natura, con la felicità e con il senso della vita e la capacità di portare il cambiamento in noi stessi e nella società.

“Alla ricerca di un senso” è prodotto da Kamea Meah ed è stato co-prodotto da 963 finanziatori dal basso che lo hanno sostenuto dando fiducia al progetto. Il film, che ha già all’attivo numerosi riconoscimenti, è sostenuto dall’Associazione Colibrì che lo diffonde attivamente nel contesto della sua campagna civica: “une (R)évolution intérieure”. Il film è distribuito in Italia da Cineama.

«La prima tappa del cambiamento consiste nel prendere coscienza che le crisi attuali derivano dal nostro modo di vedere il mondo – dichiarano i due registi - Per i nostri intervistati, da 200 anni la nostra civilizzazione occidentale si è costruita su una visione materialista e meccanicista del mondo. Questa visione ha separato l'uomo dalla natura, il corpo dallo spirito e nega la dimensione interiore e il mistero dalla vita. Questa visione ha eretto la competizione a una legge naturale, l'avidità a una qualità benefica per l’economia, l'accumulazione di beni materiali come finalità dell’esistenza...

Ed è mettendo in questione questi dogmi, la loro veridicità e le loro conseguenze, che una metamorfosi individuale e della società può divenire possibile». «La rivelazione del nostro viaggio è la comprensione che l'uomo e la biosfera formano un tutt'uno interconnesso e interdipendente – continuano - Secondo le saggezze antiche, noi siamo le cellule di un grande organismo vivente. Oggi la nostra incapacità di vederlo ci porta all'autodistruzione. Il fatto che in tutto il mondo tantissime persone condividano questa visione è stata per noi una scoperta.

Da questa consapevolezza essi condividono altresì un'indignazione, molto ben espressa da Vandana Shiva: “La reale urgenza è di proteggere le condizioni per vivere sulla Terra!”. Per la nostra generazione, la grande questione è di capire come trasformare questa collera giusta in qualche cosa di positivo che faccia avanzare le cose».

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