Delegazione di donne palestinesi in Palazzo Vecchio

Sono state ricevute dal presidente del consiglio comunale Milani, poi un incontro all'associazione Nosostras per raccontare la loro storia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 ottobre 2019 18:12
Delegazione di donne palestinesi in Palazzo Vecchio

Bushra, Naijah e Nariman tre donne di Nabi Saleh un piccolo villaggio vicino a Ramallah sono state ricevute dal presidente del Consiglio Comunale di Firenze Luca Milani, accompagnate dall'associazione Assopace Palestina, dalla consigliera Barbara Felleca e dal consigliere Mirko Rufilli. Le tre donne fanno parte del Comitato Popolare per la Resistenza non violenta ed hanno raccontato le loro vite in una terra dove vivere è praticamente impossibile. Le loro difficoltà sono enormi anche sulle piccole cose come la lotta per rientrare in possesso dell'unica sorgente di acqua del villaggio sottratta con l'uso della forza dai coloni Halamish. Questa e altre storie sono al centro del loro racconto questo pomeriggio con l'associazione Nosotras in via Faenza, 103.

“Mi hanno molto colpito le loro storie, raccontate con una calma ed una tranquillità che davvero mi hanno stupito perché sono storie di violenza, sofferenze e prevaricazione. Ci hanno poi raccontato – aggiunge il presidente Luca Milani – che almeno cinque imprigionati nelle carceri stanno facendo da molti giorni lo sciopero della fame ed in modo particolare una ragazza di 22 anni che è giunta davvero all'estremo delle forze dopo 23 giorni di digiuno assoluto. A tal proposito hanno chiesto di informare l'opinione pubblica delle gravi condizioni in cui questi prigionieri si stanno trovando.

La questione palestinese – spiega ancora il presidente Milani – non è più al centro delle agende politiche delle Nazioni, perché è passata in second'ordine rispetto ad altre criticità, invece ancora adesso è centrale per risolvere una problematica che da 70 anni non trova soluzione. Dobbiamo ancora lavorare per realizzare un unico stato che possa offrire il diritto di vivere nella pace e nella fratellanza due popoli diversi che, inevitabilmente, dovranno trovare il modo di convivere”.

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