Diritti Civili: sabato prossimo a Firenze il Toscana Pride

Nove da Firenze dedica la settimana all'avanzamento di un'Italia rimasta indietro rispetto agli standard europei

Nicola
Nicola Novelli
13 giugno 2016 00:00
Diritti Civili: sabato prossimo a Firenze il Toscana Pride

Nella Firenze del compromesso storico e vincente tra sinistra italiana e cattolicesimo politico irrompe sabato un fenomeno imbarazzante: la battaglia per i diritti civili di gay e lesbiche. Che fine ha fatto la richiesta di patrocinio del Toscana Pride, che sabato prossimo sfilerà nelle strade del centro cittadino? Anche alla luce della strage nel gay bar in USA, il rifiuto di Palazzo Vecchio di patrocinare la parata per i diritti omosessuali, nel timore di una strumentalizzazione partitica, sbiadisce in pavido provincialismo. Ci penseranno i protagonisti della queer parade a impossessarsi della città e dei luoghi alla moda della settimana di Pitti, per trasformarli in una passerella rutilante, un laboratorio di politica, arte, musica e divertimento, in un formidabile caleidoscopio che globalizzerà la piccola Italia, avvicinandola, almeno per poche ore, all'Europa.

Sono migliaia le persone attese a Firenze sabato 18 giugno per sfilare nella grande parata dell'orgoglio lesbico, gay, bisex, trans, queer e intersex. Il corteo del Toscana Pride partirà da Piazza D'Azeglio alle ore 16.00 (concentramento dalle ore 15.00) e attraverserà le vie del centro storico fino a Piazza Indipendenza, dove si terrà l'evento di chiusura con interventi politici dal palco e le incursioni, tra gli altri, di Carlo Gabardini, Katia Beni & Anna Meacci e i Rio Mezzanino.

Nove da Firenze da domani racconterà le storie dei militanti LGBTQI e più in generale dei diritti civili e individuali. In un'inchiesta ad ampio raggio sull'avanzamento dei diritti civili nella legislazione italiana, dando voce ai protagonisti di una nuova stagione per la crescita delle tutele individuali e delle minoranze, che riporti l'Italia al pari delle nazioni d'Europa. Lo faremo con intervista ai portavoce di battaglie apparentemente differenti tra loro, ma accomunate dal rappresentare esigenze minoritarie di avanzamento dei diritti civili.

E' singolare rilevare come Marco Pannella prima di morire abbia fatto in tempo a veder approvata la nuova legge sulle unioni civili. Il grande artefice dell'eroica stagione del nuovo diritto di famiglia negli anni '70 ci ha lasciato con un'eredità parziale, frutto di una compromesso certificato, come all'epoca dei referendum su divorzio e aborto, da un presidente del consiglio fervente cattolico. E' tempo che il nostro paese ritrovi le forze laiche per lanciare una nuova stagione dei diritti civili e individuali delle minoranze. Che la giornata di sabato prossimo a Firenze sia di buon auspicio.

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