​Crisi da Coronavirus: il mestiere di Geisha rischia di sparire

Negli ultimi anni il Giappone è risultata essere una delle mete più gettonate del settore turistico. Questa terra, caratterizzata da una forte contraddizione interna, vive oggi un affascinante dualismo tra tradizione e innovazione attirando a sé un alto numero di visitatori

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 agosto 2020 09:50
​Crisi da Coronavirus: il mestiere di Geisha rischia di sparire

Purtroppo l’attuale pandemia mondiale, causata dall’emergenza Covid19, ha reso difficile qualsivoglia spostamento intercontinentale, in particolar modo verso l’estremo oriente, e messo in ginocchio diverse economie Nazionali, non in ultimo quella del “Paese del Sol Levante”.

Proprio in Giappone l’emergenza sanitaria e i severi provvedimenti governativi presi a riguardo, se da una parte sono stati funzionali al contenimento del virus, dall’altra hanno innescato un sistema di austerità che ha bloccato l’economia interna al Paese.

La conseguente riduzione della circolazione della moneta ha danneggiato il lavoro pubblico e privato, con particolare impatto verso quelle che risultano essere le mansioni e i mestieri più antichi e tradizionali dell’isola nipponica.

È questo il caso delle famose dimore okiya, dove vengono educate e svolgono la professione le geishe.

IL MESTIERE DELLA GEISHA

Talvolta confusa dai forestieri con la oiran, il mestiere della geisha non ha nulla che vedere con quello della cortigiana di lusso, poiché non trae il proprio guadagno dalla concessione del corpo.

Invero, una geisha è una donna d’arte, una professionista con il fine di intrattenere tramite le proprie qualità artistiche e oratorie una clientela generalmente facoltosa.

Su sito della agenzia https://www.watabi.it/, è possibile comprendere quanto il percorso per diventare geisha sia lungo e impegnativo e come questa professione sia una delle attrazioni e tradizioni più famose del Giappone.

L’apprendistato nelle case okiya viene intrapreso in tenera età e si struttura in lezioni teoriche e pratiche che durano anni, volte a formare donne tanto sensuali quanto colte e sofisticate in grado di padroneggiare le arti della musica, del canto e della danza e di intrattenere piacevolmente la clientela tramite la conversazione.

GEISHE E COVID19: UNA TRADIZIONE A RISCHIO

Negli ultimi trent’anni, le case okiya hanno registrato un calo delle iscrizioni e una diminuzione della clientela facoltosa. Il tradizionale mestiere della geisha, proprio per via di quella contraddizione interna al Paese che vede il folklore scontrarsi con la chiamata allo svecchiamento e all’innovazione territoriale, sembra essere in bilico tra il mantenimento di un’antica e quella che ormai spesso è solo una mera attrazione turistica.

Inoltre, a causa dell’attuale emergenza Covid19, questa professione che già vive una profonda crisi interna, sembra aver subito un ulteriore duro colpo: dopo l’epidemia, gli ingaggi delle poche geishe rimaste sono diminuiti e le case okiya hanno subito un calo drastico degli introiti.

Il forzato distanziamento sociale, l’impossibilità di assembramenti e l’uso delle mascherine hanno reso pressoché impossibile offrire i servizi da geisha a una clientela locale solitamente esigente e legata alla tradizione.

E poiché tutto il lavoro di una geisha si basa su una fisicità ravvicinata alla propria utenza, che sia per conversare, servire da bere o danzare, e su una perfezione estetica canonica tutta da ammirare, la pandemia e le conseguenti restrizioni non favoriscono di certo l’esercizio del mestiere.

CONTRIBUTI POST PANDEMIA

A onor del vero, in Giappone sono molte le professioni secolari e legate alla cultura del territorio che rischiano di sparire. Per tale motivo lo Stato ha deciso di disporre dei finanziamenti per il settore artistico-culturale tradizionale danneggiato in ultima battuta dalla grave emergenza sanitaria.

Così anche per le geishe sono arrivati degli aiuti e, nella prefettura di Ishikawa, il comune della città di Kanazawaha stanziato dei soldi a fondo perduto al fine disostenere le case okiya, nel tentativo di preservare uno degli elementi tradizionali e più noti del Giappone.

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