Decreto sicurezza bis: lo sdegno della Toscana dei diritti

La parlamentare e membro dell'ufficio di presidenza gruppo Pd alla Camera, Rosa Maria Di Giorgi: "Altro passo verso abisso democratico". Capezzoli (Idv Lucca): "Una boiata incostituzionale"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 agosto 2019 15:40
Decreto sicurezza bis: lo sdegno della Toscana dei diritti

"Il decreto sicurezza bis rappresenta un ulteriore passo verso l'abisso democratico in cui il governo giallo-verde sta trascinando il nostro Paese. La criminalizzazione della solidarietà contraddice infatti sia le leggi internazionale che regolano il soccorso in mare, sia gli stessi principi della nostra Carta costituzionale, mirabilmente sanciti nell'articolo due -è il commento della parlamentare e membro dell'ufficio di presidenza gruppo Pd alla Camera, Rosa Maria Di Giorgi- L'inasprimento delle pene per le manifestazioni mette in dubbio il diritto di esprimere pacificamente il proprio dissenso politico e sociale.

Mentre non una parola è dedicata alle vere emergenze di questo Paese che sono le mafie, la corruzione, il malaffare. Un impianto ideologico che usa la sicurezza, ovvero un'esigenza primaria di tutta la cittadinanza, come mero strumento di consenso, sulla pelle dei più deboli, facendo carne da macello di diritti e libertà basilari nella nostra cultura giuridica. In tutto questo colpisce ancora una volta il ruolo ancillare cui il Movimento Cinque Stelle si è condannato, pur detenendo la maggioranza dei parlamentari.

E' Salvini ancora una volta a dettare la linea, con Di Maio ed i suoi che si accodano. Siamo convinti che la società civile italiana, nonostante tutto, saprà trovare ancora una volta la forza per resistere a questa deriva della disumanità cui stiamo assistendo da mesi. Il Partito Democratico da parte sua deve porsi alla testa di un forte movimento di opposizione civile e di sdegno democratico che faccia sentire la propria voce, spiegando ai cittadini che un Paese civile non si costruisce nella lotta dei penultimi contro gli ultimi, ma nell'affermazione di diritti condivisi, sulla base dei principi costituzionali che hanno sorretto nei decenni la rinascita democratica del nostro Paese dopo il buco nero del Fascismo".

"Il M5S si genuflette ancora una volta e vota". Questo il commento su Facebook del presidente della Toscana, Enrico Rossi, all'approvazione definitiva in Senato del decreto Sicurezza bis. "La novita' di ieri- aggiunge- e' anche il fatto che si ristabilisce un confine certo tra destra e sinistra, che non esiste, come vorrebbe la propaganda grillina, una zona oltre queste fondamentali categorie della politica". Inoltre, prosegue ancora, "se ce ne fosse stato ancora bisogno, il voto al Senato conferma che questo governo durera' e che e' sciocco pensare a soluzioni politiche diverse o addirittura nuove alleanze".

L'opposizione suggerisce il governatore deve essere ferma e determinata "contro questo blocco di destra estrema che e' al governo, ha una larga maggioranza in Parlamento, e che e' egemone nel Paese". Il Pd ha di fronte a se' un cammino di "non breve durata". L'opposizione di sinistra, i democratici, "il mondo cattolico sensibile al messaggio del Papa, i liberali che hanno a cuore i diritti umani- dichiara- possono costruire nel Paese un grande movimento antirazzista e per la solidarieta' e contro questa destra estrema, nazionalpopulista, ispirata da Trump e amica di Putin".

Rossi se per un verso definisce incostituzionale il decreto e ne smonta l'efficacia, "non impedira' ai migranti di venire in Italia, come anche ieri e' accaduto", spiega, da un punto di vista politico sottolinea la scelta da parte di Fi e di Fdi di dare una mano al via libera del decreto. Segno che, afferma, "esiste a tutti gli effetti un'ampia maggioranza di destra che include anche Forza Italia e Fratelli d'Italia, di cui i pentastellati sono parte organica: schiavi come li definisce giustamente Zingaretti".

Il decreto Sicurezza bis continua a dividere Lega-M5s e Partito democratico. In Toscana, pero', il bisticcio politico si trasferisce sul terreno delle date storiche. Accade su Facebook dove il consigliere regionale del Partito democratico Stefano Baccelli, presidente della commissione Ambiente e territorio, per redarguire la capogruppo della Lega, Elisa Montemagni, colpevole ai suoi occhi di aver attaccato il vescovo di Lucca, confonde in un post l'anno dell'ingresso dell'Italia nella seconda guerra mondiale: il 1944 anziche' il 1940.

Ad accendere la discordia del giorno e' la presa di posizione di Montemagni che imputa al capo della arcidiocesi lucchese, Paolo Giulietti, che si e' schierato contro il provvedimento simbolo del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, di fare "bassa politica" e di non vedere che le chiese sono vuote, mentre le piazze del leader del Carroccio sono piene. Baccelli prende le difese dell'arcivescovo. Rispetto alla prima accusa, sostiene, Giulietti non sceglie una parte politica, ma di preservare il messaggio di solidarieta' e carita' contenuto nel Vangelo.

Quanto alle piazze affollate di Salvini, invece, il consigliere dem dedica un monito sotto forma di citazione storica: la foto di piazza Venezia e dell'annuncio della dichiarazione di guerra da parte di Benito Mussolini: "Sappiamo com'e' andata a finire", fa notare collocando quello scatto in un primo momento nel giugno 1944.

L'errore viene presto scoperto e corretto, come emerge da un'altra cronologia, quella delle modifiche del social di Zuckerberg, ma nel frattempo la frittata e' servita. E viene divorata di buon gusto sia da Montemagni, che dalla sua leader di riferimento, la commissaria leghista in Toscana, Susanna Ceccardi. "Sappiamo bene com'e' andata a finire appunto: chi non ha radici- commenta ironica la consigliera Montemagni- non ha storia, e probabilmente nemmeno la conosce". Piu' sferzante l'europarlamentare secondo la quale paragonare le piazze di Salvini con quelle di Mussolini e' una bestialità sia dal punto di vista storico che giuridico: "Visto che volete fare gli intellettuali, i radical chic, i saccenti- scrive Ceccardi- che insegnano agli altri ex cathedra almeno verificate le date storiche che citate a sproposito. Rimandato a settembre".

"Ieri -afferma Domenico Capezzoli referente dell’Italia dei Valori della provincia di Lucca- è stato votato dal Parlamento il decreto legge sicurezza Bis con la complicità non solo di tutta la destra ma anche del Movimento 5 stelle (decadenti). Il nostro partito esprime solidarietà a gli attacchi perpetrati al vescovo di Lucca Paolo Giulietti, per aver espresso una netta contrarietà a questo scempio. Questo decreto -scrive Capezzoli- restringe i diritti e non rispetta le leggi internazionali ma soprattutto la nostra carta costituzionale articolo 10”.

Le dichiarazioni continua la nota del partito, della capogruppo della Lega al consiglio regionale della toscana Montemagni accusando il vescovo di fare politica, gli facciamo presente che è un diritto dissentire ad una boiata fatta dal suo capo di partito, se ne faccia una ragione la signora, siamo in democrazia. Chi lo ha letto questo decreto ed ha buonsenso non può far altro che opporsi. Inoltre facciamo presente che mentre veniva votata la fiducia a questo Governo del cambiamento in peggio si questo decreto incostituzionale a Lampedusa sono sbarcati 48 persone ed apprendiamo che ci sono stati alcuni morti in mare, arrivati in autonomia con una barca e non era una ONG.

Anche il presidente emerito della corte costituzionale ha espresso dubbi. Ci auguriamo conclude Capezzoli che la corte costituzionale si esprima subito dopo la firma del Presidente della Repubblica alla quale chiediamo a gran voce Presidente Mattarella non firmi".

In evidenza