Da FdI un decalogo per gli immigrati: "Se non vi piace potete andarvene"

Fratelli d'Italia fa l'elenco delle "regole italiane". Dalla settimana prossima nelle città toscane il volantino tradotto in arabo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 ottobre 2014 14:14
Da FdI un decalogo per gli immigrati:

Prenderà il via la settimana prossima il tour organizzato dal gruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale fra i luoghi più frequentati dagli immigrati nelle città della Toscana. Obiettivo: consegnare loro il decalogo del rispetto delle regole italiane. "In Italia si parla italiano, i bambini vanno mandati a scuola e le ricorrenze, come Natale o Pasqua, vanno festeggiate, la donna non si tocca. I diritti dei lavoratori vanno rispettati, non si produce e commercializza prodotti falsi, a giro si va a volto scoperto e non si sputa per terra".

E "se queste regole della nostra civiltà non sono di tuo gradimento nessuno ti obbliga a rimanere qui", si spiega nel volantino, tradotto anche in lingua araba. "Con questa iniziativa vogliamo semplicemente difendere e rivendicare le usanze e i costumi dell'Italia - spiegano il capogruppo di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli e i consiglieri Paolo Marcheschi e Marina Staccioli - rispettare le usanze di un paese è semplicemente una base di partenza per poterci rimanere: chi non le gradisce può tranquillamente andarsene".

Il decalogo si intitola "In Italia si usa così". Ecco le dieci regole che contiene:

1) Sei in Italia, parla italiano: imparare la nostra lingua è fondamentale per potersi far comprendere e dimostrare volontà di integrazione2) I bambini vanno a scuola: frequentare la scuola, per costruire una coscienza civica e sviluppare la convivenza, è fondamentale per il futuro dei tuoi figli3) La donna non si tocca nemmeno con un fiore: che sia moglie, figlia, fidanzata o altro, devono esserle riconosciuti tutti i diritti. In nessun caso le donne vanno picchiate, per nessun motivo.4) Usi, costumi e tradizioni sono anche i tuoi: rispetta le tradizioni italiane, perché la nostra identità si fonda soprattutto su un patrimonio condiviso.

Il Natale e la Pasqua vanno celebrati, anche nelle scuole, a prescindere dal tuo credo religioso5) Il lavoro ha le sue regole: non si vendono prodotti con firme false e non si vende senza autorizzazioni. Se si apre un’azienda si rispettano le norme sulla sicurezza sul lavoro, si concedono ferie e malattie ai dipendenti e si rispettano turni di lavoro che permettano anche il riposo6) Non si può stare in luoghi pubblici con il volto coperto7) Pulizia e decoro: essere puliti e non sporcare città, giardini e marciapiedi è importante per la salute di tutti8) Prega chi vuoi, ma non disturbare: noi ti garantiamo la libertà di vivere qualsiasi religione, ma non puoi disturbare o offendere chi ha credi diversi, si dichiara ateo o professa la nostra religione tradizionale.9) Rispetta la città: sputare per terra è sgradevole, urinare per terra o sui marciapiedi è vietato10) Macellazione responsabile: no agli sgozzamenti clandestini e ai rituali (Halal) che recano inaccettabili sofferenze agli animali destinati al consumo alimentare.

“Il volantino di Fratelli d’Italia è un’istigazione all’odio e alla xenofobia. Gli esponenti del partito ritirino subito questo manifesto ed evitino la diffusione nelle città. Facciamo appello all’Unar, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio, affinché venga esaminato il testo del volantino stesso” questo l’appello lanciato dalla parlamentare toscana Marisa Nicchi (capogruppo Sel in Commissione Affari Sociali alla Camera) dopo aver appreso della distribuzione del manifesto di Fratelli d’Italia dal titolo ‘In Italia si usa così” nei luoghi delle città toscane dove c’è un’alta percentuale di immigrati. “I dieci punti contenuti nel volantino – dice l’onorevole Nicchi – contengono generalizzazioni allucinanti, che etichettano l’immigrato.

Si chiede ai cittadini stranieri di “non sputare” e di “non picchiare le donne”, come se tutti gli stranieri sputassero per terra o picchiassero le donne. E’ una banalizzazione pericolosa e indistinta per un Paese civile come l’Italia, un’azione demagogica che rischia di avere gravi ripercussioni. E’ un decalogo fatto soltanto di luoghi comuni e stereotipi infondati, pieno di provocazioni nei confronti dei cittadini stranieri che potrebbe contribuire a seminare l’odio razziale e profonde divisioni in un momento storico così delicato per il Paese”.Collaborazione, integrazione, accoglienza. Si è parlato soprattutto di questo nell'incontro che la vicepresidente Stefania Saccardi ha avuto oggi pomeriggio, prima in forma privata e poi pubblica alla Biblioteca delle Oblate a Firenze, con una delegazione del governo romeno guidata dal ministro per i romeni all'estero Bogdan Stanoevici. La vicepresidente durante l'incontro pubblico alle Oblate, al quale hanno partecipato rappresentanti di comunità romene provenienti da tutta Italia, oltre a sottolinearne l'importanza "per rinsaldare i rapporti tra Italia e Romania che sono da sempre ottimi" ha aggiunto che "la comunità romena in Toscana è tra le più numerose (secondo Istat, al 1 gennaio 2013 sono quella più numerosa, oltre 71 mila persone, un quinto del totale degli stranieri residenti, ndr) e gran parte di essa vive nelle nostre città in totale integrazione e collaborazione col territorio che la ospita.

Come è normale in tutti i gruppi etnici numerosi, c'è anche la parte meno integrata, quella che più dell'altra soffre per la crisi economica che riguarda vasti strati della popolazione italiana. Compito delle istituzioni è promuovere forme di convivenza nei vari territori e per la Regione è importante contribuire a raggiungere questo risultato attraverso forme di collaborazione con il governo romeno. Confermo la massima disponibilità a dar vita a progetti di integrazione e collaborazione nella convinzione che solo attraverso questi principi, e non attraverso la diffidenza e la paura, si possano ottenere effetti positivi per tutti.

La Toscana – ha concluso – è da sempre terra di accoglienza, insieme si potranno elaborare gli strumenti più idonei per superare le situazioni critiche".

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