Coronavirus: Rossi a Pistoia per visitare il nuovo reparto di cure intermedie e la CROSS

A Lucca primi “tamponi in auto” a Campo di Marte. A Prato il Santo Stefano modello di efficienza: accoglie pazienti da province vicine e ha ancora posti disponibili

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 marzo 2020 20:14
Coronavirus: Rossi a Pistoia per visitare il nuovo reparto di cure intermedie e la CROSS

“La battaglia si vince in ospedale ma anche sul territorio. La Toscana sta dimostrando di farcela”.- Sono state queste le prime parole del presidente Enrico Rossi a seguito della visita a Pistoia del nuovo reparto per le cure intermedie realizzato in appena una settimana a Pistoia, nell’ex Convento di San Lorenzo, nell’antico complesso monumentale del Ceppo anche grazie al fondamentale sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. Insieme a Rossi erano presenti gli assessori regionali alla salute Stefania Saccardi e all’ambiente e protezione civile Federica Fratoni, il presidente della SDS pistoiese e vicesindaco Anna Maria Celesti, il direttore dell’Azienda USL Toscana centro Paolo Morello Marchese e il Presidente della Fondazione Luca Iozzelli.

“Abbiamo puntato all’aumento dei posti letto di terapia intensiva negli ospedali, che hanno rapidamente riconvertito i loro reparti, ora stiamo anche potenziando il territorio con ulteriori 400 posti letto di cure intermedie, 3.000 posti negli alberghi e l’assistenza medico-infermieristica domiciliare. Il governo clinico del nostro sistema sinergico di area vasta sta rispondendo bene e ancora una volta ringrazio tutti gli operatori per il loro straordinario impegno”, ha poi aggiunto il Presidente, ringraziando la Fondazione per la realizzazione a tempo di record del reparto pistoiese.

“Il nostro impegno è rivolto a combattere anche i piccoli nuclei come le RSA – ha precisato Morello - al fine di raggiungere il maggior numero di positivi”. I 19 nuovi posti letto di cure intermedie a carattere territoriale servono a supportare le dimissioni ospedaliere e a favorire il recupero nei pazienti dimessi per l'infezione Covid19. Accoglieranno, quindi, i pazienti che hanno contratto l'infezione, in fase post-acuta e ancora in situazione di malattia. Stasera arriverà il primo dal San Jacopo.

Il reparto è all’avanguardia grazie alle dotazioni informatiche donate dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia: le camere sono infatti tutte fornite di un sistema audio e video per le comunicazioni tra pazienti e operatori e viceversa. Il microfono è accanto al letto del paziente e da un monitor centralizzato in tempo reale medici e infermieri visualizzano gli interni delle stanze. “Questo sistema, veramente avanzato, consente di proteggere gli operatori e garantire ai pazienti comunicazioni continue”, ha spiegato Daniele Mannelli, direttore della rete sanitaria territoriale. Sempre la Fondazione ha completato l’allestimento delle camere con sistema wifi e televisione.

L’intervento di riorganizzazione dei locali, coordinato dall’ingegner Ermes Tesi, dell’area tecnica Aziendale, ha previsto anche una separazione tra i percorsi sanitari individuando le zone rossa (destinata ai pazienti), gialla (con la funzione di filtro e vestizione degli operatori con i presidi di protezione individuale) e verde (dedicata agli operatori per la svestizione e sanificazione).

Il responsabile clinico di questa nuova struttura è il dottor Carlo Adriano Biagini, direttore della struttura di geriatria pistoiese; la coordinatrice infermieristica è la dottoressa Moira Arcangeli. Il personale medico sarà presente solo nelle ore diurne (in proiezione dall'ospedale San Jacopo), quello infermieristico e oss nelle 24H, come previsto per questa tipologia di ricovero finalizzata a consolidare le condizioni fisiche dei pazienti. Le stanze (prima dedicate all'attività ambulatoriale) sono tutte singole; la struttura si completa con la medicheria dotata di ecografo e eletrocardiografo; ogni pazienti ha inoltre il saturimetro.

La visita del Presidente Rossi è proseguita alla CROSS, la Centrale Operativa Remota per le Operazioni di Soccorso Sanitario, diretta dal dottor Piero Paolini dove da settimane è incessante il lavoro nel mappare i posti letto in tutta Italia e il trasferimento dei pazienti.

“Qui – ha detto Fratoni- gli operatori stanno lavorando instancabilmente 24 ore su 24 da giorni per salvare la vita a tante persone cercando posti letto di terapia intensiva e organizzando trasferimenti dei pazienti non solo sul territorio nazionale ma anche per l’estero, reperiscono personale medico e coordinano l’approvvigionamento agli ospedali di presidi e medicinali”.

Paolini ha informato Rossi che ad oggi sono stati trasferiti dalle rianimazioni degli ospedali lombardi 86 pazienti nelle varie regioni italiane, fra le quali la Toscana, ed in Germania (12 pazienti).

Nel pomeriggio il Presidente insieme a Morello si è recato a Montecatini Terme in uno degli alberghi dove nei prossimi giorni saranno ospitati i seguenti pazienti: 

  1. persone in isolamento che non hanno, in casa, la possibilità di mantenere effettive distanze dai familiari conviventi;
  2. positivi al Coronavirus che non hanno sintomi o hanno sintomatologie non gravi;
  3. persone guarite dal Coronavirus che escono dal percorso ospedaliero ma non hanno ancora raggiunto la completa negativizzazione e dunque la guarigione virale.

Dopo la prima esperienza di questo tipo, effettuata nei giorni scorsi ad Avenza (Carrara), è partita anche nella Zona Distretto della Piana di Lucca l’attività dei “tamponi in auto” a persone asintomatiche segnalate dalla struttura di Igiene e sanità pubblica e dal servizio di Medicina Aziendale dell'Azienda USL Toscana nord ovest. Si tratta infatti di soggetti individuati attraverso procedure aziendali ed in genere sono coloro che sono guariti clinicamente ma che devono fare i tamponi. Oggi nella Cittadella della Salute “Campo di Marte” sono già stati effettuati oltre venti tamponi in circa un’ora.

In prima linea in questa attività gli infermieri del servizio domiciliare. Si tratta del test "drive thru” (o “drive through") che prevede l’esecuzione del tampone direttamente alla persona che può restare a bordo della propria automobile. E’ una modalità di effettuazione del test che velocizza l’attività e rende possibile di eseguire più tamponi, in sicurezza, senza la necessità di andare a domicilio. Il test verrà presto esteso in tutto il territorio dell’Azienda USL Toscana nord ovest.

Da giovedì è attivo il Laboratorio analisi dell‘Ospedale Santo Stefano per l’esecuzione del test molecolare per Coronavirus-SARS-CoV-2. Il Laboratorio di Prato fa parte della rete territoriale dei laboratori toscani costituita in conformità alla Circolare Ministeriale "COVID19" del 19/3/2020. Effettua l’attività coordinandosi con il Laboratorio di Microbiologia dell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi, quale Laboratorio di riferimento e nel rispetto delle norme definite dalla circolare Ministeriale. I test molecolari su tampone, necessari per la diagnosi di laboratorio di casi di infezione da SARS-CoV-2, saranno eseguiti al momento per il Presidio Ospedaliero Santo Stefano di Prato.

Si tratta di un primo step dell'offerta diagnostica ed è in programma l’organizzazione del servizio per garantire una turnazione h24 attraverso la collaborazione del personale tecnico degli altri Laboratori Aziendali, in modo da garantire l'estensione ad altri presidi della rete ospedaliera aziendale.

“L'ospedale Santo Stefano sta reggendo benissimo l'emergenza coronavirus, dando risposte di cura non solo ai cittadini pratesi, ma anche a quelli pistoiesi e fiorentini. Mantenendo, tra l'altro, ancora un'elevata capacità di potere ricevere ulteriori pazienti”. Il consigliere regionale del Partito Democratico Nicola Ciolini, membro della commissione Sanità, commenta così i numeri della gestione dell'emergenza coronavirus all'ospedale di Prato. I dati del Santo Stefano mostrano che a fronte di una disponibilità di 178 posti letto per la gestione dei pazienti Covid-19, ben il 35% è ancora libero e quindi utilizzabile nell'eventualità di nuovi contagi. Per dare la misura di quanto Prato stia aiutando le province limitrofe, basta guardare la suddivisione dei posti letto: 78 sono occupati da pratesi, 24 da persone provenienti da Pistoia e 13 da pazienti fiorentini.

Il caso più significativo è quello della terapia intensiva dove la metà dei posti sono occupati da pratesi e la restante metà da pistoiesi e fiorentini (e rimangono ancora posti liberi). “In terapia intensiva – prosegue Ciolini – nonostante la grande collaborazione fra territori abbiamo ancora posti liberi. E qualora ci dovesse essere bisogno possiamo aggiungere altri 13 posti letto. Questo grazie al modo in cui è stato progettato e costruito il Santo Stefano: un ospedale molto flessibile nel suo utilizzo, che permette di modificare la gestione dei posti letto in base alle esigenze e con rapidità”. Dall'inizio dell'emergenza i casi totali registrati in provincia di Prato sono 171 (aggiornati a ieri sera venerdì 27 marzo): 78 sono i pazienti suddivisi fra terapia intensiva (11), malattie infettive (5), alta intensità di cure (57) e bassa intensità di cure (5).

I restanti 71 si trovano in isolamento domiciliare. A questi vanno poi naturalmente sommati quelli che sono guariti e quelli che purtroppo non ce l'hanno fatta. “Nella gestione di questa emergenza vorrei sottolineare la grande disponibilità, impegno e capacità di tutto il personale sanitario, nessuno escluso, ad adattarsi a quello che stiamo affrontando – conclude Ciolini –. In più va sottolineato anche un altro aspetto importante: l'impianto di aerazione del Santo Stefano che permette il ricambio completo dell'aria in tutti i reparti più volte al giorno.

In questo modo abbiamo ambienti più sani e sicuri, e questo rappresenta una garanzia ulteriore anche per chi ci lavora”.

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