Crisi per la pastorizia in Toscana

Disdette sui contratti per ritiro latte: chiudono caseifici ed allevamenti. Cia ha richiesto “attivazione urgente del tavolo di filiera”. Coldiretti che scrive al Presidente della Regione Toscana Rossi e all'Assessore Remaschi. Mozione del Capogruppo regionale di Forza Italia Maurizio Marchetti: «Nell’area finora interessata di Grosseto, Pisa e Siena già perse 601 aziende del comparto ovi-caprino dal 2010 al 2017. No a ulteriori perdite»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 novembre 2018 21:23
Crisi per la pastorizia in Toscana

Sale la febbre nel comparto ovi-caprino toscano, già in sofferenza per il prezzo del latte in continuo calo e la situazione difficile per i continui attacchi dei predatori. Allevamenti ovini al collasso in Toscana. Alla continua emergenza predatori, con assalti alle greggi che proseguono da anni, il settore è oggi di fronte ad una crisi di mercato: grandi nomi dell’industria lattiero-casearia presenti in Toscana (come Granarolo e Alival), hanno comunicato la disdetta dei contratti già stipulati. In pratica non vogliono più il latte dei pastori toscani. Una situazione particolarmente grave nelle province di Grosseto e Siena dove maggiore è la presenza della pastorizia. Così stanno chiudendo alcuni caseifici intermedi e la situazione si aggrava, ed a cascata chiudono gli allevamenti, già stremati da anni di crisi.

Che la situazione del comparto non sia facile ne è testimonianza la chiusura ad inizio estate dello storico caseificio Ciolo di Castel del Piano che ha chiuso i battenti dopo quasi 35 anni di attività. Coldiretti Toscana davanti ad una situazione che può annunciarsi drammatica non ha esitato a prendere carta e penna e scrivere al presidente della giunta regionale Enrico Rossi e all’assessore all’agricoltura Marco Remaschi. “Riteniamo che se tale atteggiamento, che va ad aggiungersi ad una riduzione diffusa del prezzo, dovesse sostanziarsi – si legge nella missiva - il danno sui territori interessati sarebbe gravissimo sia in termini economici che occupazionali.

Basta considerare che il comparto ovi-caprino toscano conta oltre 1500 aziende per un valore in termini di latte di circa 55 milioni di euro ed interessa 5000 posti di lavoro”. Il valore della filiera ovi-caprina nel complesso è stimato in 110 milioni di euro.

Molti dei 550mila quintali di latte vengono utilizzati per ottenere il rinomato Pecorino Toscano DOP che è prodotto esclusivamente con latte intero delle pecore allevate nella zona di origine (Toscana oltre ad 11 Comuni del Lazio e 2 dell’Umbria). In Toscana, quarta regione per numero di pecore, i capi arrivano ad oltre 471 mila e sono prevalentemente allevati in maniera estensiva: pascolano all’aperto nella maggior parte dell’anno e vengono ricoverate in ovile solo nei mesi più freddi. 17 i caseifici associati al Consorzio di tutela del Pecorino Toscano Dop. La domanda che gli allevatori toscani si pongono è semplice ed immediata: qualcuno vuol far sparire il latte toscano per far sparire il Pecorino Toscano? Su questo Coldiretti e i pastori hanno idee molto chiare.

Se ne è parlato anche alla Direzione della Cia Toscana dove, è stato contattato telefonicamente l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi per richiedere l’attivazione urgente del tavolo di filiera. «La situazione è molto complicata – spiega Luca Brunelli, presidente Cia Toscana –, ai pastori stanno arrivando annullamenti dei contratti per la fornitura del latte. Non conosciamo le precise motivazioni: possiamo pensare a delocalizzazioni oppure diverse strategie industriali. Resta comunque un problema da risolvere e per questo abbiamo interessato con urgenza la Regione e l’assessore Remaschi».

Intanto nel grossetano l’ennesimo attacco ad un allevamento da parte di predatori; risultato 6 pecore morte, 8 agonizzanti e 10 disperse nel bosco limitrofo. «Sono troppi anni che attorno alla pastorizia aleggiano promesse e proclami senza che il problema predatori venga risolto. Un dramma senza fine - precisa la Cia Grosseto –; siamo perciò a chiedere nuovamente di procedere in modo unitario: la questione riguarda indistintamente tutte le aziende del settore e tutto il territorio grossetano ed è evidente che solo coesi possiamo trovare la forza per sfondare il muro dell’immobilismo.

I pastori, è bene ricordarlo, sono un valore per tutti perché, oltre a garantire prodotti di eccellenza certificati e garantiti, tutelano e preservano territori svantaggiati ed impervi. Comprendiamo le difficoltà ma oggi è arrivato il momento di fare delle scelte – continuano il presidente e il direttore. Se questo settore non interessa ne prenderemo atto, ma lavorare così è un vero suicidio».

«Seicentouno allevamenti ovi-caprini che hanno chiuso i battenti nelle province di Grosseto, Pisa e Siena tra il 2010 e il 2017 e ora le lettere di disdetta per le forniture di latte stanno raggiungendo i pastori superstiti: la Regione intervenga presso i caseifici Alival e Granarolo per scongiurare lo stop alle forniture che porterebbe il settore al collasso»: è quanto chiede il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti con una mozione che chiama in campo la giunta regionale a tutela sia dei produttori di latte ovi-caprino, sia del prodotto finale a cui il loro latte è in gran parte destinato, ovvero il Pecorino Toscano Dop. «Ho appreso da una nota Coldiretti che in questi giorni i pastori delle province di Grosseto, Pisa e Siena sono raggiunti da lettere con cui si annuncia la disdetta dei contratti di fornitura di latte.

E’ uno scenario da scongiurare mettendo in campo azioni di interlocuzione preventiva. Dopo sarà troppo tardi per intervenire e il contraccolpo troppo pesante per i pastori – osserva Marchetti con preoccupazione – già provati dalla diminuzione progressiva del costo del latte e dal ripetersi di fenomeni predatori che decimano le loro greggi».

Dunque la mozione, che punta a impegnare la giunta regionale della Toscana «ad attivarsi presso i caseifici Alival e Granarolo attraverso ogni strumento disponibile, così da scongiurare le annunciate disdette dei contratti di fornitura, così da preservare sia la tenuta delle attività produttive sia la filiera di Pecorino Toscano DOP e quindi il prodotto finale». Questo il dispositivo. Prima, nella parte narrativa del suo atto, Marchetti riassume i termini della questione richiamando l’allarme lanciato dai pastori attraverso Coldiretti e osservando che se la prospettiva dello stop alle forniture «si concretizzasse, ciò implicherebbe un contraccolpo durissimo per i pastori coinvolti e per l’intero settore anche a livello regionale, con compromissione della rete produttiva ed occupazionale ma anche con ripercussioni sulla filiera di produzione del Pecorino Toscano DOP». Il Capogruppo di Forza Italia mette nero su bianco lo stato già pesante in cui gli allevatori e produttori di latte si trovano a operare, ed espone i dati forniti in merito alla mortalità imprenditoriale di comparto proprio dalla giunta regionale toscana in risposta a una sua interrogazione e relativi all’arco temporale 2010-2017, secondo cui «nelle province interessate finora dalle disdette Grosseto ha visto chiudere i battenti a 306 allevamenti ovi-caprini (il 19,9% del totale), Pisa ne ha perduti 179 (il 38,1% del totale) e Siena 116 (il 16,2% di allevamenti ovi-caprini chiusi sul totale)».

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