Coronavirus: la Toscana dice sì al ‘Tocilizumab’ della Roche

Il farmaco serve per curare l'artrite reumatoide ma si è scoperto essere in grado di ridurre i problemi polmonari dei soggetti colpiti. Non ha effetti sul virus ma allevia i danni che è in grado di provocare. Rossi e Saccardi ringraziano l'azienda per la fornitura gratuita. I consigli del dottor Cecchetti (presidente Sir)

Redazione Nove da Firenze
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12 marzo 2020 18:48
Coronavirus: la Toscana dice sì al ‘Tocilizumab’ della Roche

A breve arriverà anche in tutti gli ospedali della Toscana il ‘Tocilizumab’, il farmaco prodotto dall'azienda farmaceutica Roche per curare l'artrite reumatoide, ma che si è scoperto essere in grado di ridurre i problemi polmonari dei soggetti colpiti dal Coronavirus. La Regione Toscana ha deciso infatti di accettare l'offerta che l'amministratore delegato della Roche ha rivolto a tutte le Regioni che vogliano ricevere gratuitamente questo presidio medico che non ha nessun effetto sul virus ma che allevia i danni che è in grado di provocare. Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e l'assessore regionale al diritto alla salute, Stefania Saccardi, hanno voluto ringraziare l'azienda per la disponibilità dimostrata e per la fornitura gratuita. Ora sarà l'Estar, l'organismo che assicura le forniture all'intero sistema sanitario regionale, a rivolgersi alla Roche per richiedere i quantitativi necessari del farmaco destinato ad essere somministrato ai soggetti più gravi e con seri problemi polmonari. Presidente e assessore sottolineano infine come, anche grazie alla generosità della casa farmaceutica, i molti sanitari che in questi giorni si stanno prodigando per far fronte al virus, potranno avere a disposizione un presidio che potrebbe aiutare i pazienti ad uscire dalla fase più critica dell'infezione.

Actemra / RoActemra (tocilizumab) è approvato in 116 paesi per il trattamento dell'artrite reumatoide. È anche approvato per il trattamento dell'artrite idiopatica giovanile pediatrica, l'artrite idiopatica giovanile sistemica, l'arterite a cellule giganti e la sindrome da rilascio di citochine indotte dalle cellule CAR-T. Actemra / RoActemra è disponibile in formulazioni sia sottocutanee che endovenose.

“Non sospendere le proprie terapie anche in caso di farmaci potenzialmente immunosoppressivi e mantenere uno stretto contatto con il proprio medico di riferimento”. Sono solo due dei consigli che si sente di dare Riccardo Cecchetti, presidente della sezione toscana della società italiana di reumatologia (Sir) e direttore della reparto di Medicina Interna e servizio di Reumatologia dell’ospedale di Portoferraio, alle tante persone, soprattutto anziani, che in questi giorni si stanno rivolgendo a lui per consigli. “La sospensione generalizzata delle terapie farmacologiche per le patologie reumatologiche è un atteggiamento ingiustificato – dice Cecchetti – e rischia di generare una moltitudine di riattivazioni cliniche che sarebbero molto pericolose per la maggior parte dei pazienti.

Questa è una indicazione contenuta anche nei principi di comportamento stabiliti a livello nazionale dal presidente della Sir, Luigi Sinigaglia. I pazienti reumatologici in trattamento con farmaci potenzialmente immunosoppressivi devono attenersi alle disposizioni ministeriali per la prevenzione delle infezioni. Può essere incoraggiata, quando possibile e quando ritenuta utile, la pratica del lavoro a distanza per le persone ancora lavorativamente attive. A tutti i medici che seguono questi pazienti, in considerazione della prevedibile riduzione generalizzata delle attività ambulatoriali, di day hospital e infusionali è sempre consigliato di mantenere uno stretto controllo su tutti i pazienti e in particolare su quelli in trattamento con farmaci biologici”.

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