Coronavirus: il paziente in rianimazione a Livorno è grave, ma stabile

Salgono a sette casi di quarantena a Pisa. Il Consigliere Paolo Marcheschi (Fdi): “I posti letto negli ospedali sono pochi e i contagiati aumentano. Come si sta preparando la Toscana nel caso in cui i ricoveri dovessero moltiplicarsi?”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 marzo 2020 23:50
Coronavirus: il paziente in rianimazione a Livorno è grave, ma stabile

Firenze– E’ in rianimazione all’Ospedale di Livorno, dopo aver contratto il coronavirus, un uomo di Livorno, 55 anni, diabetico, sovrappeso al limite dell’obeso, e con problemi respiratori pregressi legati a una bronchite cronica. In quarantena domiciliare dodici persone che hanno avuto contatti stretti con il paziente: 2 medici, 2 infermieri, 3 Oss, 2 tecnici radiologi, il medico di famiglia, moglie e figlia. E’ quanto è emerso dalla conferenza stampa che si è tenuta questo pomeriggio nella sala Ceccarini dell’Ospedale di Livorno, alla presenza del sindaco di Livorno Luca Salvetti, Luca Carneglia Direttore Ospedale di Livorno, Alessio Bertini direttore Pronto Soccorso, Claudio Tofanari direttore ufficio di Igiene e Sanità Pubblica, Spartaco Sani primario Malattie Infettive, Paolo Roncucci primario di Rianimazione. Il sindaco lo ha reso noto nel corso del Consiglio Comunale, durante il quale ha informato anche del decreto ministeriale che prevede la sospensione dell’attività didattica in tutte le scuole di ordine e grado in tutta Italia da domani al 15 marzo.

Dal Governatore della Toscana è arrivata indicazione di sospendere tutte le attività ricreative, ludiche, culturali non essenziali per la vita della città. Su questo saranno valutati I vari casi. Tornando al caso del paziente livornese, dall’Asl si è appreso che la persona ha avuto un percorso ospedaliero controllato, sempre con criteri di prudenza rispettati, con mascherina protettiva indossata prima di entrare al Pronto Soccorso, accolto in via Gramsci dai sanitari che lo stavano aspettando su indicazioni del medico curante.

Ha avuto pochissimi contatti e per poco tempo, subito messo in isolamento. Il tampone gli è stato fatto per il rapido peggioramento delle condizioni anche se l’uomo non aveva informato i sanitari di essere stato fuori di Livorno, ovvero a Bologna (per una gara di biliardo), nonostante le numerose richieste dei sanitari stessi. Non si è ammalato a Livorno, è un caso isolato – ha precisato Sani – a Livorno al momento non ci sono focolai. La situazione è impegnativa ma la stiamo gestendo nel miglior modo possibile, I criteri di prudenza sono stati rispettati. Già questa mattina il sindaco aveva annunciato alla stampa delle 12 ordinanze di quarantena a Palazzo Municipale, specificando che sono questi i risultati dell’indagine epidemiologica dell’Asl rispetto ai contatti avuti dall’uomo risultato positivo al coronavirus.

Al fianco del sindaco in conferenza stampa il prefetto Gianfranco Tomao.

“Il paziente – aveva riferito il sindaco - a ora ci risulta in condizioni gravi ma stabili in Rianimazione. Quanto alle 12 persone in quarantena non vuole dire che siano positive al virus, anzi, “preciso che sono 12 persone senza sintomi riconducibili al virus”, aveva sottolineato il sindaco, come riconfermato dai dirigenti dell’Ospedale di Livorno.

Si tratta del ventunesimo caso in Toscana in ordine temporale. Siamo in fase di allerta ma non di allarme. Il Comune vigila tramite l’apertura dell’Unità di Crisi e del centro operativo Comunale. Se si saranno evoluzioni il Comune garantirà I servizi essenziali e fondamentali.

Il sindaco ha raccomandato calma e buonsenso. "Comprendo la paura, ma con la paura non si va da nessuna parte. Mi chiedono perfino il nome del paziente, ma non è dando la caccia all'untore che si risolvono i problemi. Deve esserci buonsenso. Grande calma e serenità, ma certamente vogliamo capire senza criminalizzare."

Il Prefetto Gianfranco Tomao ha parlato di buon senso e responsabilità “ L'emergenza è suscettibile di compromettere i rapporti umani. Bisogna fare attenzione” ha detto il Prefetto “Dobbiamo stare attenti a non limitare le libertà personali ed i diritti. Dobbiamo attenerci alle disposizioni del Ministero della Salute, della Regione e della Usl. I soggetti istituzionali seguono procedure ormai collaudate che devono essere seguite con meticolosità. Tutte le misure sono state affinate secondo le indicazioni fornite da una commissione scientifica presso la protezione civile e solo a questa dobbiamo fare riferimento, altrimenti si genera confusione" ha proseguito il Prefetto “anche la Prefettura ha attivato un Centro di Coordinamento provinciale con le Forze dell'Ordine, la Usl, il 118 ed i Vigili del Fuoco”.

Emesse oggi altre due ordinanze nei confronti di altrettante persone residenti a Pisa per predisporre la misura della quarantena con sorveglianza attiva. Salgono a sette i casi per cui è stata emessa l’ordinanza sindacale in città. I soggetti avrebbero avuto contatti stretti con un caso confermato di malattia infettiva COVID-19. Le ordinanze emesse su proposta dell’Area Igiene Pubblica del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Usl Toscana nord ovest obbligano i soggetti destinatari a sottoporsi alla misura della quarantena presso la propria residenza, rispettivamente fino al prossimo 9 marzo e 10 marzo (quattordicesimo dall’ultimo giorno del contatto stretto) con sorveglianza attiva svolta dal personale sanitario della USL Toscana Nord Ovest.

La misura si è resa necessaria in quanto è stata ravvisata l’esigenza nonché l’urgenza di adottare in via cautelativa idoneo provvedimento a tutela della salute pubblica in coerenza con le disposizioni vigenti.

La salute, per garantirla, necessita di un buon funzionamento del sistema sanitario. Ma il nostro è in grado di reggere ad una emergenza? E quali debolezze strutturali ha fatto emergere il virus?

“Come previsto la diffusione del coronavirus, seppur controllata, aumenta. Serve una pianificazione e organizzazione tempestiva ed efficiente. I posti letto sono pochi e i contagiati aumentano. Come si sta preparando la Toscana nel caso in cui i ricoveri dovessero moltiplicarsi? -chiede il Consigliere Paolo Marcheschi (Fdi)- Facciamo due conti. Come riferito da Rossi, ad oggi si registrano in Toscana 944 casi di isolamento domiciliare di cui 480 presi in carico dall’Asl.

La mappa dei posti disponibili negli ospedali sono 209 per malattie infettive e per terapia intensiva e sub-intensiva 445. Di questi però l’80% sono già occupati da pazienti ordinari quindi quanti posti sono davvero liberi? Incrociando i dati delle Asl, rimangono 131 posti liberi, a fronte delle 480 persone già in carico all’Asl per l’emergenza coronavirus. Persone che al momento non hanno bisogno di essere ricoverate nei reparti di malattie infettive e della terapia intensiva.

E se invece i contagi aumentassero e, nell’ipotesi da scongiurare, dovessero aggravarsi le condizioni dei pazienti? I letti disponibili in Toscana rimarrebbero sempre 131. Avevo chiesto al Presidente Rossi e all’assessore Saccardi se esisteva un piano B, ossia se c’è la possibilità di reperire posti letto nelle cliniche private? C’è la possibilità di reperire una struttura specifica, una caserma o un ospedale da campo, per far si che tutti abbiano un posto letto? Attendiamo le risposte dalla Regione”.

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