Covid-19: in Toscana non è un’ecatombe, lo certifica l’Istat

A una prima lettura dell'andamento dei decessi nel trimestre gennaio-marzo 2020 nell’Anagrafe nazionale della popolazione residente

Nicola
Nicola Novelli
17 aprile 2020 14:59
Covid-19: in Toscana non è un’ecatombe, lo certifica l’Istat

Nulla a che vedere con la Lombardia. E’ questo l’esito del confronto statistico con i decessi registrati in Toscana nel primo trimestre del 2020. La prova che il sistema sanitario regionale ha retto l’impatto del Codiv-19 e che gli ospedali toscani hanno saputo gestire il flusso dei malati, assicurando cure adeguate alla generalità dei pazienti.

Nei giorni scorsi le statistiche demografiche pubblicate on line dal Comune di Firenze avevano dimostrato che nel mese di marzo 2020 non si è registrato il crollo della popolazione generale che si poteva temere a causa dell’epidemia. Anzi i dati sembrano in controtendenza. Infatti quest’anno nel capoluogo sono morte 1.104 persone, un numero inferiore ai decessi degli anni precedenti, nel mese di marzo. Nel 2016 si era registrato il decesso di 1.181 abitanti, nel 2017 1.443, nel 2018 1.197, nel 2019 addirittura 1.274.

Premesso che questi dati sono puramente indicativi, potendo fare una vera analisi demografica soltanto tra qualche tempo e con dati più aggregati, a prima vista questa sorprendente diminuzione dei decessi fiorentini nel 2020 si spiega, in parte, con l’inarrestabile diminuzione dei residenti, documentata da un saldo naturale nati/morti che risulta costantemente negativo da molto tempo. Altro fattore “positivo” è stato l’inverno particolarmente mite, forse il più caldo della storia, che in Toscana ha attenuato l’impatto dell’influenza stagionale, riducendo probabilmente il numero dei decessi.

In questi giorni sono stati resi disponibili anche i dati Istat sull'andamento dei decessi nel primo trimestre 2020, che si possono così paragonare agli anni precedenti dal 2015 in poi. Si tratta di dati anticipatori per l'anno 2020 sulla base dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente, il sistema digitale integrato che consente a circa 1.000 comuni italiani di svolgere i servizi anagrafici.

Ebbene: la cumulata dei decessi in Toscana manifesta un aumento nel 2020, ma non così spiccato come nel caso della Lombardia, dove alcuni comuni, specie in provincia di Bergamo, registrato decessi più che raddoppiati, e in alcuni casi, triplicati, rispetto al passato.

Prendendo in considerazione il totale comunale, senza distinzione di sesso, o classe di età, a Scandicci si registrano 186 morti nel primo trimestre 2020, mentre nel 2019 erano stati 158, con un aumento di circa 1/6 rispetto all’anno precedente. Dato non dissimile da Bagno a Ripoli, dove si sono registrati morti da 107 quest’anno e 88 l’anno scorso. Più grave il dato di Signa, passata da 44 a 66 decessi. Ma ci sono anche comuni con un dato invariato, come Pelago, se non in diminuzione, come a Impruneta.

Anche nella provincia che è stata colpita per prima dal contagio in arrivo dal nord, quella di Massa Carrara, i dati non assomigliano alla Lombardia. Carrara, nel primo trimestre del 2020 ha registrato 237 decessi, contro i 211 del 2019. E anche in Lunigiana i dati sono contrastanti, anche se spiccano gli incrementi di Pontremoli, che raddoppia i morti da 29 a 59, e il piccolo borgo di Mulazzo che passa da 12 a 16, con un incremento di 1/3.

Ma ripetiamo, si tratta di dati puramente indicativi, perché un’analisi scientifica potrà essere realizzata con calma, soltanto ad epidemia terminata e disponendo di statistiche globali.

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