Coronavirus: iniziata oggi la distribuzione dei kit di protezione a medici e pediatri

Enrico Rossi: "Creeremo reparti bolla per i meno gravi". E la AUSL invita a recarsi nelle sedi solo per le effettive necessità. OPI Firenze Pistoia: «Gli infermieri sono pochi e stanchi, è necessario assumere». Sarti (SI): “sopperire alla carenza attingendo alle graduatorie”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 marzo 2020 23:50
Coronavirus: iniziata oggi la distribuzione dei kit di protezione a medici e pediatri

Firenze, 9 marzo 2020- Mascherine, guanti e protezioni facciali in distribuzione da oggi a medici e pediatri di famiglia e ai medici di continuità assistenziale (guardia medica). Con decisione assunta dall’unità di crisi regionale, su mandato del presidente Enrico Rossi, l'Ente di supporto tecnico-amministrativo regionale ha provveduto ad acquisire e organizzare la consegna ad ogni medico di medicina generale, pediatra di famiglia e medico di continuità assistenziale (2.577 medici di medicina generale, 422 pediatri, 703 medici di continuità assistenziale dislocati su tutto il territorio toscano) di un kit di prodotti di protezione necessari per svolgere la propria attività in questa situazione di emergenza. Il kit è composto da mascherine in tessuto non tessuto, guanti e protezione facciale per un totale di 3.700 protezioni facciali, 37.000 mascherine e 370.000 guanti. Il materiale sarà consegnato direttamente ai singoli ambulatori dei medici e nel caso di difficoltà nella consegna, in luoghi indicati dalle Aziende sanitarie di competenza dei medici. La consegna dei kit è iniziata oggi e si concluderà entro la fine della settimana.

"In Toscana dal 2005 ad oggi i posti letto di terapia intensiva sono aumentati del 30%: da 347 a 447. Credo che sia un numero molto alto rispetto agli altri che ci sono nel Paese. Nelle terapie intensive prenderemo in carico i pazienti che ne hanno necessità". Nella conferenza stampa che il presidente Enrico Rossi ha tenuto oggi, assieme all'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi e al direttore dell'assessorato Carlo Tomassini, ha fatto il punto sull'organizzazione del servizio sanitario per far fronte all'emergenza Coronavirus e curare tutti coloro che ne hanno bisogno. "Oltre a quelle presenti nel pubblico, cercheremo di utilizzare anche le terapie intensive presenti nel privato.

Però sarebbe un errore concentrare tutto nelle terapie intensive - ha chiarito - Per coloro che non hanno necessità della terapia intensiva, ma non possono neanche essere assistiti a domicilio, creeremo una sorta di reparti "bolla", asettici, sigillati al Coronavirus. In una ventina di ospedali che abbiamo già individuato, saranno a disposizione 2.000-3.000 posti letto per adeguare la cura al livello dei bisogni. Reparti dove queste persone saranno curate da internisti, infettivologi, pneumologi, immunologi.

Inoltre abbiamo deciso di fare il tampone a tutti coloro che verranno in ospedale. Ancora, creeremo degli "alberghi sanitari", per le persone che non possono stare in isolamento a casa, con personale dedicato". Il presidente Rossi ha ricordato anche le altre misure messe in atto o allo studio: "Abbiamo bloccato tutti gli interventi programmati, tranne quelli oncologici o salvavita. E vogliamo dare una stretta anche sui visitatori: entrerà in ospedale solo chi deve fare assistenza, gli altri tornano a casa". A tutti i toscani, Enrico Rossi ha chiesto spirito di solidarietà e disciplina: "Dobbiamo essere tutti consapevoli che il nostro comportamento influenza la nostra salute e quella di tutti". Quanto alla disponibilità di letti di terapia intensiva per i pazienti di altre regioni, l'assessore Saccardi ha informato che nei giorni scorsi la Toscana ha ospitato tre pazienti (non Covid) dalle Marche, e ora ha dato la disponibilità per altri tre".

I servizi consultoriali presenti nel territorio dell’Azienda USL Tc (Empoli, Firenze, Prato e Pistoia) sono mantenuti attivi comprese le ecografie in gravidanza. Sono temporaneamente sospesi i corsi di preparazione alla nascita per tutelare le donne in gravidanza, in questo particolare periodo di emergenza sanitaria. L’Azienda, tuttavia, invita i cittadini ad utilizzare i servizi solo se effettivamente necessario ed eventualmente a disdire gli appuntamenti per le prestazioni rimandabili. L’accesso ai Consultori è riservato solo a chi deve usufruire direttamente dei servizi; si pregano i cittadini di presentarsi senza accompagnatore/i al fine di evitare affollamenti nelle sale d’attesa. Si raccomanda, inoltre di evitare di accedere ai consultori se sono presenti febbre e disturbi respiratori.

Assunzione straordinaria di infermieri per consentire di fronteggiare in maniera efficace l’emergenza Coronavirus sul territorio. L’Ordine delle Professioni Infermieristiche interprovinciale Firenze - Pistoia fa appello alla Regione Toscana, chiedendo rinforzi al presidente Enrico Rossi e all’assessore Stefania Saccardi. «Gli infermieri sono pochi e stanchi – commenta il presidente di OPI Firenze - Pistoia Danilo Massai -.

La situazione, a seguito dell’emergenza scattata per la diffusione del Covid-19, è difficile. Registriamo maggiori difficoltà nella gestione dei malati cronici e dobbiamo raffrontarci con tecnologie impegnative, seguire percorsi assistenziali complessi e strutturare una logistica nell’assistenza domiciliare. Ringraziamo la Regione per il grande sforzo fatto in questi giorni e per le assunzioni annunciate, ma vista la situazione straordinaria bisogna andare oltre». Al quadro si aggiungono fra l’altro il dato relativo all’età media degli infermieri, intorno ai 54 anni, e le crescenti probabilità di trovarsi in situazioni a rischio anche per la loro salute, lasciando sguarniti determinati servizi.

«Inoltre – aggiunge Massai - c’è da considerare che questa è a tutti gli effetti una professione al femminile: con la chiusura delle scuole le infermiere hanno subito forti ripercussioni nell’organizzazione vita familiare. Questo rende ancora più complesso affrontare un lavoro che richiede alta responsabilità, aggiornamenti ed efficacia psicofisica». «L’esperienza che stiamo vivendo a livello nazionale ci obbliga a rivedere il nostro modo di fare promozione della salute e assistenza – chiarisce Massai -.

L’infermieristica di famiglia non ha ancora una vera e omogenea applicazione all’interno della Regione. Riteniamo che sia opportuno adeguare le risorse alle indicazioni riportate in letteratura, cioè di 1 infermiere di famiglia ogni 300 cittadini». Questo per rispondere all’attuale situazione, prevenire una situazione analoga e rispondere ai bisogni della popolazione. «La popolazione over 65 anni, cosiddetta popolazione fragile, presente nella Regione (dati ISTAT al 31/12/2018) è di 947.088 persone, di cui 386.264 nelle sole province di Firenze, Pistoia e Prato: sono 1287, secondo la nostra stima, gli infermieri necessari nelle tre province». Opi Firenze Pistoia si fa portavoce di richieste ben precise.

Per l’area territoriale della Asl Toscana Centro (infermieri di famiglia e comunità, casa della salute, ambulatori) chiede l’assunzione di 800 infermieri e 600 Operatori Socio Sanitari. «Questo - spiega Massai - per garantire un’assistenza a domicilio diffusa, appropriata e con personale adeguatamente preparato e che abbia una equa disponibilità di tempo da dedicare».

Per l’area della rete ospedaliera invece, sono richiesti 1500 infermieri e 500 Operatori Socio Sanitari, per compensare le perdite di organico negli ospedali e offrire un servizio adeguato. Ma soprattutto per potenziare l’assistenza a domicilio e nei servizi della continuità assistenziale. Capitolo a parte, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi dove, secondo Opi Firenze Pistoia, sono immediatamente necessari 600 infermieri e 300 Operatori Socio Sanitari, per garantire il rapporto di un infermiere ogni 10 ricoverati.

«Le indicazioni europee sono di 1 infermiere ogni 6 ricoverati, mentre oggi si parla di rapporti 1/12 o 1/14 – spiega Massai -. Questo tiene conto anche del fatto che Careggi è un ospedale universitario ad alta intensità di cura e ad alta tecnologia, e richiede pertanto un ricambio generazionale importante, in modo da assicurare la prospettiva futura dello sviluppo dell’assistenza alla persona». La soluzione è nella graduatoria di ruolo. «Sosteniamo quindi la necessità di assumere personale infermieristico laureato dalla graduatoria di ruolo, dove ci sono più di 3000 infermieri idonei – conclude il presidente di Opi Firenze Pistoia-.

Un’integrazione necessaria, per consentire a chi lavora di recuperare energie e sostenere carichi di lavoro adeguati. Oltre che per tutelare la salute dei professionisti e garantire loro il giusto tempo vita con la propria famiglia. Tanto più che i 3000 infermieri in graduatoria, se non chiamati tempestivamente, andranno in altre Regioni o altri paesi dell’Europa».

“In Toscana mancano attualmente circa 5 mila infermieri a causa dell’assenza di turn over e del frequente ricorso a ‘quota cento’, al lavoro interinale e al job on call. La situazione rischia di diventare particolarmente critica a causa dell’attuale emergenza sanitaria dovuta al Covid-19”. È quanto denuncia il consigliere di Sì Toscana a sinistra Paolo Sarti, primo firmatario di una mozione che è all’ordine del giorno del Consiglio regionale di domani, martedì 10 marzo.

L’atto chiede alla Giunta di fare fronte alla necessità di personale infermieristico attingendo alle graduatorie in essere (sia derivanti da mobilità interregionale che a tempo determinato) e di prevedere, nei reparti particolarmente coinvolti, la possibilità di attivare bandi di selezione pubblica per soli titoli, compilando in tempi rapidi graduatorie a tempo determinato che offrano maggiori tutele lavorative agli operatori. “Anche i reparti più coinvolti dall’emergenza Coronavirus stanno evidenziando la mancanza delle necessarie figure sanitarie, tra cui gli infermieri”, ha aggiunto Sarti.

“Ma purtroppo nella nostra Regione la mancanza della figura professionale degli infermieri è diventata una condizione strutturale e le tre Aziende Sanitarie di area vasta continuano ad attivare o a prorogare contratti stipulati con le agenzie interinali, rischiando in molti casi il superamento del limite percentuale previsto dalla normativa”. “In attesa di attingere alla graduatoria del concorso per infermieri bandito nel 2019 – ha concluso il consigliere di Sì Toscana a sinistra - è dunque opportuno utilizzare le suddette graduatorie come stabilito dalle attuali normative europee e nazionali, evitando di ricorrere a ulteriori contratti precari come quelli di lavoro interinale o a chiamata”.

In evidenza