Corteo vietato: domani non si può manifestare

Fattori (Sì-Toscana a Sinistra): “Al PD evidentemente non piace neppure la prima parte della Costituzione. Scelta politica, non tecnica”. Grassi, Verdi e Trombi: "Incostituzionale negare dalla Questura qualsiasi manifestazione alternativa alla Leopolda. Il Sindaco Nardella non ha nulla da dichiarare?". Oggi pomeriggio presidio contro lo smantellamento di Equitalia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 novembre 2016 23:30
Corteo vietato: domani non si può manifestare

La manifestazione prevista per domani 5 novembre a Firenze contro le politiche del Governo Renzi è stata vietata dalla Questura. E' notizia di oggi il divieto di manifestare a Firenze in concomitanza con le giornate della Leopolda. La Questura di Firenze non ha proposto agli organizzatori alcun percorso alternativo e, sostanzialmente, ha proibito il corteo che domani 5 novembre 2016 intende contestare le politiche del governo che si ritrova in questi giorni alla Leopolda. Ma gli organizzatori, oggi pomeriggio davanti ai cancelli della Stazione Leopolda ribattono: "Non rinunceremo sabato 5 novembre a manifestare le tante ragioni che compongono il nostro NO al governo e alla sua riforma costituzionale. Rinunciarvi vorrebbe dire ipotecare il diritto stesso a manifestare di noi cittadini. E invitiamo tutta la città ad esprimere la propria indignazione ed a scendere in piazza San Marco alle ore 15:00".

Interviene il capogruppo in consiglio regionale di Sì Toscana a Sinistra: “La scelta della questura di Firenze di vietare lo svolgimento del corteo di critica al governo previsto per domani è gravissima e senza precedenti. Questa non è una scelta tecnica, è una scelta politica”. Aggiunge Fattori: “Il fatto che alla Leopolda siano presenti membri del governo non può essere una scusa per limitare il diritto di manifestazione sancito dalla Costituzione. Evidentemente la seconda parte della Costituzione non è l'unica che non piace al Partito Democratico.” Conclude Fattori: “Siamo in piena campagna referendaria e non esistono motivi di sicurezza che possano impedire ai cittadini di esprimere la loro opinione. Questa scelta è un'offesa alla Costituzione, alla libertà dei cittadini e alle tradizioni democratiche della nostra città. Firenze non è il cortile di casa Renzi, e nessuno può essere zittito solo perché dà fastidio al presidente del consiglio”.

"Viene di fatto negata a Firenze la possibilità di manifestare liberamente nei giorni della Leopolda: una scelta gravissima, senza precedenti, ricordando che anche lo scorso anno era stata data la possibilità ai 'truffati' dalle banche di arrivare in corteo dal lato opposto del Viale. Inibire manifestazioni politiche, peraltro in una giornata di campagna referendaria, è inaudito, e sotto il profilo politico assai grave e pericoloso. Possiamo capire che qualcuno possa aver paura delle contestazioni, sopratutto a Firenze dove è stato sindaco, ma non è (ancora) stato cancellato il diritto previsto dalla Costituzione di manifestare liberamente, e atteggiamenti come questi non faranno altro che alzare la tensione e inasprire i toni." "Una scelta che fa temere che qualcuno, piuttosto che al governo della Città, miri a censurare tutto ciò che non è a sé affine.

Questa mattina, infatti, il Partito Democratico di Firenze ha chiesto in maniera irremovibile, facendo saltare l'accordo tra le diverse forze politiche sul regolamento delle modalità di campagna referendaria, di conferire alla Giunta la possibilità di far svolgere nelle piazze del centro storico, come Duomo, Signoria e Uffizi, la propria campagna a favore del Sì. Siamo felici di capire che Renzi vuole venire a Firenze a chiudere la campagna elettorale, ma dal Sindaco - che non dovrebbe governare in base alla tessera di partito che ha in tasca - ci aspettiamo un agire istituzionale e soprattutto autonomo.

Oppure dobbiamo rassegnarci ad avere un sindaco che, quando c'è in ballo l'immagine del proprio Segretario di partito, deve solo ubbidire? La città non è di proprietà del premier, tanto meno di un segretario di partito."

"Con un atto senza precedenti si intende negare il diritto di manifestare, di esprimere un legittimo dissenso, di portare in piazza la protesta di chi, e sono sempre di più, è colpito, impoverito, umiliato dalle politiche neoliberiste del governo Renzi." commenta il laboratorio politico perUnaltracittà.

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