Diploma in 4 anni: una sperimentazione senza sconti

Il sottosegretario toscano Toccafondi spiega il decreto ministeriale che consente la sperimentazione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 agosto 2017 16:16
Diploma in 4 anni: una sperimentazione senza sconti

 “La sperimentazione delle 100 classi che svolgeranno in 4 anni il percorso di studi superiore, a partire dall’anno scolastico 2018/19, deve essere occasione di vera verifica e sperimentazione per tutto il sistema. Dal progetto si astenga chi pensa semplicemente di pubblicizzare una scuola con un anno in meno o ancora peggio promuovere un percorso dove si studia meno. Non ci sarà nessuno ‘sconto’ per gli studenti, dovrà essere garantito il raggiungimento di tutti gli obiettivi specifici di apprendimento del percorso di studi scelto. Ad ora le 12 scuole statali o non statali dove da alcuni anni è attivo un percorso uguale dimostrano che funzionano solo quelle con un progetto serio" così il Sottosegretario al Miur, Gabriele Toccafondi, commenta il decreto ministeriale che consente la sperimentazione del piano nazionale sperimentale per il diploma in quattro anni firmato dal Ministro Fedeli.

"Le scuole statali e non statali - continua Toccafondi - dovranno presentare un progetto insieme a vari soggetti del territorio, che si distingua per un elevato livello di innovazione, in particolare per quanto riguarda l’articolazione e la rimodulazione dei piani di studio, per l’utilizzo delle tecnologie e delle attività laboratoriali nella didattica, per l’uso della metodologia Clil, per i processi di continuità e orientamento con la scuola secondaria di primo grado, il mondo del lavoro, gli ordini professionali, l’università e i percorsi terziari non accademici.

Inoltre ciò che non sarà fatto nel quinto anno scolastico i ragazzi lo faranno in più durante i quattro anni sia come ore di lezione sia come programmi. È una occasione per tutti di mettersi alla prova e di sperimentare didattica innovativa e d'eccellenza, facendolo con un bando nazionale e i progetti presentati dalle scuole saranno valutati da una commissione tecnica ministeriale”.

In evidenza