Crollo dei prezzi del grano

Il grido di Coldiretti: “Verso la chiusura delle aziende”. Risorse per i giovani in agricoltura dalla Regione. Cia Toscana : «Favorire vero ricambio generazionale»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 luglio 2016 23:13
Crollo dei prezzi del grano

Crollano i prezzi nelle campagne, dal -26% per il grano duro fino al - 16% per il latte su valori che non coprono i costi di produzione e spingono alla chiusura delle aziende agricole e delle stalle. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti in occasione della diffusione dei dati Istat sull’inflazione a giugno, sulla base delle rilevazioni Ismea alla produzione agricola. Se nel carrello della spesa i prezzi degli alimentari e delle bevande per i consumatori sono addirittura aumentati dello 0,2%, nelle campagne la situazione è drammatica con il crollo delle quotazioni su livelli insostenibili. Le speculazioni sul commercio delle materie prime agricole hanno provocato il crollo dei prezzi del grano su livelli di 30 anni fa e mettono a rischio il futuro della coltivazione.

“La produzione di grano Toscano è in ginocchio – dice Tulio Marcelli Presidente di Coldiretti Toscana – se non si mettono in campo strategie di sostegno rischia di scomparire. Con le quotazioni 2016, che vedono grano duro superare di poco i 20 euro/quintale e il tenero a 16-17 euro/quintale, i nostri agricoltori sono tagliati fuori dal mercato perché producono con costi più alti”.

Grande preoccupazione nelle aree a più alta vocazione cerealicola della Toscana come la maremma, il senese e il pisano dove si producono la maggior parte dei 3.5 milioni di quintali di grano della regione.

“La produzione Toscana, oltre ad essere significativa in termini generali, collocandosi al quinto posto tra le regioni italiane è anche di qualità elevata –dice Antonio De Concilio, Direttore Coldiretti Toscana – per questo occorre una forte iniziativa di filiera che sia di raccordo fra tutti i soggetti del comparto in modo da stringere accordi che consentano di garantire i produttori dalle turbolenze dei mercati internazionali”. “Certamente è un processo la cui edificazione non è né breve né facile – conclude De Concilio – ma bisogna intervenire immediatamente con misure straordinarie perché senza la cerealicoltura muta il paesaggio della Toscana e si rischia una pericolosa desertificazione, con tutte le conseguenze ambientali ed idrogeologiche connesse, oltre ai riflessi occupazionali nella filiera e nell’indotto”.

"Il nostro intento è quello di aiutare i giovani a fare il loro ingresso nelle aziende agricole. L'invito che rivolgiamo a tutti coloro che non hanno ancora compiuto 41 anni è quello a qualificarsi, formarsi professionalmente, assumere ruoli di sempre maggiore responsabilità. L'agricoltura toscana ha bisogno di rinnovarsi e attraverso energie fresche e migliori competenze tecniche. Per i nuovi giovani imprenditori agricoli toscani abbiamo varato un bando da 20 milioni di euro. Potrà accedervi anche chi è rimasto fuori dal precedente, visto che si richiede una partita Iva non più vecchia di 12 mesi". E' questo il commento dell'assessore regionale all'agricoltura, Marco Remaschi, in seguito alla pubblicazione del bando per l'aiuto ai giovani agricoltori all'avviamento di imprese.

E' l'annualità 2016 del pacchetto giovani. Si inserisce infatti in Giovanisì, il progetto della Regione Toscana per sostenere l'autonomia dei giovani.I fondi derivano per il 43,1% (8,6 milioni di euro) dall'Unione europea, per quasi il 40% (quasi 8 milioni di euro) dalla quota nazionale e per circa il 17% (3,4 milioni di euro) da risorse regionali."Con questo provvedimento – aggiunge l'assessore Remaschi - si interviene secondo una logica di progettazione integrata.

Premieremo gli avviamenti di nuove attività agricole e aiuteremo gli investimenti nelle aziende, in particolare quelli in aziende agricole in cui si insedia un giovane agricoltore, incentivando al tempo stesso il ricorso alle energie rinnovabili e sostenendo gli investimenti capaci di sviluppare anche attività extra agricole".Infatti sono ammessi a presentare le domande i giovani agricoltori che si insediano per la prima volta in una azienda agricola, in forma singola o associata di età compresa tra i 18 e i 41 anni non compiuti (finora erano 40 anni non compiuti), che presentano un piano aziendale e si impegnano ad essere agricoltori attivi entro 18 mesi dalla data d'insediamento e comunque non oltre la conclusione del piano aziendale, e che possiedono o si impegnano ad acquisire adeguate qualifiche e competenze professionali entro la data di conclusione del piano aziendale o le hanno acquisite negli anni precedenti alla presentazione della domanda. Saranno valutate l'esperienza, i titoli di studio, la frequenza di corsi di formazione professionale, l'impegno a diventare imprenditore agricolo professionale e i giovani che svolgono funzioni di capo azienda.

Il finanziamento potrà andare ai titolari di aziende agricole individuali di nuova costituzione e ai soci, che siano anche amministratori e ai legali rappresentanti, di società agricole di persone o di capitale di nuova costituzione. I Piano aziendali da presentare dovranno avere una durata massima di 30 mesi. I premi di avviamento avranno l'importo di 30.000 euro, elevati a 40.000 nel caso di aziende in aree montane. In caso di insediamenti plurimi potranno essere concessi fino a 5 premi con un unico Piano aziendale.

Sarà Artea (l'Azienda regionale per le erogazioni in agricoltura) a gestire il bando e la concessione dei finanziamenti. Tra le spese ammissibili figurano quelle per acquisto di terreni, costruzione o ristrutturazione di fabbricati, gli interventi tesi a migliorare l'efficienza energetica e ad utilizzare le energie rinnovabili, quelli per la rimozione del cemento amianto, lo stoccaggio e il trattamento dei liquami e delle acque riciclate, i miglioramenti fondiari, gli investimenti in programmi informatici. Spazio e sostegno anche a chi mette in opera interventi di qualificazione dell'offerta agrituristica, di agricampeggio, fattorie didattiche, attività sociali e di servizio per le comunità locali come i nidi e i servizi per la prima infanzia e di accoglienza dei bambini tra i 3 e i 6 anni, ma anche per persone con disabilità o svantaggio. I contributi ottenibili possono arrivare fino al 50% degli investimenti previsti e fino al 60% se l'azienda è situata in aree montane.

Il commento della Cia sul bando da 20 milioni di euro approvato dalla Regione Toscana: «Una notizia positiva per i giovani agricoltori toscani. Esprimiamo soddisfazione per il lavoro portato avanti dalla Regione; gli interventi a favore dei giovani possono produrre un reale ricambio generazionale nell’agricoltura toscana. Rinnovare il settore partendo dall’inserimento dei giovani, può favorire un completo processo di innovazione dell’agricoltura toscana, e garantire una competitività sui mercati, per un comparto che mostra in modo costante segnali di dinamicità». Così il presidente di Cia Toscana Luca Brunelli, commenta la pubblicazione del bando.

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