Cresce la moda dello shopping "fake"

I consumatori fiorentini ammettono di acquistare prodotti e servizi contraffatti in misura maggiore del resto degli italiani: il 33,6%, contro il 30,5% registrato in Italia e il 32,1% nel Centro Italia. Abbigliamento, alimentari, scarpe e calzature i prodotti illegali più acquistati, ma sul web tirano anche giocatoli ed elettronica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 novembre 2019 14:33
Cresce la moda dello shopping

La contraffazione è un fenomeno in crescita e trova sempre più clienti sul mercato. Anche a Firenze, dove la percentuale di consumatori che nel 2019 hanno acquistato almeno un prodotto “fake” è superiore di oltre tre punti percentuali rispetto al dato nazionale: il 33,6%, contro il 32,1% registrato nel Centro Italia e il 30,5% in Italia.

Lo rivela l’ultima indagine di Confcommercio-Imprese per l’Italia condotta insieme a Format Research per tracciare il quadro dell’impatto economico dei fenomeni illegali. La ricerca, presentata a livello nazionale ieri (martedì 26 novembre 2019) a Roma nella sede dell’associazione di categoria in occasione della settima edizione della Giornata “Legalità ci piace”, è stata diffusa a livello territoriale nel corso dell’incontro convocato al Grand Hotel Baglioni di Firenze dalla Confcommercio provinciale.

Al dibattito, moderato dal direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni di fronte ai quadri dirigenti dell’associazione provinciale,hanno partecipato anche la vicesindaca del Comune di Firenze Cristina Giachi, il presidente della Camera di Commercio di Firenze Leonardo Bassilichi, il prefetto di Firenze Laura Lega, il questore Armando Nanei, il comandante provinciale dei Carabinieri Antonio Petti, il comandante del Gruppo Firenze della Guardia di Finanza Dario Sopranzetti il presidente della Confcommercio di Firenze Aldo Cursano.

Secondo i risultati dell’indagine, tra i prodotti contraffatti più acquistati dai consumatori fiorentini ci sono capi di abbigliamento (59,0%), alimentari (42,2%), scarpe e calzature (36,0%). Sul web comprano però anche giocattoli (+10% rispetto alla media del Centro Italia) ed elettronica (+5).

I fiorentini, più degli altri connazionali, sono consapevoli del fatto che comprando servizi o prodotti contraffatti rischiano sanzioni amministrative (lo dichiara l’89,2% degli intervistati contro il 66,8% della media italiana e il 69,7 del Centro) o altri pericoli addirittura per la salute (98% contro il 95% del Centro e il 91,4% dell’Italia). Tuttavia, nove su dieci (87%, contro il 68% della media nazionale) lo considerano pur sempre un ottimo modo per fare un «buon affare», tanto più se non «si dispone di denaro sufficiente» (73%, leggermente superiore al dato nazionale del 70%).

L’indagine di Confcommercio traccia anche l’identikit del consumatore «illegale» a Firenze: è in prevalenza donna (53,6%), dai 35 anni in su, con un livello d’istruzione medio (per il 50,6%), generalmente impiegato, pensionato o disoccupato (per il 69,7%).

A dare più fastidio alle imprese fiorentine del terziario, però, più che la contraffazione è l’abusivismo, percepito in maggiore aumento tra i fenomeni illegali, sebbene in misura più contenuta di quanto non lo sia per il resto d’Italia (30%, rispetto al 46% del Centro e al 34% dell’Italia).

Il 48,5% degli imprenditori fiorentini di commercio, turismo e servizi - praticamente uno su due - si ritiene danneggiato dall’azione dell’illegalità. Un dato che sale al 61% tra i colleghi del Centro e addirittura al 66,7% nella media nazionale. Concorrenza sleale (60,8%, in linea con l’Italia) e riduzione del fatturato (25,3%, di molto inferiore rispetto al dato nazionale) gli effetti di contraffazione e abusivismo che pesano di più sulle imprese di Firenze.

“La situazione messa in luce dall’indagine è preoccupante: la crisi economica e la mancanza di risorse sufficienti nelle famiglie sembrano spingere la crescita dell’illegalità e, quel che è peggio, la percezione che alla fine fare acquisti illegali sia un solo un peccato veniale”, osserva il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, “ci vuole un cambio deciso di mentalità, il nostro Paese non può andare avanti facendo credere che la disonestà paghi e l’onestà no”.

“Ormai l’illegalità è diventata la normalità e questo presupposto mina alle basi anche ogni possibilità di reale sviluppo economico”, aggiunge il presidente della Confcommercio di Firenze Aldo Cursano, “tra conti da pagare, bilanci da far tornare, regole e regoline in perenne cambiamento da rispettare, fare impresa oggi è sempre più difficile. Non possiamo permettere che l’illegalità costituisca un ulteriore freno per le nostre imprese. Chiediamo quindi alle istituzioni e alle forze dell’ordine che proseguano nel loro impegno per far prevalere la legalità. E servirebbe anche una politica fiscale più equa, con tagli alle tasse che restituiscano soldi a famiglie e imprese”.

Secondo la Confcommercio, l’illegalità costa alle imprese di commercio e turismo italiane oltre 30 miliardi di euro nel 2019. Le perdite complessive annuali dei settori colpiti sono pari al 6,4% del fatturato e del valore aggiunto (4,9 miliardi di euro), per un totale di 197 mila posti di lavoro regolari a rischio.

Nella mattinata iniziativa organizzata anche da Confcommercio Pisa. “La legalità è bene comune, la cui tutela richiede l’impegno di tutte le istituzioni, il contributo della società civile, la cultura dei cittadini – ha commentato il Prefetto di Pisa Giuseppe Castaldo - Fondamentale è anche il ruolo delle associazioni. La Giornata della legalità, organizzata anche quest’anno dalla Confcommercio, fornisce un contributo prezioso ad affermare la cultura del rispetto delle regole ed incentivare comportamenti corretti”. Nell’occasione, il Prefetto ha annunciato che è in corso una iniziativa specifica della Prefettura per la lotta all’abusivismo commerciale e alla contraffazione. “E’ mio intendimento presentare sul tema un protocollo in ambito provinciale, il cui obiettivo è “fare sistema” tra tutte le energie e chiudere gli spazi di illegalità.

Ciò puntando su sue fattori: condivisione di strategie e risorse tra tutte le amministrazioni e le Forze di Polizia statali e locali; valorizzazione dell’apporto delle associazioni di categoria, anche quali promotrici di iniziative di comunicazione ai cittadini consumatori sui rischi derivanti da attività illegali in campo commerciale. In Prefettura sarà costituito un tavolo con compiti di monitoraggio ed analisi per il supporto alle attività di prevenzione e repressione e di informazione al consumatore”.

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