Discarica di Piombino, Fattori e Pecori: “Valutare la revoca della concessione a RiMateria”

Il Gruppo Consiliare Sì Toscana a Sinistra in Regione chiede lo Stop al conferimento dei rifiuti fino alla completa messa in sicurezza della discarica. Interviene anche il Comitato formato un paio di anni contro le aziende che trattano rifiuti, anche pericolosi a terra e a mare. Fattori, Sarti e Auletta: “La Regione realizzi studi epidemiologici sui residenti e reperisca i fondi per la bonifica ambientale delle Aree Sin-Sir di Livorno”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 marzo 2020 23:20
Discarica di Piombino, Fattori e Pecori: “Valutare la revoca della concessione a RiMateria”

Bloccare il conferimento di rifiuti alla discarica del polo industriale di Ischia di Crociano (Piombino) fino alla completa messa in sicurezza e valutare la revoca della concessione alla società RiMateria: è quanto chiede alla Giunta regionale una mozione presentata dai consiglieri del gruppo Sì Toscana a Sinistra, Tommaso Fattori e Paolo Sarti, insieme alla consigliera Monica Pecori. L’atto di indirizzo impegna inoltre il governo regionale a controllare nel modo più rigoroso il procedimento di valutazione di impatto ambientale relativo al progetto di ampliamento e a non autorizzare nuovi conferimenti finché la completa messa in sicurezza e le prescrizioni non saranno state rispettate.

“L’attività di conferimento dei rifiuti speciali è già stata sospesa per inosservanza delle prescrizioni relative alla gestione dei pozzi del biogas, al monitoraggio delle emissioni in aria e del percolato, alle coperture provvisorie e definitive”, hanno ricordato il capogruppo di Sì Toscana a Sinistra, Tommaso Fattori, e la capogruppo del gruppo misto, Monica Pecori, che hanno aggiunto: “inoltre, secondo quanto dicono le indagini, negli anni scorsi all’interno della discarica di RiMateria sono state riscontrate numerose irregolarità ancora più gravi, tra cui il conferimento illegale di rifiuti pericolosi.

La discarica è ancora in gran parte a cielo aperto e i cittadini che vivono nei centri abitati circostanti sono comprensibilmente molto preoccupati per la loro salute a causa del progetto di raddoppio dei volumi di conferimento. La VIA deve assicurare elementi di sicurezza incontrovertibili ed è sbagliato concedere nuove autorizzazioni fin quando non saranno eliminate le terribili maleodoranze causate da una discarica a cielo aperto che provoca disagi non più sopportabili dalla popolazione”.

"Piombino è una cittadina sul mare con una costa splendida, davanti l’isola d’ Elba, con una piazza nominata tra le più belle d’ Italia, con un potenziale turistico enorme mai sfruttato -intervengono anche i cittadini rappresentanti del Comitato salute pubblica di Piombino- E’ conosciuta ai più per una città industriale, dopo Taranto forse il maggiore centro siderurgico con altiforni ed acciaierie, purtroppo a ridosso delle case. E’ vero, un tempo questa realtà ha dato lavoro e prosperità un po’ a tutti, negli anni ottanta quasi 8000 persone vi lavoravano, fino al 2014 circa 2500.

Ma dopo la chiusura quasi totale si sono avvicendati vari investitori, da Khaled a Rebrab ed in ultimo a Jindal… tutti con grandi promesse ma ancora niente di realizzato. Un territorio dichiarato SIN, mai bonificato e circa 2000 persone che ormai da quasi 6 anni sono in cassa integrazione. L’ unica nota positiva è stata che, con gli impianti fermi, l’ aria in questi ultimi anni era migliorata, se non fosse che la precedente amministrazione , per una pessima gestione della società ASIU, di cui era socia di maggioranza che gestiva la discarica dei rifiuti urbani, è riuscita incredibilmente a generare un buco finanziario di quasi 50 milioni di euro .

Per cercare di rimediare al danno fatto, approfittando della creazione degli ATO da parte della Regione Toscana che imponeva di portare i rifiuti urbani in provincia di Grosseto, l'amministrazione passata ha pensato di sfruttare la discarica locale per conferirvi rifiuti speciali, portando la suddetta discarica dall’altezza di 9 mt. del progetto iniziale ad una quota di 36 mt. Pensate che questa discarica si trova ad appena 250 mt dalla località Colmata dove vivono circa 150 persone, insistono attività produttive legate alla cantieristica e un porto turistico.

Lo scorso anno, la passata amministrazione ha pensato bene di vendere a due società private il 60% delle quote della società che erano in suo possesso, perdendone così la maggioranza. La società, ormai a maggioranza privata, ha presentato in Regione un progetto per l’ aumento di volume di 2.850.000 metri cubi di rifiuti speciali. Per contrastare tutto questo, il Comitato si è opposto con tutte le sue forze , ha mobilitato per ben 3 volte la piazza con una partecipazione importante, chiedendo 2 referendum consultivi che sono stati regolarmente negati dalla Giunta Comunale.

Ma il progetto è andato avanti, le quote sono state vendute ed è stata chiesta e ottenuta la VIA alla regione per l’enorme aumento di volumi. E’ attualmente in atto un’ indagine della Magistratura di Firenze, perché sembra che in questa discarica siano stati conferiti rifiuti pericolosi falsificando le bolle di accompagnamento e pare addirittura che siano entrati quasi 100 fusti contenenti mercurio. Negli ultimi anni la città è stata invasa da un continuo odore acre che a volte diventa irrespirabile.

Gli abitanti di Colmata non possono neppure aprire le finestre e le loro case hanno perso il 90 % del loro valore. La discarica non è mai stata a norma, ha subito molte diffide, è stata sequestrata a seguito di un controllo dei NOE di Grosseto. Nel novembre scorso, dopo ulteriori segnalazioni da parte di ARPAT , la Regione Toscana aveva imposto un blocco al conferimento dei rifiuti nella discarica fino a quando la società non avesse ottemperato ad una serie di importanti prescrizioni. Ma alla fine di gennaio, la regione ha inspiegabilmente revocato il blocco, prescrivendo solo un programma di lavori di messa a norma a lunghissima scadenza.

Inoltre la società, sta ostacolando l’ esecuzione dei carotaggi che la cittadinanza ha chiesto a gran voce all’ Amministrazione Comunale, per verificare l’ eventuale presenza dei rifiuti pericolosi ipotizzati -continuano dal Comitato Salute Piombino-Val di Cornia- Alle elezioni Comunali del maggio scorso, la cittadinanza letteralmente stanca ed infastidita da questi soprusi antidemocratici ha mandato a casa dopo 70 anni l’ amministrazione di sinistra ed ora è in carica un’ amministrazione formata dalla destra e da alcune liste civiche che pur vicine alla sinistra, non ne potevano più della passata amministrazione.

Purtroppo però questa nuova amministrazione ha le mani legate per gli atti ormai approvati precedentemente . La lotta è veramente impari… sul territorio sono nate altre aziende che lavorano rifiuti pericolosi e che operano nelle aree adiacenti la discarica. Così di fatto stiamo passando da una monocultura industriale della lavorazione del ferro ad una monocultura basata sui rifiuti e questo nega indiscutibilmente la diversificazione che Piombino naturalmente doveva abbracciare sposando il turismo, l’ agricoltura biologica e lo sviluppo portuale.

E questa la chiamano Green Economy! -concludono dal Comitato Salute Pubblica Piombino Val di Cornia -Per completare l’ opera stanno anche progressivamente depotenziando il nostro ospedale: hanno spostato il punto nascita a Cecina , la chirurgia è ai minimi termini, cardiologia sta morendo, non c’è l’ emodinamica, il pronto soccorso senza attrezzature e tutto questo con la scusa di investire sugli ospedali di Cecina e di Livorno che hanno già vicino Pisa come centro di eccellenza.

La nostra zona che è decentrata, raccoglie tutte le utenze della Val di Cornia e oltretutto ha una sola strada di accesso alla città, ogni emergenza diventa una corsa contro la morte, specialmente in estate quando il traffico intasa completamente l’ unica via di accesso. E' da sottolineare che la seconda strada di accesso alla città è stata progettata da almeno 40 anni, ma ancora non abbiamo visto un cantiere aperto e si prevede che forse tra 6/7 anni sarà realizzato solo il primo tratto…di soli tre chilometri".

“La bonifica delle aree Sin-Sir della zona livornese è un problema grave che si trascina da decenni, con ritardi persino superiori a quelli di altre aree simili della nostra regione, dove un po’ di risorse per le bonifiche stanno iniziando ad arrivare, seppur del tutto insufficienti. Per quanto concerne l’area di Livorno e Collesalvetti occorre procedere quanto prima con la stipula di un Accordo di Programma che individui i necessari finanziamenti per avviare le azioni di recupero ambientale e uscire da questa stasi inaccettabile”. È quanto hanno affermato Tommaso Fattori e Paolo Sarti, consiglieri regionali di Sì Toscana a Sinistra, e Ciccio Aluetta, consigliere comunale a Pisa della coalizione Diritti in Comune.

Il gruppo regionale Sì Toscana a Sinistra ha appena depositato una mozione che impegna la Giunta regionale a realizzare studi epidemiologici di coorte sulla popolazione residente nei pressi del Sito di Interesse Nazionale (Sin) che interessa i comuni di Livorno e Collesalvetti per una superficie complessiva di oltre 20 chilometri quadrati.

“Peraltro – hanno aggiunto Fattori, Sarti e Auletta - la costituzione di uno specifico comitato incaricato di approfondire i dati epidemiologici per le popolazioni che vivono nelle vicinanze del Sin era stato annunciato anche dal Presidente della Regione Rossi”.L’atto di indirizzo chiede alla Giunta di attivare un monitoraggio continuo da parte di Arpat sulla centralina della raffineria Eni, con un’attenzione specifica a eventuali picchi d’idrogeno solforato, e di verificare l’iter dei lavori previsti da Eni per eliminare il problema delle maleodoranze.

“I dati del V Rapporto Sentieri, il programma di sorveglianza epidemiologica nei siti contaminati da bonificare promosso dal Ministero della salute, sono particolarmente eloquenti ed allarmanti: in questa area vi è un eccesso di mortalità e una maggiore incidenza di tumori oltre che di malattie respiratorie e dell’apparato digerente. Un recente rapporto dell’Inail ha evidenziato persino un eccesso di malattie professionali”, aggiungono i consiglieri. “Come ben sappiamo il lavoro di bonifica delle aree del Sin di Livorno e Collesalvetti non è neanche iniziato, dato che manca persino l’Accordo di Programma, e in oltre vent’anni non è stato approvato alcun progetto di bonifica”, hanno concluso Fattori, Sarti e Auletta.

“Come se non bastasse, la popolazione deve sopportare miasmi maleodoranti e irritanti per gli occhi e le vie respiratorie che interessano un’area che sta fra Livorno, Collesalvetti e Calambrone, nella provincia di Pisa”.

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