Covid: tanti i casi accertati nelle scuole

Nonostante i nuovi protocolli sanitari. Ma CasaPound parla di "regime carcerario" imposto agli studenti. Toccafondi (IV): “Massima serietà sul tema, ma ancora in difficoltà le famiglie.”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 ottobre 2020 18:30

Firenze- Tanti i casi di positività al Covid accertati nelle scuole del territorio, sui quali le strutture di Igiene e Sanità Pubblica, che gestiscono queste situazioni insieme al personale scolastico ed ai Comuni interessati, stanno effettuando le relative indagini epidemiologiche sui bambini e sul personale scolastico.

A seguito dell’individuazione di cinque casi di positività al Covid “a bassa carica virale”, è stato richiesto l’isolamento fiduciario per i compagni di classe di alcuni studenti di scuole della Piana di Lucca e della Valle del Serchio:

  1. ITC Carrara Lucca (positiva a bassa carica una studentessa del 2004);
  2. Istituto comprensivo di Bagni di Lucca (positivo a bassa carica un bambino del 2016);
  3. Istituto comprensivo di Barga (positiva a bassa carica una bambina del 2013);
  4. Istituto comprensivo Carlo Piaggia di Capannori (positiva a bassa carica una bambina del 2011);
  5. Istituto comprensivo Leonardo Da Vinci di Lucca (positivo a bassa carica un bambino del 2009).

In tutte le scuole, prima e dopo il pranzo viene effettuata la sanificazione dei locali dal personale ATA in servizio. Il personale è fornito di tutti i dispositivi di protezione, così come previsto dai protocolli anti-Covid.

“Abbiamo lavorato intensamente – spiega l’assessore alle politiche educative e scolastiche del Comune di Pisa Sandra Munno -, nell’ambito delle riunioni della task force sulla scuola avviate fin da luglio insieme al personale dell'Ufficio Refezione e Trasporto scolastico, ai tecnici comunali e ai dirigenti scolastici, per arrivare a garantire prima possibile la ripresa dei servizi di mensa e trasporto in sicurezza. Non è stato un lavoro semplice, dato che le linee guida del comitato scientifico a livello nazionale e della Regione Toscana si sono succedute fino a inizio dell’anno scolastico.

Il fatto di esserci riusciti, in particolare per la refezione, è stato frutto di un intenso lavoro di concertazione e ricontrattazione del servizio con la ditta appaltatrice, resosi indispensabile perché le norme igieniche imposte dall'emergenza sanitaria hanno inciso profondamente sulla riorganizzazione del servizio di refezione, con inevitabile aumento dei costi. Stesso risultato per il servizio di trasporto, che siamo riusciti a garantire a tutti quelli che lo hanno richiesto, malgrado i posti disponibili si siano quasi dimezzati.

Riteniamo che la mensa e il trasporto siano servizi che, oltre ad avere una valenza educativa per gli alunni, costituiscano un sostegno fondamentale per le famiglie e per questo ci siamo adoperati come Amministrazione Comunale, anche individuando soluzioni diverse e coordinandoci con i vari istituti scolastici, per garantirne lo svolgimento nella massima sicurezza.”

“La mensa fa parte del progetto educativo e didattico di ogni ragazzo, l’abbiamo sempre sostenuto - spiegano il sindaco di Altopascio Sara D’Ambrosio e l’assessore alla scuola, Ilaria Sorini -. E anche quest’anno, nonostante tutte le difficoltà, siamo riusciti a far ripartire la mensa garantendo il massimo della sicurezza ai ragazzi, al personale docente e non docente e alle famiglie, senza toccare le tariffe, che sono tra le più basse della nostra provincia.

Abbiamo previsto - grazie al lavoro dell’ufficio servizi educativi - un’organizzazione diversificata scuola per scuola, in base agli spazi e alle possibilità, con l’obiettivo di tenere unito il gruppo classe ed evitare che i bambini di una sezione entrino in contatto con i compagni di un’altra classe. Quest’anno, su decisione dell’Istituto comprensivo e come misura fatta per contenere la diffusione del Covid, la mensa ci sarà nelle quattro scuole dell’infanzia e alle due scuole che fanno il tempo pieno.

Tuttavia, pur avendo una riduzione nella preparazione dei pasti, siamo riusciti, in accordo con la CirFood, a non tagliare il personale in servizio, che è stato riorganizzato nelle varie scuole a supporto delle attività di sporzionamento e distribuzione pasti e sanificazione. E c’è di più: non rinunciamo alla qualità, perché le cucine interne (Altopascio e Marginone), che abbiamo riportato e riattivato l’anno scorso, sforneranno anche quest’anno i pasti per tutte le scuole comunali, così da offrire ai nostri studenti cibo espresso, fresco e buono”.

“Il Covid – dichiara il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini – non ferma la qualità della nostra mensa scolastica, già valutata da Slow Food come una delle migliori in Italia e non solo. Anzi, grazie ai nuovi investimenti da parte dell’amministrazione comunale e alla riorganizzazione di Siaf, nonostante l’emergenza sanitaria, riusciamo a garantire a tutti i bambini e alla comunità scolastica un servizio d’eccellenza e in totale sicurezza.

Se l’attenzione alle materie prime è da sempre il pallino della nostra mensa, a dispetto della difficoltà del momento, si rilanciano l’attenzione all’ambiente con l’addio alla plastica e la lotta agli sprechi alimentari, e si rafforza il concetto del pranzo a scuola come momento educativo fondamentale per i più piccoli. Voglio ringraziare Siaf, tutti i cuochi, gli operatori al lavoro e l’ufficio scuola del Comune che con un coordinamento costante con gli istituti del territorio, sono pronti a ripartire con un servizio che mette al centro i nostri bambini e la loro salute”.

Nonostante questo c'è ancora chi parla di "regime carcerario" imposto alla pubblica istruzione. A Firenze alcuni militanti di CasaPound sono entrati all'Istituto Galileo Galilei, lanciando volantini per protestare contro la decisione di prolungare lo stato d'emergenza.

“Irruzioni goliardiche ed irriverenti in tutta Italia a cura del Blocco Studentesco per protestare contro il protrarsi, fissato dal governo al 31 gennaio, dello stato d’emergenza. – inizia così la nota del movimento del fulmine cerchiato– Abbiamo scelto di iniziare una dura protesta contro il regime carcerario che si è instaurato nelle scuole con misure di restrizione senza precedenti. Inoltre, grazie ai mesi di completo disinteresse da parte del governo ci troviamo in carenza di docenti e personale, mancanza di soldi per le sanificazioni necessarie, completo abbandono dei plessi scolastici a decenni di incuria. Non sarà uno stato d’emergenza – continua la nota – a salvare gli studenti italiani, che oltre ai danni dell’Azzolina hanno ricevuto il marchio infamante di essere gli untori della pandemia.

L’influenza è stata diffusa dall’imbecillità del governo Conte, non dai giovani italiani, deve essere chiaro a tutti quanti. Solo uno Stato, con la ‘S’ maiuscola può intervenire dove occorre, investendo sulla scuola e sui giovani senza paura. Gli studenti non sono una voce di bilancio, ma il futuro di questa Nazione. Le irruzioni di oggi – conclude la nota – sono solo l'inizio di un anno di dure proteste. Vogliamo dimostrare che questa generazione non è morta durante il lockdown ma vive e respira per lottare con il sorriso contro questo regime sanitario”.

“Da settimane sto visitando decine di scuole in tutta la provincia di Firenze e in tutta la Toscana, con un obiettivo semplice: toccare con mano la realtà delle scuole in questa ripresa così particolare, parlando e confrontandomi con chi la scuola la vive quotidianamente, cioè presidi, insegnanti ma anche studenti e personale ata. Solo così la politica potrà prendere decisioni basate sulla realtà, e non sul sentito dire.” Così il deputato fiorentino di Italia Viva Gabriele Toccafondi, capogruppo in commissione cultura alla Camera “Tutte le scuole che ho visitato stanno mettendo massimo impegno nel rispetto delle misure igienico-sanitarie imposte dall’emergenza sanitaria, con innovazioni e grande serietà – prosegue il deputato - Ancora ci sono alcuni casi di didattica a distanza a rotazione per le classi troppo numerose, e questo certo non aiuta il percorso scolastico.” “Ma il problema più grande che tutti mi segnalano è che ancora ci sono tanti organici incompleti.

Un problema non nuovo certo, ma che in quest'anno particolare, con il lavoro che è aumentato per tutti, diventa improrogabile. Nonostante il lavoro dell'ufficio scolastico, ancora non si riescono a programmare le attività e tanti ancora vanno avanti con l'orario provvisorio, mettendo in difficoltà anche le famiglie dei ragazzi.” Conclude Toccafondi.

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