Coronavirus: nuove misure più severe annunciate da Conte

"Abbiamo deciso di chiudere nell'intero territorio nazionale ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria per produrre servizi essenziali". Supermercati, negozi alimentari, farmacie e parafarmacie resteranno aperti. Garantiti i trasporti e servizi come banche, poste e assicurazioni. Più smart working. Misure richieste da governatori e sindaci in giornata e appoggiate dai sindacati

Redazione Nove da Firenze
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21 marzo 2020 22:46
Coronavirus: nuove misure più severe annunciate da Conte
Foto da Facebook

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte adotta misure più restrittive per il contenimento del Coronavirus. L'annuncio  stasera in diretta social, sulla sua pagina Facebook. Una dichiarazione decisa dopo gli appelli dei sindaci, soprattutto del nord dove l'emergenza sanitaria sta diventando un dramma quotidiano. "E' la crisi più difficile dal secondo dopoguerra - ha detto il premier - questi decessi per noi non sono semplici numeri, quelle che piangiamo sono persone, storie di famiglie che perdono gli affetti più cari. Sono misure severe, ne sono consapevole ma in questo momento dobbiamo resistere. Il nostro sacrificio di rimanere a casa è minimo rispetto a chi è in prima linea nell'affrontare l'emergenza, donne e uomini che compiono ogni giorno un atto di grande responsabilità verso l'Italia". 

Poi l'annuncio delle nuove misure: "Abbiamo deciso di chiudere nell'intero territorio nazionale ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria per produrre servizi essenziali. Resteranno aperti supermercati, negozi di generi alimentari e di prima necessità, nessuna restrizione sull'orario dei supermercati. Resteranno aperte farmacie, parafarmacie, servizi bancari, postali, assicurativi, garantiti i trasporti e le attività accessorie". Al di fuori di questo, "solo smart working. Rallentiamo il lavoro produttivo del Paese ma non lo fermiamo. Queste misure ci consentiranno di affrontare meglio la fase più acuta del contagio".

La necessità di misure più rigorose, fatta presente dai governatori e dai sindaci in giornata, è stata appoggiata dai sindacati. "Bene hanno fatto i Sindaci della Città Metropolitana - dichiara Paola Galgani, segretaria generale Cgil Firenze - a chiedere ulteriori misure restrittive anche con la sospensione delle attività non legate ai servizi essenziali". La CGIL di Firenze quindi condivide “la necessità di misure ancor più rigorose di sospensione delle attività non essenziali in questa fase per il nostro paese” già espressa unitariamente a livello nazionale da CGIL e CISL e UIL.

"Nel pomeriggio Il nostro Servizio Sanitario Nazionale - dichiara ancora Galgani sta dimostrando ormai da settimane quanto sia importante per tutti i cittadini. Lo dovremo ricordare quando sarà finita quest'emergenza che sta anche evidenziando, insieme alla competenza, abnegazione e impegno straordinario di tutti gli operatori, le difficoltà ad affrontarla dopo anni di tagli e di ridimensionamento del perimetro pubblico, in sanità come in altri servizi essenziali.

Ciononostante la situazione sanitaria legata al Covid-19 continua a peggiorare rapidamente. In Lombardia la situazione è ormai drammatica, e se nel nostro territorio risulta ancora al di sotto di quanto avviene al nord questo non significa che possiamo sottovalutare il problema, anzi occorre mantenere l'attenzione al massimo livello.Già prima dei decreti per il contenimento della diffusione del virus nel nostro territorio abbiamo affrontato i primi effetti anche economici: due settimane fa erano qualche migliaio le lavoratrici e i lavoratori coinvolti in sospensioni totali o parziali coperti dagli ammortizzatori sociali.Ma il diffondersi del contagio, con la necessità di tutelare le persone in tutti i luoghi di lavoro, ha prodotto la sottoscrizione del Protocollo per la sicurezza.

E' stato un primo passo importante per fare in modo che anche i lavoratori e le lavoratrici abbiano garantito il diritto essenziale alla salute.Nonostante in molte aziende siano stati raggiunti accordi importanti e innovativi, e in altre si sia giustamente deciso di interrompere la produzione per l'impossibilità di mantenere quanto previsto dal Protocollo e dai decreti, sono ancora molte le condizioni di rischio.Stiamo per arrivare a una fase cruciale della lotta al Covid-19.

L'appello #IoRestoacasa  prosegue Galgani - deve valere per tutte e tutti. Si stanno ancora stringendo di più i controlli e le limitazioni, ma troppi lavoratori sono ancora a rischio per sé e per la comunità intera, o perché lavorano in ambienti che non garantiscono le giuste distanze o per i loro spostamenti per andare e tornare da lavoro. Dobbiamo ringraziare e stare vicini  - prosegue la sindacalista Cgil - a tutte quelle lavoratrici e lavoratori che portano avanti i servizi essenziali e che comunque meritano di poter lavorare in tutta sicurezza.Per gli altri settori è invece il caso di fermarsi per il tempo necessario.

Il nuovo decreto sugli ammortizzatori sociali permette di farlo tutelando il lavoro. Più saremo rigorosi nella chiusura, probabilmente per meno tempo dovremmo bloccare il sistema produttivo e questo ci permetterà, si spera, di ripartire presto. Questo permetterebbe anche di concentrare i DPI laddove sono più necessari", conclude Galgani.

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