Coronavirus: la Regione sta completando le assunzioni di personale sanitario

Due medici in pensione tornano al lavoro negli ospedali della ASL Toscana nord ovest. Giannoni (Nursind), “Centinaia di segnalazioni sulla graduatoria Estar per pesanti scorrettezze. Mentre aumentano i contagi nel personale sanitario”. Cgil, Cisl e Uil Funzioni Pubbliche regionali lanciano l’allarme sulle strutture Socio Sanitarie in cui mancano i dispositivi di protezione. L'appello del segretario Uil Fpl Lucca, Pietro Casciani: "Nelle Rsa i soggetti più fragili. Casi che rischiano di esplodere"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 marzo 2020 18:11
Coronavirus: la Regione sta completando le assunzioni di personale sanitario

Firenze, 21 marzo 2020– La Regione Toscana sta completando, attraverso tutte le Aziende sanitarie ed Estar, il piano di assunzioni straordinarie annunciato due settimane fa per consentire una pronta e completa risposta all’emergenza coronavirus. Il piano nel complesso prevede l’assunzione di oltre 2.500 professionisti sanitari tra infermieri, OSS, medici, tecnici sanitari e di laboratorio, assistenti sanitari. In particolare, per le assunzioni di infermieri ed OSS, che costituiscono il gruppo più numeroso, puntando ad oltre 2.000 assunzioni complessive, si è provveduto a chiamare dalle graduatorie a tempo indeterminato già disponibili, ciascuna composta da circa 4.000 professionisti, distribuendo gli idonei meglio piazzati in graduatoria tra tutte le Aziende in maniera uniforme, secondo i fabbisogni definiti dalle stesse aziende e le disponibilità all’assunzione nelle tre Aree Vaste comunicate in fase di domanda di partecipazione. Considerata l’emergenza, è stato previsto e comunicato al candidato un termine di risposta per l’accettazione dell’incarico di due giorni, richiedendo l’ingresso in servizio entro una settimana.

In caso di rinuncia o non risposta, comunque, i candidati rimangono sempre disponibili per le successive chiamate per l’assunzione, mantenendo la posizione in graduatoria, diversamente da quanto fatto ordinariamente. Per quanto riguarda i medici, per i quali notoriamente vi è da anni carenza di disponibilità e le cui graduatorie concorsuali sono esaurite dalle Aziende nel giro di pochi giorni, per rispondere all’emergenza si è provveduto a raccogliere tutte le domande inviate per la partecipazione ai numerosi concorsi banditi da Estar, che per i prossimi due mesi, per legge, non potranno essere portati avanti, utilizzandole per creare graduatorie a tempo determinato dalle quali chiamare, molto velocemente, i medici necessari, sia specializzati che specializzandi, chiedendo anche a questi di entrare in servizio entro una settimana. In questo modo, attingendo ai 959 medici presenti in tali graduatorie sarà possibile cercare di trovare in pochi giorni i 210 anestesisti richiesti dalle Aziende, oltre ad altrettanti medici specializzati in pneumologia (35), malattie infettive (20), medicina d’accettazione e d’urgenza (75), medicina interna (60) e cardiologia (20). Forte è l’impegno della Regione nel facilitare non solo il reclutamento di tutti i 2.500 professionisti, ma anche il loro ingresso al lavoro nelle aziende sanitarie toscane, partendo dal reperire e mettere a disposizione l’alloggio per i non residenti fino ad un forte impegno per una rapida stabilizzazione a tempo indeterminato dei medici assunti per il momento a tempo determinato.

In totale saranno 330 gli infermieri che entreranno in servizio nei prossimi giorni, ad oggi già 178 hanno preso servizio negli ospedali della ASL Toscana nord ovest, per altri 20 sono in corso le procedure di assunzione. Nuovi ingressi anche di operatori socio sanitari, sui 90 richiesti, 58 hanno già accettato, quindi anche per loro è imminente la firma del contratto. Inoltre, sono attualmente in servizio 136 operatori sanitari con contratto interinale, 53 sono infermieri.

Sempre in campo infermieristico, la ASL sta cercando personale esperto in terapia intensiva e malattie infettive da assumere con contratto libero professionale. Per quanto riguarda la parte medica, sono in corso di reclutamento 90 anestesisti, 4 infettivologi, 18 internisti, 11 cardiologi,1 pneumologo, 43 specialisti in emergenza e urgenza. Sempre nell’ottica del potenziamento del personale è stato pubblicato il bando rivolto ai medici in pensione (anestesisti, rianimatori, pneumologi, infettivologi, emergenza e urgenza), 2 hanno accolto l’invito e arriveranno nei prossimi giorni.

“Abbiamo ricevuto centinaia di segnalazioni per irregolarità nella procedura di assunzione del personale infermieristico in Toscana: siamo pronti ad agire per vie legali”. E’ quanto denuncia Giampaolo Giannoni, segretario regionale del sindacato autonomo degli infermieri Nursind. “Si stanno succedendo diverse irregolarità nella graduatoria Estar – dichiara Giannoni - che dovrebbe portare all’assunzione a tempo indeterminato di 1.400 infermieri sul territorio regionale: colleghi che vengono inspiegabilmente scavalcati da altri, operazioni scorrette nei confronti delle colleghe in gravidanza, che in alcuni casi sono state saltate del tutto, preferenze territoriali non prese in considerazione”. “Tutto questo è inaccettabile – prosegue il segretario Nursind Toscana – tanto più in un momento del genere, in cui continuiamo a sentire la lontananza dell’amministrazione, Regione in primis, a partire dalla questione sicurezza.

Continuano ad arrivare delibere aziendali che impongono agli infermieri di intervenire su pazienti positivi muniti solo di mascherine chirurgiche, che sono assolutamente inefficaci a proteggere dal virus Covid-19”. “Non a caso assistiamo a un’escalation di contagi nel personale sanitario. E anche l’aspetto psicologico che tutto ciò produce non è trascurabile - afferma Giannoni – aggravato da turni massacranti, senza alcun sostegno dal punto di vista psicologico”. “E’ impensabile fare turni di 12 ore con tute, scafandri, guanti e occhiali: in alcuni reparti siamo riusciti a negoziare turni più brevi, ma non c’è uniformità nel sistema sanitario toscano”. “Come Nursind presenteremo un esposto alla Procura della Repubblica”, conclude Giannoni.

Già mercoledì scorso USB ha inviato a tutte le Procure della Repubblica della Toscana un esposto nel quale viene chiesto di appurare se sussistano responsabilità penali riguardo alla carenza di Dispositivi Individuali di Protezione, nelle strutture sanitarie regionali.

“È inaccettabile che il personale sia costretto a operare in condizioni che non rispettano gli standard di sicurezza -ritiene USB- una gravissima mancanza di organizzazione, gestione e previsione del rischio, foriera di conseguenze potenzialmente drammatiche, in termini di salute e sanità pubblica nonché di possibile esposizione a contagio per interi servizi, per i sanitari che vi lavorano, le loro famiglie, il personale dei servizi appaltati, gli utenti, e, in generale e a cascata, per la popolazione locale, conseguenze che si stanno manifestando con evidenza, in questi ultimi giorni, con positività diffuse del personale sanitario al Covid 19. E non può ritenersi una giustificazione la difficoltà di approvvigionamento di tali dispositivi, perché se da una parte ben si comprende l'emergenza sanitaria in atto, è proprio per questo che la soglia di attenzione e di offerta di sicurezza deve essere ancor più elevata, ed è proprio a fronte di un'emergenza di tale portata che l'operato delle AASSLL toscane doveva essere il più rigoroso possibile, nulla lasciando al caso e, soprattutto, doveva far sì che il proprio personale, in primis quello impegnato direttamente al contrasto dell'epidemia, ma anche quello, per così dire, non “in prima linea" nella lotta al virus, fosse comunque tutelato con le condizioni di sicurezza e salute che ci si deve necessariamente attendere dalla propria parte datoriale”.

Accanto all’emergenza sanitaria nei presidi ospedalieri vi è un mondo in questi giorni dimenticato, quello delle residenze per anziani (più precisamente le Residenze Sanitarie Assistenziali), che sull’emergenza Covid-19 rischia di pagare il prezzo più alto di una situazione che peggiora di giorno in giorno. Circa 10 mila posti letto nella nostra regione, principalmente dedicati all’assistenza agli anziani non autosufficienti, con la maggiore concentrazione di strutture sull’area fiorentina, ma con un‘articolazione capillare in tutte le province.

E’ il mondo dei più deboli: gli utenti soli con gravi patologie e un esercito di professionisti dell’assistenza (operatori socio sanitari, infermieri, terapisti) che in queste settimane lavora con spirito di abnegazione ma quasi sempre senza i necessari dispositivi di protezione, senza un aggiornamento adeguato dei protocolli di sicurezza, spesso abbandonati a sé stessi e in assenza di segnali di potenziamento della rete di sicurezza e di protezione. In altre regioni, con l’emergenza Covid 19 in situazioni peggiori, ad esempio la Lombardia, le notizie sono drammatiche: i vettori infettivi si sono moltiplicati a livelli impensabili, con tassi di mortalità degli anziani crescenti.

La fragilità degli utenti e la debolezza del sistema di protezione hanno probabilmente concorso ad una situazione che è oramai fuori controllo.

“Se la Toscana è ad oggi in una situazione numericamente più contenuta, ma in queste strutture la sottovalutazione dei rischi e l’ assenza di un coordinamento da parte della Regione Toscana ci preoccupa molto“ sottolinea Mario Renzi, segretario generale della Uil Fpl Toscana “Abbiamo chiesto più volte di convocarci come organizzazioni sindacali al Presidente e all’Assessore, ma ad oggi non abbiamo avuto risposte", gli fa eco Bruno Pacini, segretario della Fp Cgil regionale. “Queste strutture hanno in Toscana gestioni diverse, cooperative sociali, fondazioni, Aziende pubbliche di servizi alla persona, società private - precisa Marco Bucci, segretario generale Cisl Fp della Toscana – ma la situazione del momento evidenzia le stesse emergenze e gli stessi fattori di rischio: una situazione dove mancano mascherine di protezione, sufficienti camici di protezione, interventi di sanificazione immediati sui casi crescenti positivi.

Manca inoltre una linea chiara di protocollo operativo che preveda cosa e come agire in caso di positività conclamata di Covid 19". “Non c’è più tempo - concludono i tre segretari regionali - : occorre subito intervenire con un piano specifico sulle Residenze; chiediamo alla Regione di fornire anche a queste strutture il materiale di protezione e tutto il supporto necessari. Ne va della dignità degli anziani fragili, della sicurezza degli operatori e delle loro famiglie, della sicurezza per l’intera colletività".

“Nella battaglia contro il coronavirus non possiamo lasciare indietro niente e nessuno. Soprattutto se si parla di elementi strategici come Rsa gestite da cooperative o altri soggetti privati: servono anche qui dispositivi di protezione individuale e prima possibile tamponi per tutti i lavoratori”. A sottolineare un’altra criticità sul fronte della lotta contro la diffusione del Covid19 è il segretario della Uil Fpl di Lucca, Pietro Casciani, che rilancia così la campagna unitaria a livello regionale.

“Ormai è un dato di fatto, confermato da chi ogni giorno lavora all’interno di queste strutture. Mancano i dispositivi di protezione e gli operatori all'assistenza rischiano di non lavorare in sicurezza per loro e per gli anziani. Serve subito un tavolo di crisi specifico regionale perché il problema rischia di esplodere. E bisogna iniziare a verificare la situazione nelle Rsa, che sull’emergenza Covid19 rischiano di pagare il prezzo più alto. E’ lì – prosegue Casciani – che si trovano infatti i soggetti più fragili, a rischio in caso di contagio da coronavirus.

Utenti con gravi patologie e un esercito di professionisti dell’assistenza (operatori socio sanitari, infermieri, terapisti) che in queste settimane lavora con spirito di abnegazione ma quasi sempre senza i necessari dispositivi di protezione e che potrebbero diventare possibili vettori del contagio. Basta leggere che cosa sta accadendo altrove, con le Rsa che diventano focolai incontrollabili di contagio”. Anche nella provincia di Lucca la situazione è estremamente a rischio: “I Dpi sono pochi in ospedale, non crediamo che abbondino nelle cooperative e non vorremmo per questo che si facesse del ‘risparmio’ sulla mascherina chirurgica, che va cambiata almeno a fine turno o all'occorrenza.

Per questo – conclude il segretario provinciale Uil Fpl – serve mettere sotto osservazione tutte le Rsa e anche qui dovranno essere fatti i tamponi tutti i lavoratori, nelle strutture gestite dal pubblico, dal privato o dalle cooperative, così da verificarne lo stato di salute. Inoltre Regione e Protezione Civile devono aprire dei canali specifici di approvvigionamento per dispositivi di protezione individuale a prezzi calmierati in modo da evitare le speculazioni che si trovano in giro.

Il tutto per un approvvigionamento non centellinato ma di massa per dare sicurezza agli operatori domiciliari e alle Rsa. Ma sicurezza anche agli utenti e familiari. Chiediamo inoltre che l’Asl verifichi in queste strutture il rispetto delle misure di sicurezza previste dalla normativa. Chiudiamo ringraziando tutti gli operatori delle RSA e domiciliari per il lavoro che fanno prendendosi cura delle persone più fragili della società, i nostri anziani”.

In evidenza