Decreto Sicurezza, Nardella: "A Firenze non violeremo la legge"

Ma il primo cittadino riunirà le organizzazioni del volontariato per discutere come sterilizzarne gli effetti, mentre è rivolta dei sindaci del Pd capeggiata da Leoluca Orlando

Redazione Nove da Firenze
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03 gennaio 2019 14:10
Decreto Sicurezza, Nardella:

(DIRE) Firenze, 3 gen. - "A Firenze non violeremo alcuna legge, non daro' alcuna istruzione in questo senso, ma apriremo un tavolo con tutto il mondo del volontariato, del terzo settore, del lavoro e delle istituzioni locali per azzerare gli effetti nefandi e negativi di questo decreto in attesa che si apra una vertenza vera a livello nazionale non per sospendere la legge, ma per riscriverla in molte sue parti". Lo annuncia, nel corso di una breve conferenza stampa, il sindaco di Firenze, Dario Nardella, tornando sul tema del decreto Sicurezza.

Lunedi' prossimo il primo cittadino riunira' le organizzazioni del volontariato per discutere di come sterilizzare gli effetti del decreto legge voluto dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini. E conta di poter ricevere un supporto anche dalla Toscana: "Se la Regione aiuta nel coinvolgimento di tutto il mondo del volontariato siamo ben contenti", sottolinea. La posta in gioco, del resto, e' molto significativa per le amministrazioni comunali. La norma, punta il dito, "produce piu' clandestini perche' genera caos ed aumenta l'insicurezza nelle nostre citta'.

Ci troveremo da qui alle prossime settimane migliaia di immigrati, richiedenti asilo, in mezzo alle strade che finiranno fra le mani della criminalita' organizzata o comune". Un ministro dell'Interno, prosegue, "si dovrebbe occupare di questo, non di intimidire i sindaci, ma di ascoltarli perche' noi abbiamo a cuore la sicurezza dei nostri cittadini".

Nardella parla di numeri molto seri, rischia di finire sbattuto fuori dai centri di accoglienza circa il 50% degli attuali richiedenti asilo. Un provvedimento che potrebbe riguardare 900 persone nella provincia di Firenze. Tuttavia, Nardella non si accoda all'approccio piu' conflittuale scelto dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando: "Firenze ha un suo modello- fa notare-. Il nostro modello coniuga legalita' ad accoglienza. Il mio e' buonsenso, non e' buonismo ed il nostro obiettivo e' riscrivere una legge sbagliata e pericolosa, perche' genera piu' insicurezza e soprattutto mette in mezzo alla strada migliaia di persone con il rischio di morire o di finire in mano alla criminalita' visto che questo governo non sta facendo neanche i rimpatri che aveva promesso". È un fatto "molto chiaro- conclude-: il decreto non e' contro gli immigrati, e' contro i cittadini".

"Non mi stupisco che la rivolta dei sindaci del Pd contro l'applicazione di una norma statale sia capeggiata da Leoluca Orlando, uno che, curriculum alla mano, di vicende giudiziarie se ne intende bene. Mi sorprendo, piuttosto, che ci siano colleghi che lo assecondino". Lo sostiene, in una nota, il sindaco di Cascina (Pisa) e leader della Lega in Toscana, Susanna Ceccardi, alle parole del primo cittadino di Palermo, Leoluca Orlando, che invita il suo ufficio Anagrafe a disobbedire all'applicazione del decreto sicurezza.

"Leoluca Orlando brandisce oggi la Costituzione millantando presunti diritti dei migranti negati- aggiunge-. Ma la stessa Costituzione parla di diritto al lavoro: e dov'era Orlando ieri quando i suoi compagni di partito votavano la riforma Fornero che la lasciato per strada migliaia di italiani?". Al sindaco di Palermo, conclude Ceccardi, "forse sfugge che un decreto, prima di diventare legge, deve essere firmato dal capo dello Stato. Nel caso del decreto Sicurezza, la firma apposta e' di un suo concittadino, ovvero Sergio Mattarella".

"Stiamo valutando insieme ai nostri avvocati e con alcuni costituzionalisti anche una strada perche' si possa arrivare alla Corte Costituzionale, ben sapendo che i Comuni non hanno la facolta' di fare un ricorso diretto, ma possono appellarsi al giudice ordinario o al giudice amministrativo affinche' venga posta la questione in via incidentale". Lo afferma il sindaco di Firenze, Dario Nardella, rispondendo ai giornalisti che gli chiedono se il Comune pensa di portare lo scontro sul decreto Sicurezza anche sul terreno della controversia legale, alla luce dei dubbi di costituzionalita' sollevati nelle ultime settimane da numerosi giuristi.

Nel decreto Sicurezza "piu' che poteri ci sono fregature, perche' ai sindaci viene addossata tutta la responsabilita' di gestire un problema" come quello dell'accoglienza dei migranti "che diventa di ordine pubblico e che spetta, invece, al ministro dell'Interno. Il decreto Salvini porra' maggiori problemi di ordine pubblico". Lo dice il sindaco di Dario Nardella, replicando al ministro dell'Interno, Matteo Salvini, secondo il quale i primi cittadini che si oppongono al decreto Sicurezza dovrebbero rifiutare anche i maggiori poteri e fondi per loro previsti. "Il ministro che cosa fa coi 900 migranti che da qui ai prossimi mesi nella provincia saranno messi in mezzo alla strada? È questo il punto- aggiunge Nardella-. Non ci sono particolari aiuti nel decreto. Non si prevedono piu' forze dell'ordine, cosa che invece sarebbe stata auspicabile, ma soprattutto non si danno risorse significative".

"Non sono d'accordo con la posizione assunta da Luigi De Magistris e Leoluca Orlando. Un sindaco non puo' rifiutarsi di applicare una legge dello Stato". È quanto scrive su Facebook Antonello Giacomelli, vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai. "Sia ben chiaro, del decreto sicurezza non condivido niente; sono orgoglioso di averlo avversato e credo che questa buona battaglia debba continuare- scrive nel post Facebook il deputato Pd- Con la mobilitazione delle coscienze, il contrasto politico, l'impegno per cambiarlo.

Bene quindi ogni iniziativa dell'Anci in questo senso, bene ogni tentativo di ottenere una pronuncia di incostituzionalita' dalla Corte, bene ogni iniziativa politica per cancellare questa pagina vergognosa. Ma finche' e' legge va considerato come tale. L'idea che ogni sindaco applichi solo le leggi che condivide non e' accettabile. Per quanto difficile, e' fondamentale tenere insieme la tutela dei principi di umanita' e solidarieta' con il rispetto delle istituzioni e dei processi democratici. Per evitare di collaborare inconsapevolmente con quelli che hanno come obiettivo il superamento della democrazia rappresentativa.

Questo non significa affatto arrendersi ad una mentalita' egoista e inumana". "Lo ha detto benissimo il sindaco di Firenze, Dario Nardella, con parole che sottoscrivo, 'ci rimboccheremo le maniche perche' Firenze e' citta' della legalita' e dell'accoglienza, e quindi troveremo una soluzione per questi migranti, fino a quando non sara' lo Stato in via definitiva a trovare quella piu' appropriata'", conclude Giacomelli. (Vid/ Dire)

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