Cosa si cela dietro i tendaggi che coprono il Consolato USA di Firenze?

Ha fatto insospettire più di uno la straordinaria “fasciatura” dell'edificio sui lungarni fiorentini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 marzo 2014 16:14
Cosa si cela dietro i tendaggi che coprono il Consolato USA di Firenze?

di Montecristo

FIRENZE- “Ma che diavolo stanno facendo?” avranno pensato in tanti transitando, nelle ultime settimane dal lungarno Amerigo Vespucci, alla vista del grande edificio tutto coperto dai teli di un cantiere edile. Si tratta del Consolato USA di Firenze, di cui è in fase di esecuzione un progetto di ristrutturazione che fa sembrare il palazzo tutto “fasciato” una delle tipiche installazioni artistiche dei coniugi statunitensi Christo e Jeanne-Claude.

Certo le norme di sicurezza dei cantieri edili negli Stati Uniti devono essere assai più severe che in Italia. Ma c'è chi sospetta che all'origine dei questa particolare copertura dell'immobile fiorentino stiano anche ragioni di riservatezza. Il Consolato USA di Firenze gode, infatti, del regime di extraterritorialità, che limita la sovranità dello Stato Italiano sull'area urbana dove ha sede la rappresentanza consolare, per consentire il libero operato e la privacy dei diplomatici. E' pur vero che a Firenze il Consolato Generale è attivo ormai soltanto con l'Ufficio Visti, che opera al servizio dei residenti USA delle regioni Toscana ed Emilia-Romagna (eccezion fatto per le province dei Parma e Piacenza) oltre alla Repubblica di San Marino.

E allora qual'è il motivo di tanta riservatezza? E sopratutto per qualche ragione il palazzo del lungarno è stato ricoperto con una specie di strano berretto, che sovrasta da ogni lato le coperture del cantiere? A qualche maligno sarà tornato in mente un ricordo che risale alla guerra Nato in Serbia. Proprio 15 anni fa, durante i bombardamenti di Belgrado, i caccia USA colpirono con un missile anche l'Ambasciata della Repubblica popolare Cinese. La stampa scrisse dello stupido errore di una bomba intelligente.

Ma i ben informati ipotizzarono che l'ambasciatore cinese avesse ospitato all'ultimo piano della sede diplomatica installazioni militari, radar e apparecchiature di intelligence digitale, proprio per spiare e registrare le evoluzioni e i piani di attacco dei velivoli Nato. Così un caccia USA, sentitosi improvvisamente "illuminato" da un radar straniero, aveva messo in atto le contromisure automatiche, cioè un bel missile terra-aria, che aveva squarciato la facciata della sede consolare cinese.

Sinora a Firenze gli abitanti dei lungarni si erano lamentati per le limitazioni del traffico veicolare, imposte dalla ingombrante presenza del Consolato USA, per ragioni di sicurezza e di difesa. Chissà che adesso non ci si debba attendere la costituzione di un nuovo comitato di quartiere per protestare contro il potenziale inquinamento elettromagnetico di origine militare.

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