Dl Salvini, Enrico Rossi: «Il ricorso alla Consulta è un dovere»

Eppure i sindaci potrebbero continuare ad accettare le iscrizioni all'anagrafe, nonostante la legge

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 gennaio 2019 21:08
Dl Salvini, Enrico Rossi: «Il ricorso alla Consulta è un dovere»

«La Regione Toscana che mi onoro di presiedere domani farà ricorso alla Corte costituzionale contro il decreto Salvini. Lo farà perché può, come sancito dalla Costituzione all’art. 127 e lo farà perché deve, come terra di diritti umani e solidarietà. Riteniamo che il decreto sicurezza tocca direttamente e indirettamente le materie concorrenti. Quelle su cui, come prescrive l’art. 117 della Costituzione, abbiamo potestà legislativa come Regione. Vale a dire: l’assistenza sanitaria, il diritto alla casa e all'istruzione.

Diritti essenziali che vanno garantiti senza distinzione di sesso, di razza e di religione. A conferma di quel che dico ricordo infatti che su queste materie abbiamo appena legiferato, presentando a fine dicembre una legge per la tutela dei «diritti essenziali della persona umana». Ricorriamo alla Consulta quindi anche in forza di questo. Questo nostro ricorso, ne siamo certi, interpreta inoltre il sentimento di migliaia di Sindaci e servitori dello Stato, di milioni di donne e uomini cittadini italiani.

Ricorrano i Sindaci e gli altri Presidenti di Regione, ricorrano i richiedenti asilo. Si è aperto un varco per ristabilire il rispetto dei diritti umani. Questa non è propaganda e non è provocazione, ma è la certezza che la ferita inferta può essere riparata. Il Ministro degli Interni che, essendosi sino ad ora accanito con buon gioco sugli ultimi e sui più deboli, deve ancora dar prova del suo coraggio, non perda questa occasione e impugni la nostra legge regionale. Si ricordi però che un suo alleato storico, il già premier Silvio Berlusconi, nel 2010, quando la Lega governava e faceva sanatorie con lui, impugnò un'altra nostra legge, gemella dell’attuale, perdendo dinanzi alla Consulta.

La bestia d’odio che Salvini ha scatenato nel paese e le battute di caccia al “capro espiatorio” che egli conduce in prima persona o per procura, potrebbero svelarsi presto per quello che sono: tigri di carta. Apparentemente terribili, ma in realtà impotenti» ha scritto su Facebook Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana.

"Il presidente della Toscana, Rossi, fara' ricorso contro il decreto perche' e' una legge disumana. Ma quando si fecero la legge Fornero e il Jobs Act Rossi non ha mosso un dito". Luigi Di Maio, vicepresidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, lo dice dall'Aquila. "Mi fa arrabbiare che un governo che finalmente alza le pensioni minime, crea un reddito di cittadinanza e fa quota 100 e' piu' criticato di quelli che hanno fatto la legge Fornero e il Jobs Act", lamenta Di Maio, dicendosi pero' certo che "fare campagna elettorale per sentirsi di sinistra sul decreto sicurezza sara' un boomerang".

"La situazione di oggi è colpa principalmente dei Governi Nazionali e locali a guida PD e della finta sinistra, che sono stati uguali ai governi di centrodestra anzi, che hanno generato questa deriva -interviene Salvatore Catello, Segretario regionale del Partito comunista della Toscana- Noi non ci siamo dimenticati delle leggi a favore dei grandi gruppi monopolistici europei e delle banche, delle leggi contro i lavoratori come il Jobs Act, della privatizzazione di tutto il possibile, dell'unica legge fascista fatta in Italia dal '45 e cioè il decreto Minniti, della repressione, delle varie riforme delle pensioni, della buona scuola e tanto altro ancora".

"È arrivato il ministro che ha deciso di far rispettare le regole. I sindaci sono pregati di applicare le leggi approvate dal Parlamento italiano, i governatori delle Regioni sono pregati di lavorare per aprire gli ospedali invece di chiuderli" dice il vicepremier Matteo Salvini in una diretta facebook dal suo studio al Viminale. "Il governatore ha annunciato ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto Salvini. Ma occupatevi un po' degli ospedali, occupatevi un po' dei treni, delle case popolari, provate ad aiutare gli agricoltori e i pescatori e i commercianti. Forse visto che non ne siete capaci avete bisogno di occuparvi dei problemi del resto del mondo", conclude Salvini.

"I sindaci devono continuare a fare le iscrizioni anagrafiche dei richiedenti asilo: il Decreto Salvini non prevede l’abolizione del diritto dei richiedenti asilo di iscriversi all’anagrafe, ma solo l’abrogazione della procedura semplificata di iscrizione". A sostenerlo è il Prof. Emilio Santoro, ordinario di Filosofia del diritto e diritto degli stranieri presso l’Università di Firenze e presidente del Comitato scientifico del Centro di documentazione l’Altro Diritto in un articolato parere tecnico che verrà inviato ad AnciToscana.

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